/ francesi d'oltremare non vogliono diventare i «pied-noir» dei tropici

/ francesi d'oltremare non vogliono diventare i «pied-noir» dei tropici Si moltiplicano lg manifestazioni contro l'autonomia favorita dal governo / francesi d'oltremare non vogliono diventare i «pied-noir» dei tropici La loro lotta è guidata da Michel Debré, primo ministro al tempo di De Gaulle DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PARIGI — «// governo vuole la guerra? Allora l'avrà». L'avvertimento arriva da Michel Debré. primo ministro ai tempi del generale De Gaulle. focoso deputato gollista nella Francia socialista di oggi, rappresenlante parlamentare de La Réunion, l'isola di sogno, sperduta nell'Oceano Indiano. La bellicosa crociata dì Debré e dei suoi amici si è già accompagnata a parecchi incidenti nei Dipartimenti e Territori d'Oltremare (In Nuova Caledonia. e alla Réunion, soprattutto), dove la comunità francese, discendente dai colonizzatori, s'oppone ai progetti governativi di decentramento. Non si tratta soltanto d'una «battaglia di Parigi» trasferita ai tropici, nel paradisi turistici di Guadclupa, Martinica, Guyana, Nuova Caledonia é Réunion. Si tratta, invece, d'un conflitto che, partendo da presupposti amministrativi, riveste, almeno per alcuni un chiaro significato politico. L'opposizione di destra e la grande maggioranza dei francesi residenti nei Dipartimenti d'Oltremare ritiene infatti che il progetto governativo di dissoluzione degli at tuali Consigli generali e re gionali e la loro sostituzione con un'unica Assemblea schiuderà la porta alla mire auionomistich. o addirittura indipendentistiche della popolazione autoctona. In concreto, questa riforma potrebbe innescare, secondo i suoi oppositori, un processo di dislacco di questi territori « Vog/ia»MO restare francesi-, -Non vogliamo fare la fine dei pied noirs-, si è sentito urlare nelle dimostrazioni delle ultime settimane, con esplicita allusione alla forzata parlenza, all'inizio degli Anni Sessanta, di centinaia di migliala di francesi dall'Algeria, dopo la fine della lunga guerra di indipendenza. Questo non è certo il caso de La Réunion o della Nuova Caledonia, dove operano ristretti gruppi di «secessionisti», che solo in pochissimi casi hanno scelto la violenza. Ma il richiamo all'abbandono dell'Algeria ha un valore emotivo enorme. rievoca immagini e ricordi spesso ancora dolorosamente presenti in tanti francesi. Il governo socialista si difende naturalmente dall'accusa di nutrire inconfessate mire d'abbandono di questi territori, sostenendo che scopo della riforma amministrativa è migliorare le condizioni di vita e favorire lo sviluppo democratico di quei lontani Dipartimenti. Ma gli oppositori paiono decisi a non disarmare e adottano due tattiche differenti per mettere in difficoltà il governo. In Guadalupa, Martinica, Guyana e Réunion gli eletti dell'opposizione (a livello nazionale e locale) assumono la strategia del sistemalieo ostruzionismo; in Nuova Caledonia, invece, si sono scatenali gli ultra?, che il 22 luglio sono penetrati di forza nella sede dell'Assemblea territoriale, picchiando gli esponenti indipendentisti locali. Le autorità di Parigi sono ferme sulle loro posizioni e il sottosegretario ai Dipartimenti eTcrritori d'Oltremare Henri Emmanuel li ha indirizzato un severo avvertimento all'opposizione. Il rischio è che questa campagna di difesa oltranzista della minoranza sfoci in episodi di violenza e spinga per reazione vaste fasce della popolazione locale autoctona sulle posizioni degli autonomisti o dei secessionisti. In questo caso, la questione diventerebbe incandescente per tutti. Nel Territori francesi d'Oltremare, la vera urgenza non è istituzionale o elettorale: più importante, come sottolinea Le Monde, è l'avanzata sociale ed economica, p. pai»

Persone citate: De Gaulle, Henri Emmanuel, Michel Debré