Messaggio di Leone al Paese di Luca Giurato

Messaggio di Leone al Paese Messaggio di Leone al Paese (Segue dalla 1" pagina) to il senso più profondo di questa libertà; non hanno capito che un Paese che gode di questo privilegio inestimabile può essere duramente provato, ma non travolto dai loro assurdi propositi di eversione. «Quale tragico errore hanno commesso i terroristi eredi dei più barbari assassini che abbia conosciuto l'umanità — afferma infatti il Capo dello Stato — ogni italiano non potrà mai essere spettatore inerte di una lotta tra i terroristi e lo Stato, quale che sia il suo giudizio sulla condizione politica del Paese». Il messaggio si chiude con le parole seguenti: «Chi oggi vive fino in fondo questa tragica vicenda sappia che è prima di tutto in se stesso che deve verificare la forza della nostra libertà, cui non rinunceremo». Il Capo dello Stato ha appreso la notizia dell'assassinio direttamente dal presidente del Consiglio Andreotti, mentre si trovava nello studio «alla vetrata» del palazzo del Quirinale. All'inizio non ha voluto crederci. Ha pregato Andreotti di tenerlo costantemente informato. Poi, ha seguito gli atroci sviluppi della vicenda sia attraverso gli speciali canali della Presidenza, sia attraverso la tv, come tutti gli italiani. Leone ha deciso di scrivere il messaggio appena avuta la certezza che l'irreparabile era accaduto. La stesura è durata alcune ore. Avrebbe dovuto leggerlo alla radio e alla tv al¬ le 17. Lo ha letto alle 20. A quell'ora, il Consiglio dei ministri convocato da Giulio Andreotti era terminato da tempo. Palazzo Chigi ha diffuso un breve comunicato: «Della parte riguardante il ricordo dell'onorevole Moro non è stato fatto alcun comunicato ufficiale per rispettare la volontà espressa dalla famiglia. Successivamente, il ministro dell'Interno ha dato notizia delle misure prese a tutela dell'ordine pubblico in questo delicato momento». Nel comunicato, non compare nessun esplicito accenno all'ipotesi, più che valida, che il governo si appresti a porre in Parlamento la questione di fiducia al provvedimento sulle misure anti-terrorismo. L'iniziativa è imminente. Andreotti ha avuto via libera dai gruppi della maggioranza. Tra i partiti che appoggialo il governo, i più decisi ad una azione rapida e rigorosa contro le Br sono comunisti e repubblicani. Del pei (come della de e del psi) parliamo !in alte parti del giornale. Qui registriamo invece le reazioni e la linea degli altri due partiti che fanno parte della mag| gioranza (il pri e il psdi) e le reazioni e la linea dei liberali. «Moro — ha dichiarato il presidente del pri La Malfa — è la prima eroica vittima di una guerra dichiarata a uno Stato che si considera indebolito sino a ritenerlo terra Idi nessuno. Piangiamo sul [grande uomo polìtico scomparso, ma accettiamo la sfida le la guerra ed agiamo come ' uomini in conformità». Ed ecco la dichiarazione del leader del psdi Romita: «In questo momento tragico ci stringiamo in piena solidarietà intorno alla famiglia Moro e ci dobbiamo stringere con maggiore impegno a difesa delle istituzioni democratiche. Facciano, Parlamento, governo e forze politiche, fino in fondo il proprio dovere e il terrorismo e l'eversione non passeranno». Il presidente del psdi, Giuseppe Saragat, ha rilasciato una dichiarazione che ha sollevato polemiche: «Ciò che mi fa paura è che accanto al cadavere del presidente della de c'è anche il cadavere della prima Repubblica che non ha saputo difendere la vita del più generoso uomo politico del nostro Paese». Dall'opposizione, il pli appoggia pienamente il governo contro il terrorismo. «E' necessario in queste ore rafforzare la difesa delle istituzioni», dichiara Valerio Zanone, sollecitando l'esecutivo a predisporre iniziative immediate contro l'eversione. Insomma, un gran sussulto democratico, carico di propositi concreti e di volontà d'azione, nell'ora più tragica e grave della Repubblica italiana. Luca Giurato

Persone citate: Andreotti, Giulio Andreotti, Giuseppe Saragat, La Malfa, Valerio Zanone