I familiari dell'industriale Stola chiedono "un segno" ai rapitori

I familiari dell'industriale Stola chiedono "un segno" ai rapitori I familiari dell'industriale Stola chiedono "un segno" ai rapitori E' stato sequestrato il 7 febbraio; dopo i primi contatti è caduto il silenzio assoluto - Il figlio, 17 anni, a nome di tutti: "Siamo pronti a trattare" Che fine ha fatto Francesco Stola, l'industriale Rapito la sera del 7 febbraio scorso davanti agli uffici della sua ditta di via La Thuile 21? Da quasi du emesi i suoi carcerieri tacciono, ogni giorno che passa aumenta l'angoscia. «E' tremendo questo silenzio — dicono i famigliari di Francesco Stola — perché i banditi non si sono più fatti vivi? Perché farci soffrire così? Li preghiamo di mettersi di nuovo in contatto con noi, di fornirci la prova che Francesco è ancora in mano loro. Facciamo presente che siamo sempre disposti alla trattativa, a quella trattativa che già era stata avviata e che adesso non possiamo continuare perché ci mancano gli interlocutori». I rapitori avevano telefonato in casa dell'ostaggio subito dopo il sequestro ordinando: «Preparate i soldi, se ci obbedirete il vostro care tornerà sano e salvo». I contatti erano proseguiti fino alla seconda decade di marzo, agli Stola erano giunte du elettere di Francesco. «Una a febbraio, l'altra la vigilia di S. Giuseppe — raccontano i fratelli del rapito —. Poi, più nulla, neppure una telefonata». I famigliari hanno atteso invano per tutto aprile, poi, attraverso «La Stampa» il figlio di Francesco Stola, Alfredo, di 17 anni, ha rivolto un appello alia banda. «Da allora — affermano gli Stola — sono riprese le telefonate, crediamo però che si tratti soltanto di oscure iniziative di persone non degne di fede, estranee alla vicenda. Ci auguriamo che i veri interlocutori ci diano qualche notizia, che i custodi di Francesco ci mandino la prova che il nostro fratel¬ lo è in vita. Ripetiamo, siamo disposti alla trattativa, desideriamo solo salvare Francesco». Come mai i contatti sono stati interrotti così all'improvviso quando si era ormai vicini al rilascio dell'industriale? L'ultimo abboccamento risale al 18 marzo, due giorni dopo il rapimento di Moro: c'è forse un nesso tra i due fatti? Può darsi che i più rigorosi pattugliamenti e l'intensa attività delle forze dell'ordine abbiano intimorito i banditi consigliando loro cautela. C'è da sperare che l'inatteso arresto delle trattativa sia dovuto soltanto allo stato d'emergenza in cui è piombata la città in seguito al seguestro del presidente della de e all'escalation della violenza terroristica; che Francesco Stola non abbia fatto la stessa crudele fine di Adriano Ruscalla, l'imprenditore edile rapito l'ottobre del '76 e mai più tornato a casa. L'uomo della Sindone — Su questo tema parlerà questa sera alle 21 nella sede del Ser.mi.g., via Arsenale angolo via Lascaris, Cesare Maria Bracco, del Centro internazionale di sindonologia. Loggia Unita dei Teosofi — Domani in via Giusti 5, la conferenza alle 17,30 su « Il Buddhismo: La via della Saggezza

Persone citate: Adriano Ruscalla, Cesare Maria, Francesco Stola, Moro, Stola