Assassinio a randellate
Assassinio a randellate AGGUATO LUNGO UNA MULATTIERA Assassinio a randellate Il delitto sarebbe conseguenza di un diverbio Il contadino Fazio Ristorto di 29 anni, condannato recentemente dalla Corte di Assise di Cuneo a 16 anni e 2 mesi di reclusione per aver ucciso, la sera dell'8 novembre 1950, l'agricoltore Magno Rosso, compare stamane davanti ai giudici popolari di appello. Egli intende ottenere, nel nuovo dibattito, il riconoscimento che il suo delitto fu preterintenzionale e di conseguenza strappare una riduzione di pena. Il cadavere della vittima fu scopèrto su una mulattiera, vicino alla borgata Ruà di Monterosso Grana, da alcuni montanari. I carabinieri, appena informati del rinvenimento, sospettarono che responsabile dell'omicidio fosse il Ristorto poiché tutti non ignoravano come fra lui e la viti ima, da tempo, non correvano buoni rapporti. I tre uomini erano anzi divisi da un profondo rancore dovuto a ragioni d'interesse. Il Ristorto, fermato, respinse l'accusa di omicidio, ma infine, dopo tre giorni, si decise a confessare di aver partecipato all'uccisione del rivaio con una persona sconosciuta. Infine, durante la istruttoria, ammise la sua colpevolezza. Uscito da un'osteria con il fratello, aveva incontrato il Rosso e tra essi si era acceso un violento diverbio. I due* fratelli se n'erano poi andati a casa piuttosto alticci; ma Fazio Ristorto, ancora infuriato, si rivesti degli abiti e andò ad attendere |1 Rosso sulla stradicciola che questi avrebbe percorso per ritornare a casa. Quando lo sventurato, barcollando anch'egli per 11 vino bevuto, passò nella località, il Ristorto lo assali vibrandogli ripetuti colpi di randello fino ad ucciderlo. L'imputato è assistito dagli avvocati Andreis e Toselli. Rappresenta la Parte civile il senatore avvocato Bertrand.
Persone citate: Fazio Ristorto, Ristorto, Toselli
Luoghi citati: Cuneo, Monterosso Grana
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