Magnifico goal di Piola e risposta dei campioni

Magnifico goal di Piola e risposta dei campioni f-f dopo una scialba esibizione dei juventini allo Stadio Magnifico goal di Piola e risposta dei campioni La partita ha cominciato ad avere una fisonomia concreta al B6° minuto, quando cioè Piota, a conclusione di un contrattacco che coglieva scoperta la difesa juventino estendo tutta la squadra diste»a all'offensiva, ricevuto un centro di Janda dalla sinistra, lanciato a sua volta da Miglioli, avex^a tutto il tempo di intercettare il pallone col piede destro, portarselo sul sinistro e staffilare un traversone a mezza altezza da una quindicina di metri nella por- ta di Viola. Quest'ultimo era apostato verso il palo alla sua destra e non potè nemmeno abbozzare un tentativo di parata. Voltò la testa e vide la palla scuotere la rete alla sua sinistra. Un bellissimo gol, un tiro dosato ed esatto, uno di quei tiri che ingannano perchè cosi larghi da dar l'impressione di finir fuori, Il Novara, che aveva adottato una tattica prudente e che fino a quel momento era stato largamente dominato dal gioco bensì a piccolo trotto della Juventus ma tuttavia superiore, si trovò troppo presto in vantaggio. I bianconeri avevano ancora a disposizione più di un'ora di gioco e dato questo largo margine di tempo non si poteva dire che mancasse lo spazio per il r(- IIIIIIIIIIIIII1I1IIII1IIIIIIIIIIIIIMIIIIIIIIIIIIIIIIIMII e a i o e - IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIMIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII cupero; ma da quello che si era visto fino a questo momento non si poteva dire che la Juventus avesse immediate possibilità di riscossa., ha squadra appariva in una di quelle sue tipiche giornate di svogliatezza, caratteristiche di un rilassamento agonistico e tecnico. Gioco lento, passaggi alla ventura, insufficienza di scatto, mancanza di mordente: i soliti difetti, insomma,di una Juventus fuori dall'ambiente morale della lotta. Le occasioni buone di segnare non erano tuttavia mancate. Già all'11' un tiro di Pracst era stato deviato da un nova/rese, forse Feccia, e la palla era andata a sbattere nolentemente contro il piede del montante. Poi, sempre prima del gol di Piolo, un fin troppo evidente fallo di mano di Mainardi in area era stato trascurato dall'arbitro e non fu visto bene nemmeno da una parte del pubblico, così rapida era stata l'azione. Infine al 36' su calcio di punizione tirato da Parola, Praest e J. Hansen scattati dopo il tiro (una parabola alta, lunga e lenta) si erano trovati soli a cinque o sei metri da Carghi e fosse la sensazione del fuori gioco, fosse la sorpresa di essere raggiunto dalla palla in posizione così scoperta, J. Hansen si lasciò sfuggire di sotto ai piedi la sfera che fini oltre la linea di fondo. Queste tre <situazioni» maturate nel giro di un primo tempo scialbo, stanco e inconsistente tecnicamente, non potevano stabilire una effettiva superiorità juventina perchè non costituivano la conseguenza logica di un gioco meditato e di una condotta tatticamente meritevole. Le speranze del pareggio vennero rimandate al secondo tempo, presagendo forse che sotto la pressione di un attacco fervido di idee e robusto di manovra la difesa novarese si sarebbe arresa, logorata dal lungo sforzo. Il secondo tempo è stato infatti un pressoché continuo susseguirsi di attacchi juventini, ma il gioco era così confuso, cosi pervaso di nervosismo per la sempre crescente difficoltà di spuntarla, cosi lento nella preparazione e così farraginoso negli sviluppi che mai si potè vedere uscire dalla mischia, libero e in posizione di poter segnare, uno degli attaccanti juventini. Il Novara si difendeva a denti stretti con un piazzamento di copertura pressoché perfetto, tutti scattanti gli uomini in maglia azzurra, tutti fisicamente più efficienti degli avversari, mobilissimi, attivissimi, pronti al contrattacco nel quale riuscivano talvolta a portare anche tre ov o quattro uomini, imbeccati or l'uno or l'altro da quei sagaci passaggi di Piota che arrivano sempre al punto e al momento giusti. La strada verso il pareggio restava ermeticamente chiusa. Ma al 26' all'assestamento difensivo novarese veniva tolto un puntello. Mainardi era espulso non tanto per il fallo commesso su K. Hansen in questa occasione quanto per tutta la sua condotta precedente, e Belle l'aveva anzi già ammonito. Due minuti dopo, su calcio di punizione di Manente, Mari arrivava con un attimo di ritardo sulla respinta a terra del portiere che poteva ricuperare. L'offensiva juventina premeva disordinatamente, affannosa, un arrembaggio più che una manovra. Al SS' BertucceTli batteva una punizione da circa cinquanta metri: un tiro a traiettoria tesa, forzato. La fatale testa di J. Hansen sbucava dalla mischia e deviava la palla nella rete a filo del montante sulla destra di Gorghi. La Juventus aveva raggiunto il solo traguardo che le sue forze della giornata le consen tissero. Pareva tutto finito, ma al W un improvviso contrattacco novarese si rovesciò sulla difesa juventina. Rcnica, dopo un duello con Parola, riuscì a centrare e Feccia piombò sulla palla a pochi metri dai pali, perfettamente libero. Forse per un rimbalzo falso, la sfera gli scavalcò il piede. Riuscì ancora a sfiorarla deviandola debolmente e Viola la mandò in corner. Feccia restò li con le mani nei capelli. Un gran sogno svanito. Ettore Berrà JUVENTUS: Viola; Bertuccelli, Manente; Mari, Parola, Piccinini; Corradi, K. Hansen, Praest, J. Hansen, Carapellese. NOVARA: Corghi; Della Frera, Mainardi; Rosen, De Togni, Balra; Renlca, Feccia, Plola, Miglioli, Janda. Arbitro: Bellfr, di Borgotaro. Spettatori: 6520. Anche 11 mediano della Juventus Mari si è spinto all'attacco, ma U portiere novarese Corghi blocca, (Foto Moisio)

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