Il poco fatto e il molto da fare di Francesco Forte

Il poco fatto e il molto da fare Decisioni economiche del governo Il poco fatto e il molto da fare in a i è o Il governo si è finalmente mosso, in materia economica. Ne sono usciti due provvedimenti di un certo impegno: la modifica della legge sui giovani, l'adozione di criteri più severi per la concessione delle pensioni di invalidità. Con questa seconda misura si dice che si potranno già ridurre i disavanzi delle gestioni previdenziali di un 300 miliardi annui. Non è una gran cifra, rispet- | to al disavanzo dell'operatore | pubblico allargato che si aggira sui 24 mila miliardi. Ma è certamente un passo significativo, in un periodo in cui si sta per votare nelle elezioni amministrative in molti piccoli comuni, se si considera quale strumento elettorale è stata sin qui la concessione della pensione di invalidità. Ne abbia- - mo, nel regime per i lavoratori o a a e a è a . oa l n a » el e ri dipendenti, 3 milioni e 300 mila; e in Basilicata ve ne sono 3 per ogni pensione di vecchiaia, mentre la media nazionale (anch'essa aberrante, ma un po' meno) è di una ogni una. Rimane per altro la questione di fondo che. per dar lavoro ai giovani, bisogna che aumentino i posti di lavoro totali. Ed allora, dedichiamo più attenzione ai problemi economici. Essi non sono una «distrazione» rispetto ai grandi problemi dello Stato, che oggi incombono su di noi. Al contrario, essi si riferiscono alle cause profonde dell'attuale malessere. Il ricercare con impegno la loro soluzione ha importanza essenziale per rafforzare lo Stato e la società in cui viviamo. Questo è uno degli scopi principali, se non il principale, cui deve dedicarsi — sfruttando la forza che gli viene dalla sua larghissima maggioranza — il governo di unità nazionale o d'emergenza che dir si voglia. Il ministro del Tesoro, al Messico, negli incontri del Fondo monetario ha svolto un'azione generale opportuna: la richiesta della concessione di un prestito all'Italia di un miliardo di dollari onde evitare che si debba restituire troppi dei prestiti passati con un troppo gran- de surplus di bilancia dei pa gamenti; e una azione simultanea di espansione da parte di tutti i Paesi industriali per impedire che la nostra azione di espansione resti isolata; così che essa stimolerebbe le nostre importazioni, mentre le nostre esportazioni potrebbero rallentarsi a causa della mancata espansione altrui. Anche questo è un sintomo di risveglio nell'azione del governo. Ma non si può fare a meno di ricordare che gli esperti americani erano venuti da noi questo gennaio per intavolare tale discorso, che ora noi riprendiamo e rilanciamo in maggio. Sembra di assistere a quei cori di crociati che cantano «partiam, partiam»; ma non partono mai. Mi riferisco anche al famoso preannunciato ribasso del tasso di interesse per gli operatori privati e alla connessa abolizione del vincolo alla concessione ad essi di crediti. Il governo dovrebbe dedicarsi anche a sciogliere altri nodi (mi sia consentito l'uso di questo termine, entrato nel gergo, forse perché il nostro è un popolo di navigatori). La legge di riconversione industriale è ancora in attesa di attuazione, perché presuppone, per la propria applicazione, una lunga trafila di piani: siamo a un po' più di metà del percorso pianifknlorio. preliminare alla deliberazione dei singoli progetti, che a sua volta è il presupposto all'erogazione dei fondi. Gli anni del centro-sinistra, in cui si era introdotto il sistema dei piani a vari stadi, che rallentava la spesa pubblica di investimento (poi ci si dovette dedicare a sveltire tali procedure per rianimare l'investimento), sembra non ci abbiano insegnato molto. Analogo discorso vale per la nuova legge riguardante le agevolazioni per gli investimenti nell'Italia meridionale: essa prevede alcune difficili incombenze burocratiche per i richiedenti, per cui non si riesce a farla entrare in azione. Infine, vi sono le norme sull'equo canone, che il Parlamento dovrebbe varare per dare certezza all'edilizia. In tutti questi casi, il governo dovrebbe rendersi promotore di un lavoro legislativo rapido e teso alla semplificazione all'efficienza. Bisogna riuscire a metter in moto gli investimenti. Come accennavo prima, tale azione però comporta anche il ribasso del costo del denaro. Questa, a sua volta, si collega a interventi volti a ridurre il disavanzo pubblico ed a dare l'impressione, alla comunità internazionale e alla pubblica opinione, di serietà in materia di bilanci pubblici. L'Italia, su questa base, può raccogliere " molto credito per scopi produttivi. Esiste una lista di misure che sono nel taccuino del governo per la riduzione dei disavanzi, che è bene decidersi ad attuare in tempi brevi. La manovra complessiva può dunque così delinearsi: misure di serietà nel campo dei bilanci pubblici, per creare una base di credibilità e un maggiore spazio finanziario all'espansione e alla connessa concessione del prestito in dollari; misure di sveltimento legislativo, riduzione del costo del denaro e abrogazione del vincolo al credito alle imprese per attivare l'investimento ai fini dell'espansione; azione per lo sviluppo della cooperazione internazionale (anche in sede Cee) al fine di inserire tale azione in un quadro coerente. E poi riordino di questa nostra « casa », che ha tante stanze in disordine (vedi scioperi nei servizi essenziali, vedi evasioni fiscali per mancanza di strutture), per cui sovente ci si muove a fatica e con senso di 'sciattezza. In una casa in ordine, ciascuno, invece, è indotto a comportarsi in modo più ordinato; e gli addetti ai lavori domestici, alla fine, avranno un compito di maggior efficacia e soddisfazione. Francesco Forte

Luoghi citati: Basilicata, Italia, Messico