Schmidt: "Non basta il nostro cordoglio,, di Tito Sansa

Schmidt: "Non basta il nostro cordoglio,, BONN - Reazione di sgomento Schmidt: "Non basta il nostro cordoglio,, DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BONN — La reazione dei tedeschi alla notizia del ritrovamento della salma di Aldo Moro è stata di sgomento. Col passare dei giorni, tra Ja popolazione della Germania, che fin dal 16 marzo aveva seguito con insolita partecipazione il martirio dell'uomo politico italiano, si era diffusa la speranza che le Brigate rosse avrebbero liberato il loro prigioniero, forse con l'obiettivo di seminare discordia tra gli italiani che avevano ritrovato la concordia. Nelle loro quotidiane corrispondenze dalla capitale italiana, i giornalisti tedeschi della radio, della televisione e dei giornali avevano contribuito a tener vivo questo filo di speranza. Per questo, ieri pomeriggio, la notizia ha turbato profondamente l'opinione pubblica, come se Moro fosse stato un compatriota. «Non aprivo piii il televisore — mi aveva confidato il direttore di un'agenzia di notizie —, non ce la facevo più a sopportare quello sguardo triste del prigioniero». La passione e l'apprensione con cui i tedeschi hanno seguito fin dal primo momento il calvario di Moro, espresse continuamente agli italiani che vivono in Germania, non sono un fatto nuovo dei sentimenti che uniscono i popoli d'Europa. Già una volta erano venute alla luce in Germa nia, due anni fa, dopo il terremoto nel Friuli. Oggi, dopo l'apprensione, sono venuti lo sgomento e l'indignazione; i colleghi tedeschi si scusano di non trovare parole per esprimere la loro solidarietà, che è sincera. Lo hanno fatto gli uomini politici, a nome del popolo tedesco e dei loro partiti, in telegrammi di cordoglio, che non sono formali. Walter Scheel, presidente della Repubblica, ha telegrafato al presidente Giovanni Leone a nome del popolo tedesco, ricordando che la morte di Moro e della sua scorta «ammonisce i governi e i popoli al disopra delle frontiere a unirsi solidalmente per il mantenimento della democrazia, del diritto e della pace all'interno e all'esterno». Helmut Schmidt, cancelliere federale, ha scritto al presidente del Consiglio Giulio Andreotti: «Il criminale attentato ha inequivocabilmente ' confermato che la lotta con- \ tro il terrorismo è una lotta contro i nemici della demo- j crazia e dell'ordinamento ! umano, che pone i responsabili della politica dinanzi al gravose decisioni. Il cordo-1 glio non basta per affrontare, questa sfida». Il cancelliere | ricorda che «la morte di Aldo j Moro ammonisce i governi e i ; popoli, al di sopra dei confini j dei Paesi e dei partiti, ad au- \ mentore gli sforzi per mantenere l'ordine democratico e la libertà». Tra i numerosi telegrammi, quelli del ministro degli Esteri Genscher, del capo dell'opposizione democristiana Kohl, del capo del partito social democratico Brandt. L'ex cancelliere, che per diversi atteggiamenti di comprensione, tolleranza e mediazione fu sovente paragonato a Moro, ricorda in un telegramma a Zaccagnini la figura dello scomparso, «un uomo politi¬ co di impegno mai esausto, che in posti di alta responsabilità ha contribuito a forgia re la politica internazionale». «Noi socialdemocratici — scrive Brandt — avremo un buon ricordo del sagace, ponderato e paziente politico Aldo Moro. Personalmente sono grato di avere avuto diverse occasioni di incontrarlo come ministro degli Esteri e cancelliere. Ci sentiamo uniti al popolo italiano e al mondo civile nella indignazione per questo attentato contro la libertà». Tito Sansa

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