Dopo il voto della legge sull' aborto
Dopo il voto della legge sull' aborto Dopo il voto della legge sull' aborto Il prof. Terzi (Maria Vittoria): "Come cittadino, ho sempre osservato le leggi" . Il prof. Feletig (Mauriziano) : "La carenza di letti, già ora, è grave" Approvata la legge sull'aborto, si attende la firma del presidente della Repubblica e la pubblicazione del testo sulla Gazzetta Ufficiale: poi sarà veramente la fine della clandestinità umiliante per la donna che vuole interrompere una gravidanza non desiderata. Queste, sono le speranze. Ma sulla via dell'aborto legale possono ancora sorgere ostacoli e complicazioni gravi, sia per le carenze ospedaliere, sia per le « obiezioni » che possono essere avanzate da medici e infermieri? Il prof. Igino Terzi, primario di ostetricia e ginecologia all'ospedale Maria Vittoria, afferma: « Essendo io dipendente di un ente pubblico mi devo adeguare alle disposizioni che verranno emanate dalla direzione sanitaria e dal consiglio di amministrazione dell'ospedale per quel ohe riguarda l'applicazione della legge sull'aborto ». Aggiunge: « In linea generale, la legge elimina certe situazioni particolari che influivano negativamente sulla donna; esistono casi importanti e gravi in cui l'interruzione della gravidanza è indispensabile. Basti pensare alle infezioni da roso¬ lia, nelle quali, 99 volte su 100, il feto nasce malformato con le conseguenze (oltre a quelle psicologiche della madre) di oneri sociali per accudire bambini handicappati ». Non ha dubbi: « Come cittadino mi sono sempre adeguato alle leggi che regolano la comunità. Quindi noi applicheremo anche la legge sull'aborto che io ritengo valida soprattutto perché parla di attuare questi interventi non solo negli ospedali, ma anche nelle case di cura e nei consultori. In questo modo non ci dovrebbero essere problemi di ricovero per queste donne, che troveranno posto anche nelle strutture affiancate agli enti ospedalieri ». Ma sarà proprio la carenza dei posti letto (reale o strumentalizzata) a creare complicazioni e a frapporre ostacoli alle donne che desiderano abortire. Lo lascia intendere il prof. Paolo Feletig, primario del reparto di ostetricia e ginecologia dell'ospedale Mauriziano: « E' un grosso problema. Il nostro reparto al Mauriziano ha 26 letti per ginecologia. La carenza è cronica, grave, dovuta anche alla lentezza con cui funzionano le sale operatorie, aperte a noi soltanto due giorni la settimana. Abbiamo code di mesi, lunghe attese di pazienti che richiedono interventi ginecologici importanti. Ed i ricoveri urgenti di ordine patologico hanno la precedenza assoluta ». Non aggiunge altro. Per la donna si preparano altre angosce, anche se « legalizzate »? L'Udì è all'erta. Definisce la legge votata « un primo strumento per sconfiggere la piaga dell'aborto clandestino», un primo passo che deve tuttavia trovare le donne vigilanti « per garantirci ohe le strutture sanitarie rispondano pienamente agli obblighi che la legge impone loro, rispettando la decisione della donna e la salvaguardia della sua salute ». Il programma dell'Udì è dì costituire « un punto di riferimento per superare le strettole che la legge tuttora pone alla libera ed autonoma decisione della donna, soprattutto se minorenne, per migliorare la legge nella pratica stessa della sua gestione ». Simonetta Conti
Persone citate: Igino Terzi, Paolo Feletig, Simonetta Conti
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