I dolori del giovane Inuit

I dolori del giovane Inuit La Groenlandia in crisi d'identità celebra il millenario dell'arrivo di Erik il Rosso I dolori del giovane Inuit L'isola, 50 mila abitanti, è provincia danese con statuto autonomo - A settembre si apriranno negoziati per l'uscita dalla Cee - In 30 anni è passata dai cani da slitta al taxi, ma anche dalle casette unifamiliari ai casermoni - Ora si sente minacciata dai progetti di sfruttamento delle sue immense risorse - Un movimento per il ritorno alle origini degli Inuit, il popolo eschimese Da ieri a sabato la Groenlandia celebra, presente la regina di Danimarca, i mille anni dell'arrivo del primo europeo, Erik il Rosso. L'isola fa parte del regno di Danimarca, ma gode di un'autonomia interna. In settembre si svolgeranno negoziati per cambiare lo statuto del Paese nei confronti dell'Europa in modo da rispettare la volontà della popolazione di uscire dalla Cee, volontà espressa con un referendum del febbraio scorso. NOSTRO SERVIZIO PARTICOLARE NUUK—La statua di Hans Egede, pastore norvegese giunto in Groenlandia nel xili secolo alla ricerca dei discendenti di Erik 11 Rosso, domina il vecchio porto della capitale. Le casette di legno rosse, verdi, azzurre e gialle sfilano in lieve pendio sino alla ri va di un ampio fiordo le cui acque vanno dall'azzurro ar gentato al nero screziato, a seconda delle ore. I cacciatori tornano ancora con i cormorani sulla spiaggia, e rivoli di sangue secco portano al mercato, una strada lungo la quale sono ali! neati in bell'ordine edredoni, colliverdi, ippoglossi e più In là, al coperto, pezzi di carne di foca ghiacciati. Vecchie dalla pelle segnata dal vento gelido, uomini dagli occhi a mandorla, le mani affondate nelle ta sene degli ampi pantaloni imbottiti, guardano e toccano prima di decidere. Di fronte, il negozio di caccia e pesca offre ogni sorta di cartucce e ami. Nel 1953, quando è diventata provincia danese, la Groenlandia, l'isola più grande del mondo dopo l'Australia, è entrata bruscamente nell'era moderna, e la .civiltà, è riuscita persino a respingere oltre il Circolo polare i leggendari cani da slitta divenuti troppo pericolosi per le popolazioni inurbate della costa meridionale, il 70 per cento dei SO mila abitanti. A Nuuk i cani sono stati prosaicamente sostituiti dai taxi, 150 per 9 mila abitanti, che percorrono instancabili i 16 chilometri di strade asfaltate della capitale, rompendone il silenzio ovattato. L'isola, per 1*85 per cento un deserto inospitale di ghiaccio e di neve, sembra aver cercato di recuperare il tempo perdu to nel due secoli e mezzo durante 1 quali i colonizzatori danesi l'hanno protetta da ogni Interferenza esterna, Oggi Nuuk assomiglia un po' a quelle stazioni di sport invernali nelle quali si è costruito in fretta e furia con il solo scopo di ospitare il massimo di gente nel tempo più breve possibile. Scopo legittimo, se si pensa che in 20 anni la popolazione delle citta (18 con più di mille abitanti e 70 villaggi fra 80 e 800 abitanti) è aumentata del 20-25 per cen to, e che ancora oggi a Nuuk 1200 famiglie aspettano una casa. Ma vista l'urgenza e visto il fatto che qui tutto deve essere Importato a caro prezzo dalla Danimarca, distante 3 mila chilometri, si sono costruiti In economia edifici più lunghi che alti, i cui muri già incominciano a Sgretolarsi e le scale a crollare. Il passaggio dalla struttura tradizionale di casette unif amiliari a vita comunitaria a questi casermoni di cementa dove qui balconi, accanto alla biancheria stesa, ci sono 11 pesce e le pelli di fo ca a seccare, non sempre stato compreso e accettato. Il governo se ne è reso conto, e sta costruendo vicino alla capitale una nuova città per 5 mila persone fatta di casette dal colori vivaci. I groenlandesi, meno sensibili al paesaggio dei rari turisti, tengono molto alle comodità di recente acquisizione, elettricità, acqua corrente, telefono, radio, tutto ciò che in vent'anni ha avvicinato 11 loro tenore di vita a quejlo dei danesi. Ma continuano a ripeterti quanto hanno sofferto per non aver sufficientemente partecipato allo sviluppo, per non aver potuto seguire, in mancanza di tempo e di basi culturali, questa colossale rivoluzione nelle abitudini di una società rimasta a lungo rinchiusa In se stessa. La creazione su tutto il territorio di scuole che danno a ogni ragazzo fino ai 16 anni un'istruzione in groenlandese e in danese dovrebbe far si che le nuove generazioni si familiarizzino con il sistema di vita di una società moderna. Ma anche qui vi sono difficoltà: soprattutto per conti nuare gli studi in Danimarca, Molti fanno fatica a adattarsi ad un Paese del quale ignorano quasi tutto e che non sera pre 11 accoglie come cittadini di pieno diritto. Molti di questi giovani giunti a Copenaghen per tentare l'avventura finiscono alla «città libera Christiana», che raccoglie giovani più o meno fuori legge, o all'Istituzione Kofoed, una fondazione di soccorso al diseredati. I groenlandesi di Kofoed sono quintuplicati in sei anni, da 52 nel '74 a 292 nell'80. Alcuni tornano in patria amareggiati e Incapaci di lavorare, vittime di una lacerazione stridente tra 11 sistema di vita ancestrale e gli studi superiori nel quali si sono avventurati. Solo 20 groenlandesi insegnano sull'isola. Sui 20 medici dell'ospedale di Nuuk, 4 sono autoctoni. Ma 11 magistero diploma ogni anno più maestri (quest'anno ne usciranno 46), mentre 13 anni fa quando è stato aperto, ce n'erano solo 7, Come spesso avviene nel Paesi giovani, 1 maestri costituiscono i quadri politici e la maggioranza dei parlamentari del Landsting, presieduto da un pastore luterano, la confessione dominante. Il rigore morale delle origini, tuttora vivo e spesso denunciato dai giovani, non riesce a controllare la plaga della Groenlandia, l'alcolismo. Il consumo di alcol, Introdotto dal danesi che l'offrivano come ricompensa ai migliori cacciatori e diffuso dagli americani durante la Seconda guerra mondiale, è aumentato negli Anni Sessanta, durante la fase di espansione sfrenata dell'isola. Ora è un problema terrìbile, e per combatterlo nel '79 il governo locale aveva introdotto leggi piuttosto severe: tutti 1 cittadini maggiori di 18 anni avevano una quota mensile di 72 «punti» (una birra valeva un punto, una bottiglia di vino tre) e non poteva comprarne, né consumarne di più. Inoltre, il consumo era permesso soltanto fra le 18 e le 23,30. Naturalmente era nato un floride mercato nero, anche per questo il Landsting ha abolito questa legge 11 r aupdlsmsndse aprile scorso, decidendo però un aumento di prezzo del 25 per cento. Effetto immediato della scomparsa del punti, l'aumento sensibile del consumo. Il clima rigido, il cambiamento troppo brusco del sistema di vita, la disgregazione dell'unità familiare, la noia di una vita da reclusi può spiegare un alcolismo cosi esasperato. E questo flagello va messo in rapporto al numero del suicidi, moltiplicatisi per sei dal 1950 ad oggi, una percentuale doppia rispetto a quella del Paesi occidentali. E contro la spoliazione culturale si manifesta sempre più forte la volontà di tornare alle origini, soprattutto negli ambienti politici e tra 1 giova¬ ni. Si vogliono Ravvicinare tutti gli Inuit (la parola eschimese», «l'uomo che mangia carne cruda», è bandita dal vocabolario ufficiale, che usa inuit, popolo), circa 100 mila persone le quali vivono, oltre che in Groenlandia, in Alaska e In Canada. La seconda conferenza circumpolare Inuit (Ice) si è riunita nell'80 a Nuuk e ha redatto un documento nel quale gli Inuit del tre Paesi che contribuiscono finanziariamente al funzionamento dell'Ice (Usa, Canada e Danimarca) chiedono che vengano riconosciuti i loro diritti sulle ricchezze del suolo e del sottosuolo artico e la loro appartenenza ad una cultura, ad una civiltà e ad una «nazione» comuni. Sono decisi a far rispettare i loro diritti tradizionali, di caccia e di pesca, attualmente minacciati, dicono, dai grandi progetti di valorizzazione del sottosuolo artico. Preoccupa 1 groenlandesi soprattutto 11 progetto di avviare verso l'Atlantico il gas liquefatto dell'isola Melville, nel Grande Nord canadese, le cui riserve sono valutate a circa 200 miliardi di metri cubi, attraverso gigantesche navi cisterna rompighiaccio che entro 5 anni dovrebbero passare al largo delle loro coste. Il governo canadese dovrebbe prendere una decisione su questo «progetto pilota artico», patrocinato dalla società nazionale Petrocanada e che costerebbe 2,7 miliardi di dollari canadesi, 3 mila miliardi di lire, verso la metà di quest'anno. I groenlandesi, appoggiati dal governo di Copenaghen, non vogliono neppure sentir parlare di questo via vai di grandi navi che a loro parere minaccerebbero direttamente l'esistenza di alcune migliaia di cacciatori e di pescatori. Distruggendo artificialmente 1 ghiacci, affermano, il rumoroso passaggio delle metaniere rischia di far scomparire la fauna. Temono Inoltre incidenti, e tutti 1 conseguenti rischi di inquinamento. Afferma Finn Lynge, rappresentante groenlandese al Parlamento Europeo: •Perché dovremmo diventare vitti me dello sviluppo del Canada e delle necessità delle società industriali, sempre a caccia di energia?*. La gente qui non si fa eccessive Illusioni su un'argomentazione che non avrà certo molto peso di fronte ai colossali Interessi coinvolti nel progetto, e valuta 1 pericoli delle loro ricchezze ancora non sfruttate, ma concupite un po' da tutti ^Attraverso i secoli, gli Inuit hanno dovuto mantenere l'equilibrio tra l'uomo e la natura — dice Hans Pavia Roslng, presidente dell'Ice — perché dovrem ma accettare che un gruppo di industrie rischi di compromettere definitivamente questo equilibrio?: Il no al Mercato Comune riflette questi timori, e la tentazione di rinchiudersi su se stessi. Ma le Immense risorse potenziali dell'isola non potranno restare in eterno al di fuori del grandi circuiti economici. Francoise Chipaux Copyright Le Monde e per l'Italia La Stampa aBcrct—nMtnmlpC—vlvCv l o ri a e l : 8 a a di a e ag Nuuk. Una ballerina del gruppo etnico Tukok

Persone citate: Chipaux, Finn Lynge, Francoise, Hans Egede, Hans Pavia Roslng, Melville