Al processo della droga il p.m. chiede pene fino a 7 anni per i venti imputati

Al processo della droga il p.m. chiede pene fino a 7 anni per i venti imputati Il dibattimento rinviato a venerdì per la sentenza Al processo della droga il p.m. chiede pene fino a 7 anni per i venti imputati "Contano soprattutto i loro legami con il mondo dei trafficanti d'armi e della malavita organizzata: sono particolarmente pericolosi" - Per la difesa, sarebbero invece soltanto tossicomani Ultime battute ieri al processo in quarta sezione del tribunale (pres. Caplrossi) contro una delle più grosse bande di spacciatori di eroina a Torino. Venti gli imputati. Per gli otto maggiori responsabili, accusati di spaccio di droga, il pubblico ministero Burzlo ha chiesto pesanti condanne: 7 anni di carcere e 4 milioni di multa per Donato Vernieri, nella cui carrozzeria di corso Trapani la polizia scopri anche un ingente quantitativo di armi e ordigni esplosivi (21 candelotti di dinamite); 6 anni di carcere e 5 milioni di multa per Sebastiano Messina, un nome noto agli archivi giudiziari; 4 anni di carcere e multe fino a 4 milioni per Michele Delle Vergini, Walter Gianet Ce resa, soprannominato «Walter King» nel mondo dei locali notturni. Michele Massaro, Luciano Callgluri, Nunzio Dell'Accio; 3 anni di reclusione e 2 milioni di multa per Attilio Bricarello, soprannominato «Attila», che si è nel frattempo disintossicato. Pene inferiori al 3 anni di carcere sono state chieste per i restanti imputati: Giuseppe Parolina il «nonnino» della droga; Vincenzo Errico, latitante; Giovanni Tocci; Antonio Pavone; Giosuè Errico; Fabrizio Chlell, ex-consigliere liberale; Silvana De Monte, unica donna della banda; Gualtiero Mozzone; Carmelo e Rosario Granata, titolari del bar di Nichelino, punto di ritrovo degli spacciatori; Antonio Apruzzese. Completa l'elenco Franco Castellani, detto «Colonna», per il quale il pm ha chiesto 4 anni di reclusione e 3 milioni di multa (è tra gli Imputati minori, ma ha altre accuse oltre allo spaccio di droga). Lo stesso pubblico ministero Burzio aveva ammesso nella sua requisitoria che «di droga in questo processo se n'è vista ben poca. Ma contano soprattutto i legami degli spacciatori con il mondo dei trafficanti d'armi, di chi controlla bar e locali notturni, con la malavita organizzata, legami che danno l'esatta dimensione della pericolosità sociale degli imputati». I legali sono partiti dalla stessa considerazione ma con tutt'altre finalità, sottolineando che le modeste quantità di eroina trovate in possesso dei loro assistiti servivano appena al consumo che essi ne facevano perché tossicomani. Così l'avvocato Minnl, difensore di Giosuè Errico, ha messo in rilievo come l'Imputato- avesse, al momento dell'arresto, soltanto un grammo e mezzo di eroina, appena sufficiente alle sue esigenze per due o tre giorni e non 1 5 grammi contestati dall'accusa. Altrettanto ha fatto l'avvocato Chiusano per Attillo Bricarello, detentore di 14 grammi tra eroina e morfina e non del 25 grammi contestati. Sia Giosuè Errico sia Attilio Bricarello hanno tentato, sembra con successo, di uscire dal mondo della droga e meritano dunque secondo i loro difensori la concessione delle attenuanti generiche. Per l'avvocato Foti, difensore di Franco Castellani, il suo assistito «ha soltanto aiutato qualcuno in "crisi di astinenza" a trovare una "dose". L'accusa di aver importato 14 grammi di eroina dall'Olanda va ridimensionata con la necessità per il tossicomane di farsi una piccola "scorta"». Per l'avvocato Zancan, difensore del principale Imputato, Donato Vernieri, «non esiste discriminazione tra piccole o grandi quantità di eroina. Se uno è tossicomane, come lo è Venneri, è disposto a molte cose pur di procurarsi il denaro necessario a comprarla». A tarda sera il tribunale ha deciso di rinviare la conclusione del processo a venerdì 26 maggio per la camera di consiglio e la sentenza. Il gruppo degli imputati nell'aula della quarta sezione

Luoghi citati: Nichelino, Olanda, Torino