Il «rischio» Ambrosiano non turberà i rapporti tra l'Italia e il Lussemburgo

Il «rischio» Ambrosiano non turberà i rapporti tra l'Italia e il Lussemburgo Il «rischio» Ambrosiano non turberà i rapporti tra l'Italia e il Lussemburgo DALLA REDAZIONE ROMANA ROMA — Le banche italiane non si sottrarranno agli obblighi assunti dalle proprie holding che operano in Lussemburgo. Entro oggi forniranno le garanzie richieste dalle autorità monetarie del Granducato che nei giorni scorsi avevano inviato agli istituti di credito interessati un duro telex-ultimatum. Scottata dal «caso» Ambrosiano Holding, la vigilanza lussemburghese era corsa subito ai ripari stringendo i freni per non compromettere la traballante reputazione di •piazza» finanziaria di primo piano sul mercato dell'eurodollaro. Ieri c'è stata una lunga riunione alla Banca d'Italia tra i rappresentanti dell'istituto di emissione e quelli delle banche presenti in Lussemburgo: Banca Nazionale del Lavoro, Banco di Roma. Banco di Santo Spirito, Banco di Napoli. Popolare di Novara, Banco di Sicilia, San Paolo e Monte dei Paschi. Non ci sono state difficolta a concordare una linea di risposta e di garanzia in quanto—si afferma in ambienti qualificati — l'impegno richiesto dal Granducato appare molto formale. «E — si osserva — non poteva essere altrimenti». Le autorità lussemburghesi, infatti hanno chiesto garanzie per holding bancarie e non finanziarie, come quella in cui era coinvolto il Banco Ambrosiano. Le holding bancarie sono già sottoposte al controllo degli ispettori lussemburghesi e la richiesta non si concretizza in nuovi impegni delle banche italiane. L'iniziativa delle autorità del Lussemburgo era comunque scaturita dalla decisione del Tesoro e della Banca d'Italia di non far fronte ai debiti contratti dall'Ambrosiano holding di Lussemburgo (centinaia di milioni di dollari). Di qui è scattata la paura di vedere precipitare la propria credibilità, di vedere compromessa la figura di •paradiso bancario» magari trasformata in quella di 'inferno bancario» visto che mol ti creditori dell'ex impero di Calvi si troveranno con un pugno di mosche. La conseguenza immediata è stata quella di un drastico cambiamento dei vincoli per gli operatori stranieri: in un futuro prossimo le banche dovranno avere in Lussemburgo partecipazioni dirette e non holding verso le quali, tuttavia, si chiedono garanzie da subito. L'ultimatum scadeva oggi alle 18 ma la riunione di ieri alla Banca d'Italia dovrebbe spazzare via ogni dubbio. Del resto la nuova normativa in preparazione nel Granducato dovrebbe trovare largo favore nella stessa Banca d'Italia in quanto la presenza diretta delle banche in tutte le loro partecipazioni estere renderà più agevole il lavoro di controllo della vigilanza e pressoché impossibile il gioco a incastro ideato da Calvi. Il crack dell'Ambrosiano sta ri' mettendo in discussione l'intera impalcatura che sostiene li sistema creditizio in Lussemburgo. - Un dialogo con le banche, e non solo con le Italiane — ha dichiarato ieri Pierre Janns, il Commissario alle banche in Lussemburgo — è in corso nella misura del necessario. La situazione relativamente delicata che si è creata con la vicenda del Banco Ambrosiano impone ai responsabili del controllo di porsi delle domande». In altre parole da adesso si cercherà di non ricadere nel «rischio Ambrosiano». Tra l'altro il Commissario avrebbe ordinato ispezioni straordinarie presso tutte le banche italiane nel Granducato. Fonti bancarie italiane fanno rilevare che si tratta di ispezioni che rientrano nell'ordinaria amministrazione in quanto si fanno periodicamente. Gli strascichi dell'avventura Calvi continuano ad animare la scena internazionale, ma l'atteggiamento della Banca d'Italia, e di riflesso dell'intero sistema bancario italiano in questo momento, dovrebbe attenuarli nel giro di qualche settimana. La decisione di ieri viene interpretata come un segnale preciso: nessun passo falso deve a questo punto scalfire l'immagine dei sistema e la sua credibilità sull'estero. E finora la «barca» guidata da Ciampi ha retto bene all'impatto: una tesi supportata da tre prestiti internazionali condotti da banche italiane per Imi, Stato e Ferrovie dello Stato, andati felicemente in porto. Entro oggi dunque le banche inte ressate comunicheranno alle autorità lussemburghesi le decisioni assunte in piena autonomia e ovviamente in relazione alle proprie situazioni. Carlo Azeglio Ciampi

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