Lo spunto decisivo di "Luciano" e Petrucci

Lo spunto decisivo di "Luciano" e Petrucci Lo spunto decisivo di "Luciano" e Petrucci fi fatto che l'ordine d'arrivo si apra col nome di un paio di corridori che s'usa chiamar Assi perchè appartenenti aita ristretta schiera dei vincitori di corse classiche e perchè richiesti e ben pagati dalle * case > che se ne fanno una redditizia bandiera pubblicitaria. il fatto — dico — che Luciano Muggini e, Loretto Petrucci alihiann occupato il primo e, il secondo posto della Milano-Torinof non deve far credere che la corsa sia stata rfominn'o dai rappresentanti del... ca- fiitalismo ciclistico c che i proetari della bicicletta abbiano do duto piegare il collo davanti alla supremazia dei vincitori. Neanche per sogno! La realtà è stata ben diversa, g'archè soltanto negli ultimissimi chilometri, quando giti la lolla cittadina faceva ala all'avanguardia dei corridori lanciati a iO all'ora verso il vicino Motovelodromo, i due nominali si portarono a galla nel convulso finale della corsa, fino a Quel momento dominata, invece, da un ininterrotto ed avvincente seguito di attacchi e di contrattacchi, di 'ughe e di cacce, di nuove fughe e di disperate riprese, in ognuna delle Quali mutavano i volti e le figure e i «orni dei protagonisti. ta tutti erano di giovani, erano di nuovi venuti sulla scena ciclistica spinti e animati dalla volontà di ben fare, e di battere gli Assi nella primo corsa dell'anno. Ahimè, il colpo non gli è riuscito, per quante volte con ammirevole ostinazione essi vi si siano cimentati, fino all'ultima, con protagonisti il fiorentino Bartalini e il napoletano Prisco, transitanti in cima alla Rezza con 300 metri d\ vantaggio sul gruppone nel quale si trovano tutti gli Assi, nessuno escluso, da Van Steenberhergen a Bobet, da Minardi ad Astrua. da Kubler ad Ockers. Tuttavia, è doveroso dichiarare subito che la descrizione della corsa, che è ora debba esser stesa a soddisfare la vostra curiosità, dovrà tutta quanta trattare dell'intraprendenza dell'audacia delle c piovani speranze » com'era nelle generali previsioni della vigilia, e poco importa se nella sua pagina finale siano stati due di l , d e a e a a a i questi Assi a diventarne i protagonisti, una volta decisisi ad uscire dall'ignavia; o dalla prudenza, che fino in vista della Mole li aveva dominati. Insamma i giovani hanno quasi tutti brillato; per molte ore si è creduto che la corsa si risolvesse a loro vantaggio, ma alla fine hanno dovuto cedere le armi. Dobbiamo forse dire che ciò ci dispiace, e che avremmo preferito annunciare un diverso ordine d'arrivo/ No, che abbiamo troppo rispetto per gli sforzi dei corridori onestamente affrontati c bravamente portati a conclusione, per ridurre a una piccola questione di < tifo » la erovia di questa Milano-Torino, della (male è bene non dimenticar! che essa, principalmente, a null'altro doveva servire nelle intensioni degli Assi che covic un ultimo e utile galoppo in vista della < Sanremo ». Se i giovani, dopo tanto affannarsi e combattere non sono riusciti a spuntarla pur dopo esser sembrati dieci volte di esser padroni della situazione, vuol proprio' dire che la maggiore maturità degli Assi ha finito coll'tmporsi, e la zampata decisiva di Maggini e di Petrucci che escono dal gruppone degli inseguitori per raggiungere e staccare i due giovani fuggitivi, nuli' altro significa che un brusco richiamo alla realtà e ai diritti della classe. Eppure, com'era cominciala bene la corsa, e come era proseguita ardente e veloce, tutta a scatti e sussulti, con pochissime pause di calma, ma costellata da episodi avvincenti e schioppettanti come fuochi artificiali! I 133 llltltttl1lllllllll1lltllllllllllllIII1lllIIIIItlll11llllllll concorrenti si erano appena abbassati sulle biciclette al ricevere alle il e qualche minuto il segnale di partenza, che già la prima fuga era in atto, preludio d'un susseguirsi continuo di episodi del genere. L'aveva iniziata Grosso, che di queste imprese ha l'abitudine; e si portò dietro Vittorio Rossello e qualche altro, fino ad avere quasi due minuti di vantaggio a Legnano (km. sei. Una volta ripresi dal gruppone a Somma Lombarda, ceco nuovamente verificarsi una frattura nel primo troncone della quale vidi ancora il trevigiano, e Oervasoni che n'era stato l'artefice, e Corrieri, ed anche Conterno che, forper levarsi dal corpo le conseguenze di «n'indisposisione venutagli nella notte, con quella sudatacela s'illudeva di guarirne Anche essi avvantaggiarono nettamente; ma anch'essi finirono con l'essere raggiunti alle porte di Borgomanero (km. nj, dove Fornara diede ai suoi concittadini la soddisfazione di vederlo vincere il traguardo a premio. Si sarebbe detto che in parteni, Iniezioni di argento vivo fossero state fatte nelle vene dei pretendenti ad umiliare i trannoni » In rodaggio per la Milano Sanremo. Prima ai Rimagliano (km. 8$) scaponito Dc Santi t Falzanì: il triestino prende male una curva, cade, e scompare. Ma il suo compagno prosegue; e di lì poco attorno a lui si forma una pattuglia d'una dozzina di altri impacienti, fra i quali c'erano Mirtini, Clerici, Pettinati, Bartalini. Oli Assi erano rimasti a 500 metri; pareva che non gl'imporlasse questo distacco tanto che altri sopravvenuti vennero ad ingros<are l'avanguardia, che al rifornimento di Buronzo (km. 1101 era salita a ti. con Van Steenbergen, Astrua, Ciolli, l'ex-campione mondiale Ohidini, ai quali poco dopo si aggiunsero Rossella senior e Petrucci. Ma per veloci che andassero, dietro andavano ancor più forte. La indifferenza dei c grandi » era sol tanto apparente: avevano anch'es si paura di rimaner distaccati per sempre. Reagirono, e prima di Li «orno Ferrari», nuovamente il gruppo si ricompose. Però, scappa subito un corridore — ed A Coletto, che credeva di aver ancora qualche fuggitivo davanti. Avvertito rientra nei ranghi (ma un'ora dopo nuovamente ne uscirà, e con ben altro e più ambizioso programma) Si profilano le colline del Monferrato. Stavolta sembra J'tnUio dtVa lotta decisiva, giacché è in quel'.a sessantina di chilometri tutti a saliscendi che mancano all'arrivo, che potranno verificarsi i distacchi definitivi. Ben prima di arrivare al piede della salita di Casalborgone (km. 1~0) sei corridori scappano. Sono Bicocca, Maggini, Faccioli, Oabiano, Roma e Piazzon. La reazione è pronta e vivace; per dieci chilometri il direttore di corsa innalza bandiera rossa a significare che la lotta è indecisa e che nessuna vettura può avanzare a disturbarla ; infine, i fuggitivi pigliano il largo. La salita alla Torre, lunga tre chilometri e abbastanza ripida, sembra esser decisiva. I due veneti Roma e Piazzon si liberano dei loro compagni, sulla vetta, e ancora in fondo alla discesa, al bivio per Cocconato, hanno mezzo minuto di vantar/pio sul gruppo. A un tratto, da questo schizza fuori Coletto. L'azione del torinese è tanto rapida e risoluta, che nessuno gli può star dietro. Egli arriva sui due veneti; e sulla prima rampa li pianta. Altro cambiamento di scena, dunque; sarà l'ultimot Mancano quaranta chilometri all'arrivo. Coletto, potrà mantenere il vantaggio t Su a Moriondo, egli i ancora primo, passando un minuto avanti Piazzon e Roma, e un minuto e mezzo avanti il gruppo, che conta sempre un'ottantina di uomini. Sarebbe veramente una grande impresa, se egli riuscisse a resistere fino all'arrivo. Ma al bivio della Madonnina, dove si lascia la strada per Chieri per salire alla Rezza, tre avversari gli sono a S00 metri. Bono Qhirardi, Bartalini e Prisco. Il grosso si vede venire a 500 metri, tirato da Petrucci. I tre arrivano su Coletto che, spossato, è costretto a lasciarli passare. Sulla salita, Qhirardi cede. I due superstiti scavalcano soli l'ultimo ostacolo; giù a Castiglione, mancando 9 chilometri al-Motovelodromo, hanno ancora iO" di vantaggio sulla testa del gruppone. Ed ecco l'ultimo colpo di scena, quello che rovescia la situazione a sfavore dei giovani che tanto si erano prodigati nelle continue offensive. E' avvenuto sulla breve rampa di Sambuy. Petrucci — che ieri è stato indubbiamente il più rapido e il più deciso depli Assi — parte all'attacco, e trascindandosi dietro Maggini e Zampini, distacca tutti, e corre addosso ai fuggitivi; Qua- dagna terreno; li acciuffa a Bas si; e se li lascia dietro. In pista entra primo Zampini che gli tira la volata; all'entrata del rettilineo opposto, Petrucci scatta e guada gna due lunghezze: ma Maggini non è perduto; si è prodigato poco nella fase finale, ha più forze, gli si fa sotto, e sul rettilineo finale gli salta davanti d'un quarto di ruota, rimontandolo al largo mentre alla corda sfilano i componenti del gruppone — arrivati con mezzo minuto di ritardo. VITTORIO VARALE Emozionante caduta di Roberto nella riunione di attesa per la Milano-Torino: il giovane «stayer» si rialzerà e farà In tempo ad arrivare secondo. (foto Molalo)