MORO ASSASSINATO di Marco Tosatti

MORO ASSASSINATO MORO ASSASSINATO (Segue dalla 1 ' pagina) za. Un reparto della Celere è stato fatto arrivare per chiudere sia rimboccatura dalla parte delle Botteghe Oscure sia quella di via dei Punari, allontanando a forza giornalisti, fotografi e curiosi che formavano ima folla vociante alle due estremità della strada, mentre la notizia del ritrovamento correva di bocca in bocca. Un clima di tensione estrema aveva contagiato anche i responsabili delle forze dell'ordine, mentre cominciavano a giungere sul posto gli alti gradi dei carabinieri e del Viminale. Al centro, in un'oasi di apparente quiete, la R4 rossa con il corpo del presidente de. Alle 14,07 è arrivato Cossiga, preceduto dal capo della polizia, Parlato, e dal vicecapo Santillo. Il ministro dell'Interno si è avvicinato alla vettura e mentre un agente scopriva il volto di Moro si è fatto il segno della croce, imitato da alcuni dei presenti. Questa scena — il funzionario che scopre il volto della vittima della ferocia delle Br — si è ripetuta più volte, mentre giungevano sul posto il sottosegretario alla presidenza, Evangelisti, il questore di Roma, alti magistrati che seguono l'inchiesta, e alcuni parlamentari e uomini politici: l'on. Cervone, l'on. Pajetta, funzionari della democrazia cristiana. Verso le 14,20 i fotografi della polizia hanno incominciato a inquadrare la vettura, e finalmente gli uomini della scientifica (ma quante mani già avevano toccato la vettura?) spennellano sul cofano e sui vetri la polvere per erilev re le impronte digitali. Alle 14,26 i cordoni di agenti e carabinieri si aprono per lasciare passare un sacerdote, minuto, con una stola violetta. Su un sottofondo di comandi concitati e di proteste da parte di chi vorrebbe vedere, il sacerdote si raccoglie qualche secondo in preghiera davanti al bagagliaio, ancora chiuso, della Renault e poi, con un gesto lento benedice la salma nascosta all'interno. Intanto gli uomini della scientifica proseguono nel loro lavoro attorno all'auto. Alle 14,30 arriva anche il ministro della Giustizia, Bonifacio, subito dopo ci si prepara al momento più drammatico: il trasferimento della salma. Da via delle Botteghe Oscure, nereggiante di folla, si fa strada a fatica un'ambulanza rossa dei vigili del fuoco. Attorno alla R4 viene creato, a forza di «cordoni», un'area libera di una ventina di metri per parte, mentre tre artificieri, il maresciallo Circhetta, il sergente maggiore Casertano e il sergente maggiore Raso si preparano ad aprire la vettura con tutte le precauzioni, nel timore che contenga una bomba. Dalla finestra della biblioteca vedo gli artificieri attaccare con le cesoie il cofano, straziando le lamiere per «staccare» la batteria. La portiera del bagagliaio viene attaccato con lo stesso sistema. Le cesoie ritagliano rettangoli di carrozzeria per aprire un varco che permetta di scoprire eventuali ordigni, e giungere al vano dove giace il presidente de. Questo lavo- ro, lento, cauto, va avanti per qualche decina di minuti, e intanto siamo costretti, gli studenti universitari e chi scrive, ad abbandonare il posto di osservazione: per ordine del ministero la biblioteca deve chiudere. Scendo in via Caetani, infilandomi nel seguito del ministro dell'Interno, giusto in tempo per assistere all'apertura del cofano. L'ordine, ripetuto da più voci, è di allontanarsi, ma i cordoni misti di carabinieri e agenti vengono sottoposti a dura pressione dai loro stessi colleghi: non è mancato qualche scontro verbale, con toni accesi, frutto di una tensione crescente. I barellieri fanno fatica ad avvicinare la lettiga al retro della Renault, poi finalmente con uno scrollone lo sportello si apre, e un mormorio di sgomento e di pietà accompagna i gesti lenti dei vigili del fuoco che dolcemente fanno scivolare il corpo rigido sulla barella. Il presidente de sembra assopito, ma un'aria sofferente è sul volto, coperto dalla barba lunga di qualche giorno. Sembra che dorma: solo il colorito della pelle, giallastro, e gli occhi, semiaperti, tradiscono l'atroce realtà. Sul pavimento del bagagliaio due bossoli, probabilmente calibro 9, e altri due sotto i sedili anteriori. Fra la camicia e la giacca sono stati trovati fazzoletti intrisi di sangue. Qualche traccia di sangue, con capelli dell'ucciso sulla gomma della ruota di scorta, ancora sangue e liquido organico sul pavimento. Nel risvolto dei pantaloni tracce di sabbia; un cappotto grigio e catene da neve, molto arrugginite, sul sedile posteriore. Alle 15 l'ambulanza dei Vigili del Fuoco riesce a farsi strada fra la folla, preceduta da quattro auto della polizia e dei carabinieri, e a partire per l'Istituto di medicina legale. Un poco più tardi un carro gru rimorchia in Questura la Renault rossa. Giunge un gruppo di giovani e al posto dell'auto mette una grande bandiera con lo scudo crociato della de. Marco Tosatti

Persone citate: Cervone, Cossiga, Evangelisti, Moro, Pajetta, Parlato, Santillo

Luoghi citati: Roma