La "bomboniera,, restituita a Macario Per il tribunale il teatro non è abusivo
La "bomboniera,, restituita a Macario Per il tribunale il teatro non è abusivo Assolti i tre imputati che il pretore aveva condannato La "bomboniera,, restituita a Macario Per il tribunale il teatro non è abusivo La decisione dei giudici giunge pochi giorni prima dell'inizio dei lavori di abbattimento dei locali incriminati in via S. Teresa - L'attore: "Coronerò il mio vecchio sogno" I giudici d'appello hanno assolto tutti 1 protagonisti della vicenda relativa al cosiddetto « teatro di Macario ». La sentenza del tribunale (quinta sezione, pres. Pempinelli, p.m. Tribisonna) ribalta completamente quella del pretore che aveva ritenuto abusiva la « bomboniera viola » di via S. Teresa e condannato impresario, costruttore e direttori dei lavori per aver costruito un locale in totale difformità dalla licenza rilasciata in origine dal Comune. Assolti Bruno Agul (condannato dal pretore a 3 mesi di arresto e a 3 milioni di multa), l'impresario Franco Moglia, l'arch. Uberto Serra, l'ex direttore dei livori arch. Cammara, perché 11 fatto non costituisce reato. Il che significa: tutto ciò che è stato edificato nelle cantine del bel palazzo di via S. Teresa è conforme alla licenza, le opere non sono abusive e l'impresario non ha avuto alcuna intenzione speculativa nel trasformare quei locali in un teatrino, anziché in una discoteca-cabaret come richiesto all'inizio dei lavori. (Ha ricordato in proposito ieri l'aw. Barosio: « Una discoteca promette guadagni, un teatro purtroppo il fallimento »). La sentenza del tribunale dà pienamente soddisfazione alle tesi dei difensori avvocati Zancan, Costanzo Nizzola, Glanaria, Dal Piaz, Sorace, i quali avevano sempre sostenuto che al massimo potevano essere imputate, all'impresario ed agli altri, opere costruite in parziale difformità dai progetti e quindi sanabili con un'ammenda. II Comune, di parere contrario (difeso in giudizio dall'aw. Sanfelici), aveva ritenuto che la costruzione era abusiva, e cioè che il teatro non aveva nulla a che vedere con una discoteca-cabaret. In pretura la parte civile (il Comune) andò anche più in là, sostenendo che la trasformazione del locali in teatrino costituiva una speculazione, non solo edilizia, da parte dell'Agui. La « bomboniera » venne cosi chiusa proprio alla vigilia del debutto della compagnia di Macario il quale dovette penare non poco per far recitare alla sua compagnia il lavoro di Molière in programma da mesi. In seguito alla sentenza del pretore, il comune ordinò, venti giorni fa, la demolizione delle opere. Commenta Agul: « Se il tribunale non m'avesse dato ragione, domani stesso avrei cominciato l'abbattimento della pensilina incriminata e del palcoscenico. Avrei trasformato il teatro in discoteca, con tante grazie: almeno così nessuno avrebbe avuto da ridire su eventuali speculazioni e guadagni certi ». Adesso si tratta di vedere se il Comune si adeguerà entro le prossime due settimane alla sentenza del tribunale. In tal caso do¬ vrebbe « restituire » i locali all'Agui e dare il permesso di agibilità: ciò restituirebbe il teatro al suo ideale destinatario, e cioè Erminio Macario, il quale si sa che II non Intende soltanto recitare ma anche « far scuola ». Commenta il comico piemontese: « Finalmente potrei coronare il mio vecchio sogno, quello di " allevare " qualche giovane capace di recitare in piemontese, capace di strappare qualche sorriso a questa città che di sorrisi e di un po' d'allegria, coi tempi che corrono, ne ha bisogno ». In teoria, alla prossima stagione, Macario potrà finalmente debuttare nel « suo » teatro di via S. Teresa. Può darsi però che il Comune non receda dalla recente ordinanza: a questo punto si aprirebbe una nuova vertenza, di tipo amministrativo, davanti al Tar. C'è però da chiedersi: vale la pena Insistere? Un teatro in più, seppure privato, non è forse meglio, per la città, di una discoteca? Pier Paolo Benedetto
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