Chi non vuole «'a macchinetta» gioca al Lotto con la camorra di Ruggero Conteduca

Chi non vuole «'a macchinetta» gioca al Lotto con la camorra Napoli, battaglia tra computer e scommesse clandestine Chi non vuole «'a macchinetta» gioca al Lotto con la camorra Molti, abituati a raccontare i sogni al botteghino, rifiutano la meccanizzazione - La criminalità organizzata consegna ricevute e onora le vincite - Chi sgarra paga con la vita DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE NAPOLI — La città è divisa. Sul Lotto, a Napoli, ci sono ormai due partiti: quello contro e quello favorevole alla •macchinetta», come viene sbrigativamente definita l'intenzione dello Stato di affidare a un sistema di computer la gestione del più famoso • gioco nazionale». Il provvedimento, già discusso ed approvato al Senato, attende il si definitivo da parte della Camera dei deputati. Subito dopo sarà sufficiente entrare in qualsiasi bar o tabaccheria per chiedere insieme al caffè o ai cerini un amba un terno o una cinquina, sulla ruota preferita. Ma a molti napoletani la cosa non piace affatto. Abituati da secoli a modellare la realtà non sempre prodiga sulla propria fantasia spesso In eccesso, tanti si rifiutano di affida re sorte e speranze ad un computer. «La "macchinetta' —dicono—non ci dà fiducia» Poi si scopre, però, che oltre a un fatto di «cultura» è, spesso, una consuetudine o un'a bitudlne. Dice una vecchietta: -Tutti i venerdì io vado al la ricevitoria di Castel Capuano, di fronte ai tribunali. E' la più antica di Napoli. Mio padre mi raccontava che nel secolo scorso proprio a Castel Capuano tutti i sabati si faceva l'estrusione. Dopo la bène dizione del sacerdote, in presema del popolo e per mano di un fanciullo i S numeri che il piccolo, bendato, estraeva uno alla volta dall'urna venivano via via comunicati alla folla da una finestra. L'Impiegato del botteghino — continua la donna — Io conosco da anni Io gli racconto il sogno e, in sieme, "facciamo t numeri Poi, sempre in dialetto, conclude: •£ adesso co' "sta còsa nuova a chi lo dico il sogno: 'a macchinetta?: Potrà anche sembrare assurdo, ma l'argomento è fra 1 più sentiti; Degli oltre 700 miliardi che lo 8tato incassa annualmente dal Lotto più di un settimo (110 miliardi) vengono riversati nelle casse dell'Intendenza di Finanza dalla sola città di Napoli. La credenza popolare, legata alla voce del morti che attraverso i sogni mantengono il contatto con I vivi, distribuendo, generosamente suggerimenti e consigli; la .lettura, di fatti eccezionali interpretati quasi sempre come se gni del destino; e. infine, la magia, dai più considerata come l'ultima ancora di soprav vivenza; tutto ciò fa siche oltre a foraggiare a suon di miliardi lo Stato, specialmente 11 popolino si lasci ingannare, in questa sua febbre di speranza e di tentativo di riscatto, dagli scommettitori clandestini legati alla camorra. Non è facile, non esistendo in questo campo una contabi lità precisa, sapere il giro di milioni legato al gioco non autorizzato. Si tratta, in ogni ca so, di centinaia di milioni l'an no. Il fenomeno non è nuovo risale per lo meno a più di un secolo fa, quando a Napoli re gnavano ancora i Borboni. In antico erano le donne, le mogli e le figlie dèi camorristi, a rilasciare le ricevute delle giocate. .'O juoco piccolo» si chiamava in quei tempi il Lotto, e le femmine venivano preferite perché potevano nascondere le «strisele» fra il se no e il busto «fuoco questo inacessibile alle prò/anatrici mani delle "pagliettelle". (gli agenti del re). in seguito le donne furono sostituite dai «ruofoli». La cultura» ed il progresso ri' portarono nelle mani dell'uomo anche questo particolare campo di attività. Per diventare «ruofolo», oltre che appartenere alla «società dell'umiltà» (la camorra) era necessario superare un esame di scrittura ed uno orale per di mostrare, quanto meno, di sa' per contare da 1 a 90. I più pagati, comunque, erano i «pali»: per loro non c'era una retribuzione fissa. Più dimostravano di riconoscere al volo «cavalieri» corsi strasvestiti, (delegati regi e guardie) più le 1> ro quotazioni aumentavano, di anno in anno, cosi come accade oggi per i giocatori di calcio. Esi steva anche il mercato,del pali»: chi aveva 1 più efficienti era sicuro di fare più affari, al. riparo da qualsiasi sorpresa. Oggi, invece, la loro opera è in disuso: la camorra moderna non sente più il bisogno di nascondersi Non si sa ancora con certezza se è stata la tolleranza delle autorità a legittimare l'arroganza dei camorristi, o viceversa. Fatto sta che. di questi tempi, in qual siasi angolo di Napoli, e senza precauzione alcuna, si può giocare il proprio terno o propria quaterna in pieno sole. Vi sarà consegnata una ri cevuta e state pur sicuri che, in caso di vincita, il bookmaker onorerà il suo impegno Lotto clandestino è' talmente una grossa torta per la crimi nalità organizzata che questa nSsscmnqsdcqvssstszczv non può permettersi errori. Sgarri e regolamenti di conti, semmai, saranno sistemati al suo interno: chi sbaglia, paga con la vita. Pure per poche migliaia di lire: è una questione di principio. Anche perché, ormai, in questo settore la camorra si sente il fiato addosso da parte dello Stato. Non certo nel campo della sorveglianza quanto in quello dell'Iniziati' va. La forza del gioco dande' stìno, fino ad oggi, è fondata soprattutto su due principi: sulla possibilità di fare punta' te fino a pochi minuti dall'estrazione che avviene a mez zogiorno di ogni sabato e. secondariamente, sulla liquida zlone per «pronta cassa» delle vincite. Il nuovo sistema affidato dallo Stato al computer permetterà di risolvere questi problemi: con la «macchinetta, si potranno fare scommesse anche il sabato mattina. Allo 8tato, inoltre, sarà possibile d'ora in poi pagare di nettamente le vincite, almeno fino a 250 mila lire, senza dover fare attendere gli scommettitori tre o quattro mesi come accade oggi. Proprio per questi motivi, anzi, parte dei napoletani sono favorevoli al nuovo sistema. Ma, a conti fatti, sembrano non essere in molti. La maggior parte mostra preferenze per 11 metodo antico: in larga misure sono gli stessi che considerano la camorra ancora un fenomeno folcloristico Ruggero Conteduca

Persone citate: Borboni, Capuano

Luoghi citati: Napoli