Alle piccole e medie imprese il primato della produttività

Alle piccole e medie imprese il primato della produttività Un convegno alla Fondazione Agnelli di Torino Alle piccole e medie imprese il primato della produttività Discussi i risultati di una ricerca dell'Agenzia industriale italiana TORINO — Le piccole e medie imprese, fino a 500 dipendenti, sono il 99 per cento delle aziende industriali italiane e occupano il 77 per cento degli addetti all'industria. Inoltre, le «microimprese» (fino a 19 addetti) e le piccole imprese (da 20 a 99 addetti) rappresentano il 72 per cento del totale. L'importanza di questo vastissimo settore non derioa soltanto dal peso che ha nell'economia nazionale (in termini di fatturato e di occupazione) ma anche per un altro aspetto: le piccole e medie aziende hanno dimostrato di tener testa alla crisi meglio delle grandi imprese, per la loro maggiore elasticità e flessibilità di fronte alle fluttuazioni del mercato. Partendo da queste considerazioni generali — intorno alle quali si è manifestato un- interesse crescente negli ultimi anni — la «Fondazione G. Agnelli» ha avviato un programma di ricerche sulla «Gestione decentrata dello sviluppo nelle piccole e medie imprese». Per discutere ì risultati sono convenuti, nella sede della Fondazione a Torino, imprenditori, economisti, direttori delle Unioni Industriali e rappresentanti delle associazioni di medie e piccole imprese. I lavori, cominciati ieri, si concludono oggi con un dibattito nel corso del quale gli «interlocutori istituzionali» delle piccole e medie imprese (esponenti di associazioni, enti locali e centrali, sindacati, eccetera) si confronteranno con gli imprenditori sui problemi emersi dal dibattito, che saranno sintetizzati dal direttore dell'Unione Industriale di Prato, Parenti. L'incontro è stato organizzato con una formula originale definita «laboratorio». I risultati del «Programma» (realizzato dall'«Agenzia Industriale Italiana») sono stati illustrati in due relazioni: «Rapporto sui problemi dello sviluppo nelle piccole e medie imprese» a cura di Roberto Artioli e Flavio lano dell'Università di Torino; «Piccole e medie imprese in Italia: aspetti territoriali e settoriali» a cura di Bernardo Cori dell'Università di Pisa. II direttore della Fondazione, Marcello Pacini, all'apertura del convegno, ha sottolineato l'esigenza di una maggiore libertà nella gestione delle imprese, pur nel rispetto dei programmi nazionali, per ridar respiro all'economia nazionale. Riferendosi alle medie e piccole imprese e al grande spazio che occupano, Pacini ha posto l'accento sulla necessità di organizzare meglio questo spazio, con opportune modalità. Tra gli scopi del «Programma» c'è infatti, quello di mettere a fuoco una serie dì problemi specifici, per la scelta e la messa a punto di strumenti di intervento a medio raggio, vale a dire utilizzabili con iniziative decentrate a livello locale: sviluppo tecnologico, cooperazione, commercializzazione, sviluppo dei mercati, aspetti finanziari e creditìzi, mercato del lavoro, eccetera. Nell'analisi riguardante gli ultimi anni emergono alcune tendenze interessanti. Le piccole imprese, e in certa misura anche le medie, hanno sostenuto un intenso sforzo per elevare il livello di meccanizzazione e quindi per modificare la propria organizzazione produttiva, riducendo l'impiego del fattore lavoro. Dalle statistiche risulta che le medie e piccole imprese hanno un parco macchine tra ì più recenti. Nel triennio dal 1973 al 1975 il processo di ristrutturazione volto ad elevare il livello di meccanizzazione ha comportato uno sforzo notevole negli investimenti per addetto ma non ha consentito di ottenere un altrettanto rapido sviluppo della produttività aziendale. «Tuttavia — sì osserva nella relazione — gli incrementi della produttività aziendale sono stati molto più sostenuti di quelli fatti registrare dal costo del lavoro e questo ha permesso un notevole ricupero sul piano dei margini. Soltanto attraverso questi ultimi le medie e piccole imprese sono riuscite, negli ultimi anni, a migliorare la redditività degli investimenti ed a conservare il vantaggio relativo che in questo senso detenevano inizialmente nei confronti della grande impresa». Nelle medie e piccole imprese si riscontra, in generale, «una maggiore copertura degli investimenti fissi da parte dei profitti e, quindi, una politica degli investimenti che può essere sostenuta in buona parte dall'autofinanziamento». Questa possibilità, osserva la relazione, «sembra invece preclusa alla grande impresa, dove si nota che i profitti lordi non consentono di coprire, se non per una quota molto modesta, gli investimenti fissi». Sergio Devecchi

Persone citate: Bernardo Cori, Pacini, Roberto Artioli, Sergio Devecchi

Luoghi citati: Italia, Pisa, Prato, Torino