Cittadina Usa fa la guerra a Mosca non vuole ospitare diplomatici russi

Cittadina Usa fa la guerra a Mosca non vuole ospitare diplomatici russi Sanzioni del sindaco ai sovietici: niente accesso a spiaggia e golf Cittadina Usa fa la guerra a Mosca non vuole ospitare diplomatici russi NEW YORK — Glen Cove, una cittadina americana di 25 mila abitanti, a Long Island, a 40 chilometri da New York, ha deciso di «fare la guerra» all'Unione Sovietica. Ma l'amministrazione Reagan, per evidenti ragioni diplomatiche, sta cercando di indurre a più miti consigli i suoi cittadini. La storia dei cattivi rapporti tra gli abitanti dell'elegante cittadina e la comunità diplomatica russa, sgradita ospite di Glen Cove, risale al 1946, quando i sovietici vi acquistarono la tenuta di Killenworth per destinarla a residenza del loro ambasciatore alle Nazioni Unite. Costruita nello stile del Grande Gatsby di F. Scott Fitzgerald, circondata da 15 ettari di terreno e dotata di una piscina e di uno spazio attrezzato per i bambini, la lussuosa magione di cinquanta stanze non è gravata da imposte comunali per le esenzioni riservate al corpo diplomatico. Invano la collettività di Glen Cove ha protestato contro la perdita di 75 mila dollari (circa 100 milioni di lire), di mancati introiti fiscali, finché, nel 1967 una decisione del dipartimento di Stato chiuse il contenzioso a favore dei russi. A riaprirlo è stato un giornale locale riportando nella primavera scorsa, e citava un transfuga russo, la sconvolgente notizia che all'ultimo piano della villa i sovietici avevano installato apparecchiature d'ascolto estremamente sofisticate in grado di captare le conversazióni dalla rete telefonica americana. Si parlava anche di spionaggio sulle industrie di Long Island che producono armamenti per la difesa. Da quel momento le autorità locali di Long Island lianno deliberato d'impedire l'accesso dei diplomatici sovietici alle spiagge, ai campi di tennis e di golf di Glen Cove. Sono intervenuti il Dipartimento di Stato, l'Fbi e V ufficio del ministero della Giustizia per i diritti civili, la preoccupazione principale è che un atteggiamento come quello tenuto dalla municipalità di Glen Cove possa provocare ritorsioni sui diplomatici americani a Mosca. Ma il sin- daco della città ribelle, Richard Parente, di origine italiana, si mostra fermo e persino offeso per la mancanza di un interlocutore a livello go vernativo. Parente chiede «un rimborso per il fastidio e l'onere che i cittadini di Glen Cove hanno sopportato in tutti questi anni». Nonostante le richieste del Dipartimento di Stato, il con siglio comunale ha riafferma to, non più di una settimana fa, l'interdizione dei sovietici dagli impianti sportivi comunali. Dal canto loro i russi cercano di minimizzare le «sanzioni» e ironizzano tramite il loro portavoce. Ma a Glen Cove si ricorda che nella sua residenza l'ambasciatore ci va soltanto per il week-end e quindi non trattandosi di sede diplomatica deve pagare le tasse come gli altri. Intanto sulla vicenda di spionaggio l'Fbi non ha dato conferme.

Persone citate: Glen Cove, Parente, Richard Parente, Scott Fitzgerald

Luoghi citati: Mosca, New York, Unione Sovietica