Liguria e Piemonte «europei» con il nuovo piano dei porti di Sandro Chiaramonti

Liguria e Piemonte «europei» con il nuovo piano dei porti Genova, il progetto approvato dal Consiglio regionale Liguria e Piemonte «europei» con il nuovo piano dei porti DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE GENOVA — Di questo plano si discusse per la prima volta nel 1974, ma dei problemi che cerca di risolvere si parla da almeno trent'anni. Ora, finalmente, il «progetto pilota dei porti liguri» è stato approvato (all'unanimità) dal Consiglio regionale, superando campanilismi che hanno spesso rasentato la rissa Il presupposto sembrava facile: programmare uno sviluppo armonico degli scali di Genova, Savona, La Spezia e Imperia, pe rene possano integrarsi ed entrare in concorrenza con gli altri porti italiani e soprattutto europei (Marsiglia, Rotterdam). La realtà invece si è dimostrata assai diversa. Mancati 1 finanziamenti da parte dello Stato, programmazione regionale sempre promessa e mal attuata, eterno dualismo VoltrlVado (rinfocolato di recente con una poco felice presa di posizione del sindaco di Genova, Fulvio Cerofolinl) hanno ritardato all'eccesso il progetto. ' Adesso ci slamo, e l'ambi¬ zione della Liguria cresce ancora. Spiega Alberto Teardo, presidente della giunta regionale che, con questo plano, ha centrato uno degli obiettivi più importanti del dopoguerra: -Non solo la Liguria, ma anche Piemonte e Lombardia hanno un punto di riferimento sicuro. Lo sviluppo di queste tre Regioni è comune: esse potranno entrare, anche grazie al porti, fra i centri industriali più importanti d'Europa». In breve i punti principali del progetto, Una prima fase entro il 1086-87 prevede due accosti per contenitori a Voltrl, due a Vado e due a La Spezia (per un totale di 500 mila contenitori). Ancora: un accosto per traghetti a Voltrl, la prima fase del nuovo porto commerciale a Imperia, terminal carbonifero a Vado. Nella seconda fase ci saranno 11 completamento di Voltrl e Vado per i contenitori, l'avvio del porto di Savona-Vado prima del tempi previsti, la realizzazione del piano regolatore portuale di La Spezia e la seconda fase di Imperla (tra ghetti e semtcontenltori). Era importante approvare il «plano pilota» (redatto dal l'I tal impianti) - per non perde re i finanziamenti dello Stato. Secondo Teardo, dunque, può partire un progetto comune di sviluppo per Liguria, Piemonte e Lombardia. SI è già Incontrato con il presidente piemontese Enrletti, che ha assicurato l'Impegno della sua Regione, trattative sono In corso con la Lombardia. Ma Enrletti è stato chiaro: Non si può aspettare in eterno la Liguria, i porti devono essere realizzati presto e bene. Altrimenti gli imprenditori dell'Alta Italia dovranno rivolgersi altrove». Il discorso di Teardo è chiaro: è inutile avere porti buoni se manca la merce da Imbarcare e sbarcare; è inutile litigare se non si trova una nuova produttività che renda competitive le tariffe e batta la concorrenza europea. Ecco dunque che il «progetto del porti» può diventare il caposaldo dello sviluppo ligure (ma anche piemontese e lombardo) nel 2000 e nel «dopo 2000». La comunicazione del presidente della Regione in apertura del Consiglio ha permesso di superare la contrapposizione di sempre fra Voltrl e Vado. Il suo intervento è partito da un'analisi di economia europea e dalla necessita di un'area forte nell'Italia Nord-occidentale, che faccia da ponte tra 11 Mezzogiorno e il cuore dell'Europa. Sandro Chiaramonti

Persone citate: Alberto Teardo, Fulvio Cerofolinl, Teardo