Washington: pace in Libano ormai «a portata di mano»

Washington: pace in Libano ormai «a portata di mano» APPELLO USA ALLE PARTI PERCHE' FACILITINO IL COMPITO PI HABIB Washington: pace in Libano ormai «a portata di mano» Gli americani sperano che l'accordo definitivo sia pronto alla fine della settimana e che lo sgombero di Beirut cominci all'inizio della prossima - Il segretario di Stato Shultz accelera le consultazioni con i Paesi arabi che accoglieranno l'OIp DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK — Dopo l'accettazione in linea di principio del loro piano da parte di Israele, gli Stati Uniti ritengono la pace in Ubano «a portata di mano». Per accelerare la soluzione della crisi, 11 segretario di Stato Shultz ha intensificato le consultazioni con 1 Paesi arabi che hanno consentito a offrire asilo all'Olp. Al tempo stesso, ha chiesto al mediatore Habib a Beirut di strappare al leader dei guerriglieri palestinesi l'assenso alle ultime richieste d'Israele. A Washington si spera che l'accordo definitivo sia pronto alla fine della settimana e che l'evacuazione dell'OIp possa Incominciare all'inizio della prossima. Ma l'ottimismo viene temperato dalla consapevolezza che la si' tuazlone potrebbe all'improv viso aggravarsi, e la crisi pre cipitare nuovamente. Nel tentativo di prevenire svolte negative, sia la Casa Bianca che il Dipartimento di Stato hanno rivolto un appel lo «a tutte le parti in causa» affinché rispettino la tregua in corso, e consentano ad Ha bib di portare felicemente i termine la sua mediazione. La Casa Bianca ha detto che il presidente Reagan ha preso contatto con i leaders di alcuni Paesi, affinché «si creino le condizioni più. favorevoli al sollecito ritiro delle truppe straniere dal Libano». Un portavoce del Dipartimento di Stato ha ammesso che «sono stati compiuti sostanziosi progressi nelle trattative di Beirut» ma ha aggiunto che mie violazioni dell'instabile cessate il fuoco potrebbero danneggiare un accordo finale». I particolari del piano di Habib sarebbero i seguenti. All'Inizio della settimana prossima lascerebbero Beirut alla volta di Damasco 1500-2000 guerriglieri di origi ne siriana, e il giorno succes sivo entrerebbe in citta 1 vanguardia della forza multinazionale, i duecento soldati francesi. Partirebbero poi per Hamman 2000 giordano-palestinesi e altri guerriglieri di varie nazionalità salperebbero via mare per il Sudan. Prima dell'esodo alla volta dell'Iraq dell'ultimo contingente dell'Olp (un massimo di 2000 uomini), prenderebbe posizione l'intera forza di pace, com posta di altri 500 francesi. 800 americani e 400 italiani. Poco più tardi Israele incomince rebbe a sua volta lo sgombero di Beirut e di una parte del Li' bano, quale non si sa. Non è escluso che anche l'Egitto finisca per accogliere una parte del guerriglieri. Ma Israele ha posto come condìzione che esso rinunci alla sua richiesta che gli Stati Uniti, in cambio, awiino con tatti diretti con l'OIp. Tra i Paesi disposti a ricevere i profughi era stato fatto anche il nome dello Yemen del Sud MleepnemsddvtlimttLTmddclstpdbSacsc unico Stato marxista del Medio Oriente. Qui le riserve le ha però avanzate Arafat: egli teme di cadere da una parte sotto il controllo dell'Unione Sovietica, dall'altra di essere spodestato dagli elementi più estremisti della sua stessa organizzazione. L'esodo, come risulta da questa indicazione, avverrebbe attraverso una serie di fasi, in parte via terra, in parte su battelli francesi ed americani In questo quadro il Dipartimento di Stato minimizza il triplice incidente del weekend tra le forze armate israeliane gli elicotteri americani in Libano. Accettate le scuse di Tel Aviv per i tentativi di intimidazione dei marines che devono far parte della forza di pace, il governo Reagan cerca di stringere 1 tempi della soluzione della crisi. A questo scopo ignora anche i con' trasti emersi in Israele tra il premier Begin e il ministro della Difesa Sharon. L'obbiettivo del Dipartimento di Stato è di convincere Israele al si definitivo. Esso dichiara che la pace può essere conquistata nelle prossime 48 ore. Lo conforta il fatto che le pres' sioni personali del presidente Reagan hanno reso più malleabili tutti gli interlocutori in Medio Oriente. A Washington si attende ora il ritorno dell'ambasciatore israeliano Aarens. che l'ai tro ieri è stato convocato d'urgenza a Tel Aviv da Begin. Aarens sta aspettando a sua volta che Habib fornisca le ri' sposte dell'Olp alle proposte di modifiche dell'accordo avanzate dal suo governo. Al suo ritorno a Washington dovrebbe esserci uno scambio di firme del relativi documenti. Verrebbe inoltre impostata una serie di consultazioni ad altissimo livello per riesaminare 1 rapporti tra Israele gli Stati Uniti Questi rapporti si sono incrinati nel corso della crisi libanese e il presi dente Reagan. in seguito quaOpsnctd questo evento, ha ordinato una revisione della politica americana per il Medio Oriente, all'esplicito scopo di prendere maggiormente le distanze da Tel Aviv, e avvicinarsi invece ai Paesi arabi considerati amici, innanzitutto la Giordania e la Siria. La cronaca della giornata di ieri ha registrato un appoggio inatteso alla strategia reaganiana sul Medio Oriente quello dell'ex segretario di Stato Halg, che si era dimesso proprio per contrasti su di es sa nel giugno scorso. Parlando all'assemblea annuale del l'Associazione degli avvocati americani, Haig ha dichiarato espressamente: "Appoggio gli obbiettivi del presidente di ripristinare la sovranità del LI bano e di ottenere il ritiro di tutte le forze straniere dal suo territorio». e. C. i o i i o a i a I -1 i a ri t -I I Beirut. Un gruppo di bambini gioca nell'acqua nei pressi della «Comiche

Persone citate: Arafat, Begin, Habib Washington, Haig, Hamman, Shultz