L'enigma Tosi nel mistero Candiani

L'enigma Tosi nel mistero Candiani L'enigma Tosi nel mistero Candiani Alla deposizione resa dal socio dell'imputato si aggrapperanno domani Parte Civile e P. M. per dimostrare che tu il vecchio cavaliere a uccidere Si.via Da Pont WSSEB3SBEM militilo, lunedi mattina. E' da credere che domattina, ritornati freschi e sbarbati dalle tre giornate di riposo nelle loro case, nel Veneto, i due patroni bellunesi della Parte Civile, aw. Della Bernardina e Doglioni, si presenteranno impeccabili, preparatissimi alla ripresa del processo Candiani. Incomincerà con loro il torneo delle toghe. Dovranno rompere il ghiaccio, impostare una ricostruzione dei fatti cosi convìncente da essere inattaccabile. Domani è la grande giornata dell'accusa pubblica e privata. Della Bernardina, Doglioni e Camillo Tosi, di Busto Arsizio, associato ai primi due nel collegio della parte civile, si saranno ben ripassati, foglio per foglio, tutti volumi di questa intricata causa. Resi prudenti dalle in- tenzioni polemiche dei loro avversari, gli avvocati avranno anche ristudiato 1 testi della dottrina e della giurisprudenza sui due punti essenziali di questa vicenda: la prova e la confessione. Un tempo i giuristi consideravano la confessione dell'imputato come « la regina delle prove ». Poi, con i progressi della scienza giuridica, questa « regina » fu spodestata. La confessione è oggi ritenuta « fonte » di prova, non più regina. Se non è più la « regina delle prove », la confessione dell'imputato conserva tuttavia un indubbio valore, perchè fornisce elementi per la accusa. Se questi elementi non appaiono chiari, il processo — anche se fondato sulla confessione — rimane indiziario e la condanna problematica. Di che cosa dispongono gli accusatori al processo Candiani? Prima di tutto di una certezza quasi assoluta: Silvia Da Pont non era donna da lasciarsi morire, men che meno in quel modo. Dunque, suicidio no. In secondo luogo, la papaverina e la digitalina rintracciate sul suo cadavere non appartenevano certo alla normale alimentazione delia ragazza. Silvia era donna di robusto appetito montanaro. Non conosceva droghe nè stupefacenti. Chi, invece, conosceva l'arte di preparare e mescere intrugli era il padrone di casa, Carlo Candiani. Ma è una prova codesta? Una pantofola fu trovata, il giorno dopo la scoperta del cadavere, entro una cassa scotierchiata : nella famosa carbonaia dei Nimmo. Chi la portò laggiù? Il Candiani, quasi cerfairriente. Ma siamo ancora nel limbo degli indizi: forse ohe la ciabatta indica nel vecchio la coscienza e la volontà di uccidere Silvia, elementi indispensabili per una affermazione dd colpevolezza? Nel solaio, una grande orma ovale: qui cadde il corpo di Silvia, dissero gli indagatori tracciandone il contorno con il gesso. Ma è possibile che il vecchio, con tanto zelo che avrebbe avuto nel distruggere le tracce del soggiorno di quella sua bella prigioniera, abbia poi trascurato di cancellare con un colpo di scopa quella pericolosa orma sulla polvere ? Indizi anche qui, non prove. C'è il racconto di Vittorio Tosi — il racconto tenebroso della cassa trasportata dal solaio alla cantina — che potrebbe fornire l'unico punto fermo, l'unica prova al di fuori della confessione del Candiani. Ma il Tosi è lontano dalla gabbia. Gli avvocati Della Bernardina, Doglioni e Camillo Tosi dovranno per forza afferrarsi alle sue lontane parole, verbalizzate dal capitano Mongelli, per dare concretezza a tutte le illazioni e a tutti i sospetti che inchiodano il Candiani sul banco degli accusati. Perchè mai Tosi non è venuto a confermare il suo racconto? Una domenica del novembre 1951 il Tosi, appena uscito di casa, incontrò un gruppo di donne che rientravano dalla Messa. «Il Candiani ha confessato... », esclamava una di quelle a gran voce. Il Tosi fece un dietro-front rapidissimo. Rientrò a casa, sali nella stanza, calcò il cappello in testa, inforcò una bicicletta e pedalò velocissimo, finché non scomparve all'angolo della strada. In tasca aveva 5000 lire. Da allora non s'è più rivisto. Se fosse per il rimorso di avere tradito il vecchio padrone con una bugia, egli sarebbe comparso a fare mea culpa in Corte d'Assise. Potrebbe essere anche il timore di fare troppo male al Candiani, a tenerlo lontano. Oppure la paura di finire in galera come correo, pienamente consapevole, del delitto. H Tosi è una figura enigmatica, che oggi i difensori e gli accusatori si disputano con calore. Interpretare esattamente la sua scomparsa e la sua figura timida, suggestionabile, incostante, significa stringere in mano la chiave del processo, Attorno al vecchio Candiani troppe leggende torbide e incontrollate sono ormai cadute. Rimane il mistero Tosi per aprire uno spiraglio sul mistero Candiani. Ne scaturirà la prova, tanto affannosamente ricercata? E' ben vero che nessuno, nella casa di via Galilei, appai-' più indiziato di Carlo Candiani; è vero anche che nessuno può avere ucciso la ragazza in un luogo lontano e averla poi riportata, cadavere, nella cantina del Nimmo. Tuttavia domani la parte più ingrata non è per l difensori, ma per l'accusa, cui il giudice chiede di strappare dalla nebbia almeno una certezza inoppugnabile. La grande giornata per i patroni della Da Pont appare già da ora più difficile che un esame di maturità. Gigi Ghirotti Dado Buspoli, fotografato sabato mentre usciva dalla questura di Milano dove gU era stato ritirato il passaporto, è partito nella stessa serata. TI principe non si è fermato a Roma, preferendo proseguire direttamente per la Sicilia. Egli soggiornerà per un certo tempo presso amici di Palermo in attesa che venga dimenticato 11 clamoroso episodio del sequestro del quattro chilogrammi di oppio

Luoghi citati: Busto Arsizio, Milano, Roma, Sicilia, Veneto