Habib corre contro il tempo di Mimmo Candito

Habib corre contro il tempo Habib corre contro il tempo (Segue dalla 1* pagina) hanno un compito di supervisione delle prime partenze ma non di divistone tra 1 due fronti. La svolta risolutiva è arrivata nella notte di ieri, quando la Siria modificava ìe sue dichiarazioni precedenti e accettava alla fine di prendersi • tutti i combattenti palestinesi che intendono venire nel nostro Paese». Considerazioni di politica interaraba, e i miliardi dei sauditi, dovrebbero aver convinto Assad a modificare la sua posizione intransigente; ma qui a Gerusalemme molti sono ancora convinti che Damasco riserverà qualche sorprèsa. Il capo dello spionaggio militare, Aluf Yehoshua Saguy, continua a ripetere che i siriani sono pronti a fare un'altra guerra piuttosto che andarsene dal Libano. «E anche se tutti i terroristi partissero, ma i siriani volessero restare, non avremmo risolto un bel niente». Ora che l'allontanamento dell'Olp pare un risultato definitivo, qui si comincia già a discutere sul «dopoguerra». La prima cosa che si mette in chiaro è che l'Olp lascia Beirut, ma non ancora il Libano: da 3 a 5 mila f edayn sono tuttóra a Tripoli, nel Nord del Paese, e la loro partenza non fa parte dell'accordo che sta per essere firmato. Con l'intransigenza della sua vittoria militare, Israele continua ad ammonire che 1 suol soldati ritorneranno indietro solo dopo che « tutte le forze straniere» saranno uscite dai confini libanesi, e il fatto che ieri il ministero della Difesa abbia comunicato che è prevista una spesa di un miliardo di dollari per l'equipaggiamento Invernale delle truppe mandate al Nord, lascia pensare con qualche legittimità che le prospettive di Israele, sono assai più radicali. Sotto questa luce, le parole pronunciate ieri da Begin acquistano un significato assai diverso, e quando dice .che «(a pace regnerà ' in Israele per una generazione, dopo che la crisi libanese sarà risolta», anche qui a Gerusalemme si riprende 11 vecchio progetto di una divisione del Libano per aree d'Influenza. Convogli di carri armati e di cannoni continuano a viaggiare in questi giorni verso 11 Nord, come se la tregua che comunque c'è, in vista dell'accordo, riguardasse un altro problema e non questa stessa guerra. Begin dice anche che tra due anni lascerà 11 suo posto di governò e si ritirerà a scrivere le memorie: «Con la fine di quest'ultima nostra battaglia, né la Siria né la Giordania oseranno fare più la guer¬ ra contro di noi». Ma la domanda che già ieri traspariva negli editoriali che 1 giornali preparavano per l'edizione di stamane è se questo -gran risultato» non comporterà an che un prezzo politico da pagare subito dopo la fine dell'assedio di Beirut. L'orgoglio di Begin contagia tutto il governo, e anche Shamir dice ora che «una volta che le mi gliaia di terroristi avranno lasciato il Libano, battuti sconfitti come sono oggi, perderanno ogni potere e ogni influenza, saranno come una nave vuota». La risposta della leadership che ha voluto, e vinto, questa guerra, non tiene dunque alcun conto dell'esistenza, comunque, di un problema pale stlnese. Le cannonate e bombe che anche ieri sono cadute su Beirut aiutano a tenere questo «problema» .all'Interno della logica di cancellazione che Israele ha adottato con 1 tank della «pace In Galilea»; «Non ci sarà mai uno Stato palestinese», dice Begin, ma la lettera che ieri ha spedito a Reagan per scrivergli che «una nuova era di pace comincia in questa regione», forse npn tiene conto che altri, la stessa America per esempio, vedono 11 «problema» in termini assai diversi da quelli soltanto militari. Mimmo Candito

Persone citate: Assad, Begin, Reagan, Saguy, Shamir, Yehoshua