Caro Elvis, chi ti può dimenticare

Caro Elvis, chi ti può dimenticare A cinque anni dalla morte (avvenuta il 16 agosto) la Rete 2 lo ricorda con 6 film Caro Elvis, chi ti può dimenticare Viso tondo, guance carnose ed Imberbi, occhi stellanti,, chioma imbrillantinata, ciuf-' fo. sorriso smagliante e inespressivo da cartellone pubblicitario: ecco l'immagine ufficiale di Elvis Presley al culmine del trionfo quale gli è stata consegnata per anni dall'America. E' un'immagine che suggerisce — ignorando il nome famoso — l'idea di un ragazzone americano di personalità anonima, ben nutrito, tranquillo, senza problemi, incline agli abbigliamenti eccentrici e alle strimpellate casalinghe con la chitarra. Guardando un viso cosi, non è facile convincersi di essere di fronte ad uno dei fenomeni musicali più strepitosi, più sconcertanti e anche più duraturi della nostra epoca: in realtà Presley è stato un cantante-idolo per vent'anni, ha venduto 400 milioni di dischi e il suo mito non si è an- ' cora spento a distanza di cinque anni dalla morte, avvenuta il 16 agosto del 1977, a 42 anni, per abuso di farmaci dopo una lunga crisi fisica che l'aveva portato ad una grassezza quasi deformante. Per ricordarlo, la rete 2 manda in onda da stasera un ciclo cinematografico a cura di Nedo Ivaldl. Tutti sanno che la fama di Presley fu prontamente sfruttata da Hollywood: è una sorpresa apprendere che i suoi film sono 31, parecchi dei quali mai entrati in Italia. La rete 2 ne ha scelti sei fra i più significativi. Si parte con A tutto gas del '68, dove Presley ha come partner la figlia di Sinatra, Nancy; seguono II delinquente del rock'n'roll del 1957, una delle sue prime pellicole, insolitamente di tono drammatico; e quindi Passo per le donne, Frankie e Johnny, Viva Las Vegas e Bionde, rosse e brune, tutte produzioni degli Anni Sessanta firmate da registi non eccelsi ma di mestiere come Taurog, Thorpe, Sagal. Sono film di regola abbastanza modesti e tuttavia, nell'Insieme, uno strumento utile per cercare di capire il fenomeno Presley. Ogni pellicola è piena di esibizioni canòre che ovviamoti te sono le vere sequenze interessanti (nella recitazione Presley se la,cava con buona volontà, ma non è un attore capace di interpretare un copione; il suo gran cruccio, si no alla fine, fu di non essere mai stato chiamato per «altri» film). Ma, ripeto, la parte musicale è estremamente indicativa: Presley dà- dimo¬ strazione ripetuta di meritare l'appellativo di re del rock'n'roll, un singolare rock dóve sono distinguibili le in¬ fluenze dei ritmi negri, della musica country, e di canti folcloristici americani. Nei film sfilano le canzoni di maggior successo. Ma c'è molto di più: lo si vede, cantando, far spettacolo ed è questo suo spettacolo — giubbotto, jeans, stivaletti, chitarra schiacciata sul petto, frenetico movimento delle anche tanto da essere soprannomi nato «il bacino» — che alla metà degli Anni Cinquanta provocò le prime manifestazioni di isterismo delle folle giovanili con tumulti, sveni menti e assalti. Perché tanto delirio? Quando Presley fu mandato militare in Germania nel '58, le ammiratrici gli spedivano 1500 lettere al giorno. I ragazzi lo Imitavano fanaticamente negli abiti, nella pettinatura, nel vestire. Perché? I sociologi si sono affannati a dare elaborate spiegazioni: non era un personaggio che manifestasse idee politiche, le sue canzoni non erano impegnate, eppure sembrò esprimere a simiglianza di James Dean e di Marion Brando — l'irrequietezza delle giovani generazioni americane tra il '50 e il '60 che confusamente volevano rompere con il passato e si sfogavano, per il momento, nel nuovo modo di cantare, popolare e provoca torio, di Presley, in aperta rottura con 1 confidenziali Bing Crosby e Frank Sinatra osannati dai padri. Al di là della convenzionali' tà delle trame e della banalità di certe battute, sono sei film da seguire con attenzione, documenti non trascurabili non solo della storia del rock ma anche e soprattutto della storia del costume. Ugo Bozzolai* Klvis Presley, mito dell'America rock, in tre momenti della sua vita: 1967 ne! film «Il delinquente del'rock'n'roll»; 1968 con la moglie Priscilla e la figlia neonata; 1975, negli ultimi show

Luoghi citati: America, Germania, Hollywood, Italia, Las Vegas