«Al lupo, al lupo» gridano i pastori dal Parco rispondono: sono cani randagi

«Al lupo, al lupo» gridano i pastori dal Parco rispondono: sono cani randagi Violente proteste nel basso Lazio per il massacro di vitelli e pècore «Al lupo, al lupo» gridano i pastori dal Parco rispondono: sono cani randagi Secondo alcune testimonianze, le belve si spingerebbero sino ai bordi dell'abitato - Mancano però le prove e c'è il sospetto di speculazioni - Chiesta a gran voce una «bonifica)» ma finora non sono stati presi provvedimenti DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE . PROSINONE — Reginaldo De Luca, segretario della Col-, diretti nella zona di Atina, all'imbocco della Val di Cornino, usa parole grosse. «£' un massacro— dice — non è retorica, è un vero massacro. I lupi, ormai, dal Parco Nazionale d'Abruzzo sono arrivati tra noi, nei paesi li hanno visti. Sono un pericolo per tutti, e il massacro di vitelli e pecore è iniziato: è un fenomeno che sta sconvolgendo la nostra economia, i pastori non ce la fanno più, e c'è chi ha preferito cambiar mestiere. Siano lupi o siano cani randagi poco importa: qui ci vuole la bonifica». Franco Tassi, direttore del Parco Nazionale d'Abruzzo, dal suo ufficio a Pescassero li replica un po' seccato e con un elenco di dati e cifre. *Macché lupi! — sostiene — quelli sono cani randagi e queste sono le solite montature. E' sempre cosi, ogni anno: al lupo, al lupo! In Italia i lupi non sono più di 200, mentre i randagi, i cani vaganti o quelli inselvatichiti, sono quasi quattro milioni. La verità è che sta arrivando una nuova montatura, una delle tante, per dar addosso al Parco: le solite speculazioni sui terreni ' Le due voci. De Luca e Tassi, sono all'opposto, ma qualcosa di vero, nell'una e nell'altra, sembra esistere. Colpa del lupo o colpa del randagio, In Val di Cornino ogni mattina 1 pastori fanno il conto delle bestie a pascolo libero: ne mancano sempre, le trovano azzannate e- morte. -Secondo me — suggerisce Bernardino Corsi, maresciallo della guardia forestale ad Atina — si tratta di lupi affamati, soprattutto per via della tecnica di aggressione: Sempre Tassi protesta da Pescasseroli: «Ma non può essere, il lupo non si avvicina, il lupo ha paura, il ' lupo attacca soltanto la preda selvatica. E, comunque, nel Frusinate lupi quasi non ce ne sono: In una sala della sede Col dirètti di Atina, ieri mattina si sono riuniti centocinquanta pastori. Hanno ascoltato consigliere regionale Gerardo Oaibisso, de, presidente della commissione Agricoltura. Hanno conosciuto il testo della nuova legge sul rimborso nel caso di bestiame ucciso da lupi o cani randagi Hanno ripetuto le loro lamentele e le loro paure. Un pastore, aliar mato, ha preso la parola: «/eri sera c'erano i lupi in paese» Domanda del consigliere regionale: «Afa lei li ha visti?: Risposta imbarazzata: «fa personalmente no, ma l'ho saputo da un altro pastore, che però adesso non è qui...». Ad Atina, questa vicenda del lupo che arriva la notte e fa strage di vitelli e pecore si è riempita di racconti vari, ma tutti Impossibili da verificare. Certo è, pero, che passano di bocca in bocca, ognuno ci aggiunge del sua e alla fine c'è chi ci crede ad occhi chiusi e, magari, come 11 pastore Luigi Annetta, corre dal maresciallo della forestale e firma una denuncia. Avrebbe visto, il pastore Annetta, un elicottero che nella notte è atterrato nella vallata con il suo carico di lupi appena svezzati. Il colpevole, anche questa volta sarebbe Franco Tassi, che vuole ripopolare la zona e scarica lupi di nascosto. Mario Coletti, da sedici an ni pretore ad Atina, commen ta con un certo distacco. me queste cose proprio non ri sultano — afferma —. In tutti questi anni mi è stata presentata solo una denuncia, che ho rimesso alla Corte Costituzionale. Si riferiva a danni provocati non tanto da lupi quanto da orsi». Ola, anche gli orsi sono nella zona, e cosi le volpi, le aquile. Ma l'indiziato principale rimane lui, il canis lupus appenninicus-. Attorno ad Atina nel piccoli centri che salgono versala Val di Cornino, sindaci e pastori animano le discussioni. Non tutti, però, la pensano come ad Atina. Alberto Casale, ad esempia sindaco socialista di Qallinaro, prima annuncia che «qui in paese nessuno ha mai avuto danni dal lupo», poi attacca: -Per me sul lupo c'è chi specula. A parte il fatto che sarebbe bene parlare di cani randagi, credo che nella zona ci siano contadini che esagerano, forse perché vogliono la terra del Parco Nazionale d'Abruzzo per far pascolare pecore, mucche e cavalli allo stato brado». Tuttavia, basta riferire simili considerazioni alla Coluiretti e subito 11 segretario De Luca s'infiamma: «Questi sono discorsi da furbi, perché il Parco da qui è ben lontano e nessun pastore ha intenzione di chiedere altra terra da pascolo». Oli allevatori di Atina come ovvia concordano con De Luca. Per loro, lupi o non lupi Pareo o non Parca 11 problema esiste e Incide sul bilanci: la un anno, denun ciana sono state ammazzate bestie per almeno un miliardo e 850 milioni. La Regione Lazio, per ogni animale vittima del lupo o di chi per esso (•danni da fauna selvatica*), rimborsa 150 mila lire. n consigliere regionale Gai bissa terminata la riunione con i 150 pastori di Atina, ha assicurato tutto 11 suo Intere* samento. Questo significa, se si vuol risolvere 11 problema, che 11 grido «ai lupo, ai lupo» che tanto indigna 11 direttore del Parco Nazionale d'Abruzzo sarà sostituito da qualche decisione a proposito del cani randagi, o vaganti, o inselvatichiti. Cani abbandonati da padroni indegni, oppure cani figli di un. cane e di una lupa, comunque animali lasciati li, nella Val di Cornino alle spalle di Atina, senza intervento al cuno. E per gli amanti degli animali, anche in questo caso, l'uomo non è immune da colpe. Giovanni Cerniti Sono davvero i lupi del parco d'Abruzzo ad assalire le greggi?

Persone citate: Alberto Casale, Bernardino Corsi, De Luca, Franco Tassi, Mario Coletti, Reginaldo De Luca