«Calvi mi doveva due miliardi non potevo aiutarlo a fuggire di Pierangelo Sapegno

«Calvi mi doveva due miliardi non potevo aiutarlo a fuggire Continua a Lugano l'interrogatorio di Flavio Carboni «Calvi mi doveva due miliardi non potevo aiutarlo a fuggire «Continuavo a ripetergli di restare in Italia» - Le autorità svizzere hanno sollecitato un supplemento di documentazione per l'estradizione: sarebbe stata chiesta anche con ragioni «di carattere politico» non previste dall'accordo fra i due Paesi DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE LUGANO — «A Calvi lo' continuavo a ripetere di restare in Italia: ero l'ultima persona ad avere interesse che lui se ne andasse all'estero, anche perché mi doveva un mucchio di soldi». Ai giornalisti che gli chiedono se è vero che ha detto questa frase al giudice istruttore. Flavio Carboni sorride: «Queste sono cose personali. Posso raccontarle soltanto al magistrato». • Dall'altra parte, però, l'avvocato Patocchi fa persino i conti: «Saranno stati due miliardi», sussurra. Carboni, comunque, davanti al giudice parla sema freni. | forse sin troppo, un fiume di parole. E per accelerare gli interrogatori, nella pausa di mezzogiorno. Carla Timbal gli dà persino un «compitino» da svolgere nella cella del carce re. Il costruttore sardo passa due ore a scrivere una parte del suo racconto: «Quella che meno interessa la nostra indagine e la richiesta italiana di estradizione», precisa il magistrato. E a proposito dell'estradizione si è appreso che il Dipartimento federale ha chiesto all'Italia un supplemento di documentazione sulla domanda spedita in Svizzrra. Sembra che nella richiesta ci siano argomentazioni di «carattere politico». E i reati con riferimento a questoni politiche non sono inclusi nella lista del 52 argomenti per i quali è prevista l'estradizione. Carboni al giudice avrebbe ripetuto la sua versione dell'incontro con Calvi: lo conobbe nell'agosto dell'Si sullo yacht di Francesco Pazienza. Poi, dopo averlo perso di vista, riallacciò i rapporti con il banchiere alla fine dell'anno, sempre attraverso Pazienza, perché aveva bisogno dell'Ambrosiano per alcuni investimenti in Sardegna. Per quale motivo registrava i colloqui? Un po' di diffidenza iniziale, questa la sua tesi. In un secondo tempo comunque si era disfatto dei nastri e sarebbe stato Pellicani a prenderli: «Diamoli a un notaio», gli avrebbe detto. Gli ultimi giorni di Calvi? Il banchiere si era attaccato disperatamente a Carboni, ■ stanimi vicino, mi sei rimasto solo tu», gli ripeteva. Il viaggio a Londra? Carboni lo avrebbe più volte sconsigliato: «Non fare questa cretinata». /( protocolto al palazzo di giustizia è meno rigido degli altri giorni, nessuno schiera mento di polizia, gente che va e viene lungo i corridoi senza essere cortesemente allontanata. Sulla porta dell'ufficio del giudice istruttore c'è il solilo biglietto: «Chiuso per in terrogatori, non disturbate» Soltanto la voce dell'avvocato Patocchi, il legale svizzero del Costruttore sardo, supera ogni tanto le'paretl, ma è comùnque difficile afferrare una frase compiuta. Quando esce il costruttore sardo, sorridente, il gendarme svizzero fa un passo indietro, quasi a lasciarlo chiacchierare, solo una volta lo afferra per un braccio e 10 invila a seguirlo. — Carboni, corne sono andati questi due giorni di interrogatori? «Bene, credo. Stiamo chiarendo molli aspetti, precisando un mucchio di particolari». — Ha elementi nuovi da riferire ai giudici di Perugia per 11 caso Vitalone-Slca? Niente di più di quanto già sanno». — E'disposto a parlare con i magistrati italiani? «Volentieri. Non ho niente da nascondere e se posso essere utile collaborerò senza remore». Poi aggiunge: «MI chiedano ciò che vogliono lo risponderò. Vorrei solo che i giornali Unissero di maltrattarmi». —E i documenti? «Sono pronto ad esaminare con 1 magistrati italiani anche 1 documenti che mi sono stati sequestrati a Lugano». fAclzsfre — Lei sapeva del passaporto falso di Calvi? •No». — In carcere ha incontrato Ambrosio, il finanziere d'oro condannato a Lugano? 'No, non l'ho visto». — Quanto c'è di politico nella sua vicenda? •Lo stabilirà l'autorità svizzera», risponde dopo una pausa. E allora Patocchi butta fuori il naso dalla porta: «Dirci tanto». Oggi il «tour de force» continua. Poi la pausa del weekend. Si riprende martedì, con la prima rogatoria. Da Milano arriverà Dell'Osso, il caso Calvi sarà ancora al centro degli interrogatori. «Ma qui si sgonfia tutto, lo volete capire?», brontola Patocchi. «Non c'è la corda per Impiccare nessuno. Neppure 20 centimetri». Pierangelo Sapegno

Luoghi citati: Italia, Londra, Lugano, Perugia, Sardegna