Parla l'autista di Carboni suo confidente per 23 anni di Guido Rampoldi
Parla l'autista di Carboni suo confidente per 23 anni Gli incontri dell'industriale sardo con politici e finanzieri Parla l'autista di Carboni suo confidente per 23 anni «Lo fotografai insieme con De Mita solo per scherzo» - «La riunione alla quale erano presenti anche Caracciolo e Roich era in funzione del congresso de» - La storia di un appuntamento di Calvi in Vaticano ROMA — In un'intervista rilasciata poco prima dell'arresto Flavio Carboni l'ha definito «il mio miserevole autista». E gli ha scaricato addosso la responsabilita di aver fotografato di nascosto Ciriaco De Mita, il presidente della Regione Sardegna Roich e lo stesso Carboni, impegnati in un fitto conciliabolo. Giancarlo Silipigni, 40 anni, il .miserevole autista*, non se l'è presa per le intemperanze verbali del suo datore di lavoro, del quale negli ultimi ven tltré anni è stato di volta in volta segretario, fiduciario in società immobiliari, conf iden te («Siamo perfino quasi pa renti per via di una sorella di sua moglie»). — Anche le fotografie sono un favore reso a Carboni, signor Silipigni? «Ma no, quello è stato uno scherzo. Ora le spiego. Uno o due giorni prima del congres so nazionale della de c'è la riunione nell'appartamento di Carboni all'Ardeatino, presenti Roich, De Mita, il capo della massoneria Corona e l'è' ditore Caracciolo. Io accompagno la Corona, che in quei giorni era ospite di Carboni in un'abitazione alla Farnesina, e rimango ad aspettare Caracciolo per riaccompagnarlo all'Espresso. Ad un certo punto escono in strada De Mita, Roich e Carboni e si mettono a parlare proprio davanti ad un muro sul quale con la ver nice spray è scritto «The Warriors». i guerrieri. A me l'accostamento sembra divertente, e poiché sono un patito della fotografia prendo la macchina che porto sempre con me e scatto tre o quattro foto. Qualche giorno più tardi le porto a Carboni, ci scherziamo sopra, gliele lascio. E cosi la polizia le ha trovate. I negativi? Li ho bruciati. Sa, dopo tutto quello che è successo...». — Ma che c'entrano i tre personaggi della foto con la scritta? Beh, la riunione era in funzione del congresso democristiano, quello che poi De Mita ha vinto». — Da che cosa l'ha dedotto? Mezze frasi, parole colte qua e la». — Avete strani hobby, lei e Carboni. Lei la macchina fotografica, lui i microregistratori. Ola. Una volta vedo uno di questi apparecchi e domando a Flavio: ma che ci fai con questa roba? E lui: sai com'è. Calvi ha perso la testa, è stravolto, e noi dobbiamo tutelar ci, c'è il rischio che si metta a raccontare cose non vere». — A chi si riferiva Carboni quando parlava di « noi » ? «Ai suol amici. A quelli che incontrava in quei giorni», — Ha mai visto Carboni preoccupato negli ultimi tempi? «Preoccupato no, ma agite' to almeno una volta si. Fu un giorno di maggio. Ho assistito ad una concitata telefonata a Calvi. Carboni era riuscito a fissargli un appuntamento in Vaticano con un alto diriger) | te dello Ior, per le 15,30. Calvi volle forzare i tempi e si presentò in Vaticano alle 11. Il risultato fu disastroso, credo perché l'intempestivo e inatteso arrivo del banchiere provocò maretta in Vaticano. Cosi allo Ior dissero a Calvi di non farsi più vedere. Carboni si arrabbiò. Lei non può rovinare il lavoro altrui e un rapporto cosi delicato, costruito cosi faticosamente: questo disse a Calvi più o meno testualmente». — Andiamo un po' a ritroso, signor Silipigni. CI parli di Domenico Balducci, il mafioso assassinato l'anno scorso a Roma che, secondo la Procu ra di Palermo, riciclava soldi •sporchi» per conto della mafia. Chi era? «Uno che prestava soldi per conto di altra gente, più grossa di lui. Un usuraio? La def i- nizlone è sua. Carboni se l'è portato appresso per molto tempo, è riuscito a liberane ne solo tre o quattro anni fa». —Come? «Deve sapere che Carboni ha conosciuto alti e bassi, anche se è sempre riuscito a riprendersi perché è uno che non molla mal. Intorno al 1960 fondò una casa di edizioni musicali e si imbarcò in affari sbagliati. Ci rimise decine di milioni. Per risollevarsi ha impiegato parecchio. Ma anche quando le cose gli andavano bene, con le speculazioni immobiliari di Castiglioncello, era sempre tallonato dal debitori. Balducci in prima fila. Solo agli inizi degli Anni Settanta,, quando ha investito in Sardegna, è riuscito a mettere le basi per liberarsi di loro. Con Balducci è riuscito coinvolgendolo nella compravendita di terreni e in altri affari». — Vuole dire che erano soci? •Lo sono stati. Poi Carboni ha scelto altri partner e Balducci s'è messo con un finanziere italo-svizzero, uno con il quale Carboni aveva fatto affari». — Quando ha sentito per l'ultima volta 11 suo datore di lavoro? «Tre giorni prima del suo arresto. Mi ha telefonato, mi ha chiesto come stavano i suoi. Torno presto, ha detto. Ma perché m'hai definito «miserevole», gli ho chiesto. E lui: ma no, l'aggettivo era riferito alla foto, non a te ». Guido Rampoldi
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