Il presidente dell'Alfa si dimette per la condanna sulle assunzioni di Marzio Fabbri

Il presidente dell'Alfa si dimette per la condanna sulle assunzioni L'Iri invita Gaetano Cortesi a rimanere nell'incarico Il presidente dell'Alfa si dimette per la condanna sulle assunzioni Il pretore ha inflitto 40 giorni di arresto ai dirigenti della Casa automobilistica e dell'Ufficio di collocamento, perché gli operai sono stati scelti, con una selezione, direttamente dall'azienda MILANO — Condannato in pretura a un mese e dieci giorni di arresto, con i benefici di legge, per violazione dello Statuto dei lavoratori e della legge sul collocamento, Gaetano Cortesi, presidente dell'Alfa Romeo, si è dimesso dall'incarico. Subito dopo, erano le 12,30, ha lasciato l'azienda. Poco più tardi il comitato di presidenza dell'Ili ha dato mandato ai suoi rappresentanti nel consiglio di amministrazione dell'Alfa Romeo di « invitare vivamente Cortesi a ritirare le dimissioni ». Il testo diffuso dall'Iri, dopo avere sottolineato «la lunga esperienza, la capacità professionale, l'attaccamento all'azienda e al gruppo del presidente dell'Alfa Romeo », auspica « che le successive fasi del procedimento giudiziario consentano di dimostrare la correttezza dei comportamenti dei dirigenti della società ». Con Gaetano Cortesi sono stati riconosciuti colpevoli e condannati alla stessa pena tre alti dirigenti dell'azienda automobilistica: l'ex vicedirettore generale del personale, Roberto Caravaggi, che ha lasciato l'azienda due anni fa per la Pinmeccanica; il direttore del personale degli stabilimenti di Arese e del Portello, Luigi Pierani, e Domenico Segala, addetto alla direzione del personale operaio, ferito alle gambe il 16 febbraio scorso in un agguato tesogli dal gruppo terroristico « Unità combattenti comuniste ». Un mese e dieci giorni, sempre con la condizionale e la non iscrizione, sono stati inflitti dal pretore Angelo Culotta al dirigente regionale dell'Ufficio del lavoro, Vito Nicosia, al direttore e al vicedirettore dell'Ufficio provinciale del lavoro, Isidoro Alberti e Mauro Binda, e al capo servizio dello stesso ufficio, Beniamino Pomes. L'ultimo imputato, il collocatore del Comune di Arese, Rosario Lo Jacono, è stato condannato solo a un mese di arresto perché il magistrato gli ha riconosciuto, unico tra gli accusati, le attenuanti generiche. Tutti i condannati dovranno risarcire i danni alle parti lese: oltre alle spese processuali dovranno pagare come danni morali tre milioni alla Federazione lavoratori metalmeccanici costituitasi parte civile e 500 mila lire a ognuno dei tre lavoratori, pure parte civile, perché non furono assunti dall'Alfa a causa delle indagini illegali sulla loro persona disposte dalla società. Sarà invece sta- 7. Mirto jn sedecivflelammon-i tare dei danni che la Casa automobilistica dovrà pagare al «Comitato promotore per il controllo popolare delle assunzioni» che con un esposto-denuncia ha dato il via all'inchiesta. Le indagini sono scattate poco meno di due anni fa, quando nel luglio-agosto deli 1976 l'Alfa Romeo assunse 700 operai direttamente, senza tener conto — ed è questa l'accusa — delle graduatorie degli Uffici di collocamento. Prima delle assunzioni, l'azienda fece comparire più volte su alcuni quotidiani un'inserzione per la ricerca di 700 operai. Secondo la società, non si presentarono candidati. Questa tesi venne duramente contestata dalle organizzazioni sindacali e da un comitato sorto spontaneamente secondo il quale, invece, molti aspiranti operai si erano presentati facendo domanda, ma erano stati respinti dopo essere stati sottoposti a selezione. Un esposto fu presentato al magistrato, che aprì un'inchiesta. Al processo tutti gli imputati si sono proclamati innocenti, ma alcune testimonianze sono state loro sfavorevoli. Poche ore dopo che, anche in base a questi elementi, il pretore aveva emesso la sua sentenza, è giunta da Arese la i clamorosa reazione del presidente dell'Alfa Romeo, Gaetano Cortesi, che ha rimesso Marzio Fabbri (Continua a pagina 2 in sesta colonna)

Persone citate: Angelo Culotta, Beniamino Pomes, Domenico Segala, Isidoro Alberti, Luigi Pierani, Mauro Binda, Roberto Caravaggi, Rosario Lo Jacono, Vito Nicosia

Luoghi citati: Arese, Comune Di Arese, Milano