A Firenze Salvini è rinviato a giudizio appropriazione indebita e concussione
A Firenze Salvini è rinviato a giudizio appropriazione indebita e concussione Conclusa l'inchiesta contro l'ex Gran Maestro della Massoneria A Firenze Salvini è rinviato a giudizio appropriazione indebita e concussione Secondo la sentenza avrebbe trattenuto per se fondi chiesti alla Fiat e alla Confindustria per beneficenza - Nei registri di Palazzo Giustiniani non vi è traccia dei versamenti NOSTRO SERVIZIO PARTICOLARE FIRENZE — Appropriazione indebita aggravata e concussione: con queste due imputazioni l'ex Oran Maestro della Massoneria, Lino Salvlni. è stato rinviato a giudizio dal giudice istruttore di Firenze Rosario Minna. I due reati, secondo le conclusioni dell'Inchiesta, sarebbero stati consumati il primo circa sei anni fa ed il secondo, invece, nel 1970, quando Salvinl faceva parte della commissione consultiva ministeriale per la registrazione dei farmaci. Fiorentino, cinquantasette anni, laureato in medicina con specializzazione in radiologia', al vertice della Massoneria dal '70 al '78, Salvini è accusato di essersi appropriato di più di mezzo miliardo di lire. Soldi che da alcuni Industriali Italiani erano stati versati al Grand'Orlente per essere utilizzati in opere di beneficenza e che invece a Palazzo Giustiniani non sono mai arrivati. Il secondo episodio, quello che è costata a Salvini l'incriminazione di concussione, si riferisce invece ad un periodo di tempo che risale a dodici anni fa, all'epoca in cui, cioè, l'ex Gran Maestro faceva parte della commissione istituita dal ministero della Sanità con l'incarico di concedere le autorizzazioni necessarie alla registrazione di nuovi farmaci. Abusando di tale funzione — secondo la sentenza di rinvio a giudizio—Salvinl indusse un funzionario della società farmaceutica Fltoslntex, Valerlo Fanecco, a versare nelle sue mani due milioni, promettendo, in cambio, un contributo ministeriale di cinque milioni. Leggermente più complicato si è presentato al giudice Minna il compito di dimostrare l'appropriazione indeblta.Ma, alla fine, anche questo problema è stato da lui risolto sulla base di diverse testimonianze. Tra le altre quella di Giovanni Agnelli, che interrogato come teste dal magistrato fiorentino, non ha avuto esitazioni nel confermare di aver ricevuto richieste da parte di Salvini, all'epoca della sua Maestranza, di fondi da destinare a beneficenza. Ricorda, il presidente della Fiat, «di aver dato disposizioni perché ventose concesso dalla Fiat, attraverso un funzionario, un contributo alla Massoneria, come richiestogli direttamente e personalmente da Salvini». Sul possibili finanziamenti elargiti da altri industriali, Agnelli si è limitato a dichla rare al giudice «di ritenere molto verosimile che la organizzazione degli industriali (la Confindustria n.d.r.) abbia risposto "con cortesia" alle richieste del Gran Maestro Sai Mni». Secondo il dottor Minna (che ha già Inviato gli atti del la sua inchiesta alla commis sione parlamentare sulla P2 per via di alcune testimonianze rese In passato da Lido Gelll su questa vicenda) le ci f re versate dagli imprenditori finirono però nelle tasche di Salvinl. Nessuna contabilità di assegni e versamenti risul la infatti dal registri di Palazzo Giustiniani. Dal canto suo Salvinl, Interrogato dal giudi ce. si è limitato a dichiarare di «aver fatto per anni in incognito della beneficenza e di aver sopportato ingentissime spese di rappresentanza» Nessuna appropriazione, dunque. r.r.
Luoghi citati: Firenze
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