La nostalgia si chiama Marilyn

La nostalgia si chiama Marilyn Vent'anni dopo, in America, ipotesi sempre più romanzesche sulla morte della Monroe La nostalgia si chiama Marilyn DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK — Vent'anni dopo, la morte di Marilyn Monroe turba ancora la coscienza deU'America. Il «giallo» appare senza soluzione, ma a differenza del '62 l'ipotesi oggi suggerita più di frequente è l'omicidio. A 36 anni, la sensuale, tormentata Marilyn non si sarebbe tolta la vita, né sarebbe morta accidentalmente. Qualcuno l'avrebbe uccisa. Chi, e come? Da un decennio, da quando pubblicò U suo libro Marilyn, l'ipotesi deU'omicidio — un omicidio preterintenzionale — ha un sostenitore illustre: lo scrittore Norman Mailer. Mailer i convinto che una dose di pentobarbital, un forte tranquillante, fu iniettata alla Monroe, già debilitata da altre droghe, nella fatale notte tra il 4 e 5 agosto, sabato e domenica. Lo ha detto nel suo libro, lo ha ripetuto suUa «Villàge Voice», lo ha ribadito nelle interviste e nei salotti newyorkesi. Ma non ha mai fatto nomi. Bob Slatzer, autore di La vita e la curiosa morte di Marilyn Monroe, ha Urato invece in baUo un protagonista americano di quel tempo: Bob Kennedy, ministro della Giustizia, fratello del presidente, cui era subentrato negli slanci passionali dell'attrice. Slatzer è uno strano personaggio che sostiene di essere stato brevemente marito segreto di Marilyn. La sua ipotesi: la sera del 4 agosto 1962, la Monroe telefona all'attore Peter Lawford, cognato di Bob Kennedy, minacciando di vuotare il sacco coi giornalisti e causare uno scandalo perché Bob rifiuta di divorziare daUa moglie Etnei e di sposarla. Secondo Slatzer, Kennedy, Lawford e un medico si precipitano dall'attrice. Lei aggredi¬ sce Kennedy. U medico le inietta un tranquillante. Nessuno dei tre sa che Marilyn ha ingerito poco prima valium e altre droghe. Tutti se ne vanno. Più tardi il medico, forse richiamato, si accorge che la star rischia di morire e le pratica il lavaggio dello stomaco. Ma non c'è più niente da fare. Prima che venga avvertita la polizia trascorrono alcune ore. Il verdetto del «coroner», il magistrato della sanità, è ('probabile suicidio da barbiturici». L'ipotesi dell'omicidio premeditato è caldeggiata da un investigatore privato di Los Angeles, Milo Speriglio, che da dieci anni indaga — per conto di chi non vuole dirlo — sulla morte di Marilyn Monroe. Speriglio afferma che la soluzione del giallo è contenuta nel «libretto rosso», cioè nel diario dell'attrice, misteriosamente scomparso dalla sua abitazione domenica S agosto. Il diario addurrebbe le prove di un complotto deUa Cia, i servizi segreti americani, per assassinare Fidel Castro. Arbitrariamente, un gruppo di agenti avrebbe eliminato l'attrice iniettandole veleno, dopo aver appreso che si accingeva a rendere pubblico il complotto. L'esistenza del «libretto» è stata rivelata dal solito Bob Slatzer, che nelle indagini sul presunto omicidio di Marilyn sembra svolgere lo stesso ruolo del discusso avvocato Mark Lane in queUe sull'omicidio del presidente Kennedy. Slatzer sostiene di averjetto il diario e di essere stato diffidato da individui anonimi dallo stamparlo. Speriglio ha offerto 10 mila dollari di compenso a chi \ Ennio Carette . (Continua a pagina 2 In quinta colonna) dMslao

Luoghi citati: America, Los Angeles, Milo Speriglio, New York