Sull'Argentina gli occhi del mondo

Sull'Argentina gli occhi del mondo Sport e diritti dell'uomo Sull'Argentina gli occhi del mondo In questi giorni, tutti i giornali europei ricevono lettere dall'Argentina, messaggi sull'Argentina. Da Parigi, la sezione francese di «Amnesty International» ha reclamato ieri «l'immediato ripristino dei diritti dell'uomo in Argentina», dove continuano «la tortura, le esecuzioni sommarie e le gravissime violazioni dei diritti dell'uomo». Lo stesso dispaccio d'agenzia, dalla stessa fonte, reca il testo di un documento di solidarietà inviato ai componenti di «Amnesty» perseguitati o incarcerati nell'Unione Sovietica. In verità non passa giorno senza che organizzazioni umanitarie, profughi politici, esuli, intellettuali denuncino le violazioni che, in questo o quel Paese (la lista è purtroppo assai lunga), vengono compiute a danno dei «diritti dell'uomo». Se dell'Argentina oggi tanto si parla è, oltre che per la gravità delle circostanze, per la coincidenza con i «Campionati del Mondo» di calcio. Un nostro lettore ci ha inviato copia di una lettera ricevuta da Cordoba, in Argentina. Essa dice tra l'altro: «Tra poco arriveranno qui migliaia di sportivi da ogni Paese; saranno accolti dal popolo argentino con quello spirito di cordialità e cortesia che gli è proprio; commossi da questa spontanea accoglienza non si accorgeranno delle illegalità che sono state commesse e si continuano a commettere; forse non faranno in tempo a sapere nulla del problema degli scomparsi; eppure, appena poche settimane fa, una lettera aperta al Presidente Videla, pubblicata su tre intere pagine della "Prensa", elencava 2500 nomi, tutti attentamente controllati». Un'altra lettera che ci è giunta dice: «Signori della Stampa, sappiate che ora, oltre alle madri pazze di Plaza de Mayo, che chiedono notizie dei figli scomparsi, ci sono anche le nonne, che vogliono sapere se sono nati i nipotini che le loro figlie o nuore, scomparse mentre erano in stato di gravidanza, dovevano dare alla luce». Su Le Monde, un inviato del grande giornale parigino ha narrato come è stato perquisito e a lungo trattenuto al momento di lasciare Buenos Aires; tutti i suoi appunti sono stati fotocopiati. Ancora una lettera dall'Argentina avverte che « in tempi recenti, diversi giornalisti stranieri sono stati fermati, minacciati, alcuni presi poi lasciati andare: sono avvertimenti». L'Italia è legata all'Argentina da fortissimi vincoli. Quella terra e quel popolo hanno dato una liberale, fraterna accoglienza a moltitudini di Italiani poveri, disperati, affamati; là essi hanno trovato non soltanto lavoro, ma anche giustizia, e la possibilità di costruire, per sé e per i figli, un'esistenza serena. Né dimentichiamo ciò che debbono all'Argentina gli antifascisti, gli esuli politici, i profughi ebrei che vi si rifugiarono in decenni recenti, e vi trovarono anch'essi generosa accoglienza, con spirito di fratellanza e di eguaglianza. Noi sappiamo anche in quale abisso di anarchia, di disordine, di violenza sanguinaria avesse gettato l'Argentina il disperato terrorismo dei guerriglieri «montoneros» e deft'«Erp», che si ispi ravano a ideologie, e usavano metodi, assai simili a quelli delle nostre Brigate rosse. Ma non possiamo non ripetere ciò che tutti i giornali del mondo libero hanno scritto tante volte, e cioè che la repressione del terrorismo, condotta anch'essa con anarchica spietatezza da una molteplicità di poteri polizieschi o militari, spesso incontrollati dall'Esecutivo, è costata la vita o la libertà a innumerevoli innocenti. Il Presidente Videla, che non ignora la necessità di riportare la legalità nel suo Paese, sa anche quanto danneggino l'Argentina le proteste che gli giungono da ogni parte del mondo (pensiamo alle ripetute missioni di inviati del Presidente Carter, purtroppo vane). Ciò che oggi fondamentalmente si chiede è che siano date notizie sulle migliaia di «scomparsi». Dalla missiva di un prelato apprendiamo che, sicuramente, «molti degli scomparsi ancora vivono», in prigionia. Tra questi sono anche decine di cittadini stranieri; alcuni sono stati liberati, per una tenace azione diplomatica; più spesso quest'azione è fallita. Ora che gli occhi di tutto il mondo sono puntati sull'Argentina, non è forse giunto il momento perché sia data una risposta a tante ansiose richieste? Un gesto di giustizia e di clemenza avrebbe, oggi più che mai, immensa eco in tutto il mondo, restituirebbe splendore all'immagine di un Paese che milioni di uomini in tutto il mondo .amano .e . ricordano con gratitudine, per la sua umanità e generosità.

Persone citate: Cordoba, Videla