La gioia di vivere (ovvero: l'amore non è male di gioventù)

La gioia di vivere (ovvero: l'amore non è male di gioventù) SULLE SCENE PARIGINE La gioia di vivere (ovvero: l'amore non è male di gioventù) L'avventura di un anziano e casto scienziato die una giovane e bella donzella (a uscire di senno Dal nostro corrispondente Parigi, marzo. La stagione teatrale parigina non ha risposto quest'anno alle promesse che aveva fatte. ' « grandi » dell'arte drammatica non si sono manifestate, tranne André Roussìn con la sua Hélène ou la Jole de vivre, presentata attualmente <tl « Thé&tre de la Madeleine », e Marcel Achard con la commedia Les compagnone de la Marjolalne che ha tenuto per un paio di mesi al <cThéàtre Antoine», quesfanno le creazioni non hanno avuto davvero nulla di veramente eccezionale. E' dunque nelle riprese che si è rifugiata Parte drammatica francese, e in ciò si pìiò dire che la scelta e stata felice: Jean CHraudoux col Siegfried, Edouard Bourdet con Hymenée, Georges Feydeau con La puce a I'orellle, Marcel Pagnol con Marlua e Jules Romains con Les loups e Monaleur Le Trouhadec aaisl par la debauché, sono i grandi nomi ai quali questo teatro ha affidato il compito di tenere alta una bandiera che da-molti anni sventola vittoriosamente sulle ribalte di tutto il mondo. Tuttavia merita rilevare la varie presa quest'anno dall'arte drammatica italiana a Parigi, con Pirandello (Come tu mi vuol al teatro « Charles de Rochefort»), Ugo Betti ('Corruzione al Palazzo di Giustizia allo « Studio des Champs Elysées ») e Anna Bonacci (L'ora della fantasia al Teatro < Antoine »). E' la prima volta che il teatro italiano si trova contemporaneamente su tre, ribalte parigine, e si annuncia l'arrivo per i prossimi giorni del « Piccolo teatro di Milano », che farà una « tournée », probabilmente trionfale come quelle degli anni scorsi con Pirandello e Goldoni in programma. Hélène ou la Jole de vivre, abbiamo detto, e la sola imporrante creazione della stagione: è un tdivertissement* per intellettuali, come l'ha giustamente definita un critico noto. E' la storia di Elena, moglie di Menelao, rapita da Paride, come tutti i ragazzi di 15 anni Hanno imparato a memoria nei canti dell'Iliade. Roussin ha tratto la sua commedia dal libro di John Eskine, aggiungendoci un po' del suo spirito e del suo acido prussico. Menelao ha riportato in patria la sposa infedele, invece di ucciderla come si era promesso di fare, dopo averla ripresa ài troiani sconfitti, e ciò sebbene Elena non sia una donna pentita della sua avventura e obbediente, bensì una Elena sicura della propria bellezza e del proprio fascino che continua a imporre a tutti le sue volontà, marito compreso, e che, magari, è pronta a ricominciare, a farsi rapire un'altra volta, per un giorno o più, se un nuovo Paride si presentasse. E' la « gioia di vivere » alla parigina, che non trascura nulla e non si imbarazza di scrupoli eccessivi né di una movale che va poco d'accordo con F amore. Come l'influenza E questa < gioia di vivere » ci porta direttamente a parlare della commedia che, fra le riprese, merita una menzione particolare: Monsieur le Trouhadec Baisi par te. debauché. E' l'avventura di un uomo anziano, uno scienziato, casto, che si innamora sul tardi, anzi sul tardissimo, di una giovane donzella astuta e bella che lo fa diventare letteralmente pazzo... Prova, questa, che dall'epoca mitologica ad oggi le belle donne agisrono nello stesso modo, dosi come non è vero che l'atnore sia un male di gioventù: esso prende a quaU siast età, come l'influenza. In questa commedia, rappresentata per la prima volta a Parigi nel 19S3 e oggi nel repertorio della <Comédie Francaise >, il che significa che essa viene data con un lusso incomparabile perchè la minimo parte è fatta da un grande attore, si ritrovano due personaggi che Jules Romains presentò già in Donogoo, che la precede in ordine di data: il signor Le Trouhadeo e Benin. Questi due vecchi amici si incontrano a Montecarlo, e lo scienziato confessa a Benin di essere lì per aver seguito ima attricetta di varietà di cui è innamorato e alla quale, del resto, non ha avuto il coraggio di rivelare la sua fiamma. Il signor Le Trouhadec, impersonato da Jean Debucourt la cui arte raggiunge la perfezione in questa parte, è un vecchietto saltarellante divorato da ardori improvvisi e insospettati in un individuo la cui ultima « debolezza sessuale », come egli la chiama, risaie a 18 anni prima. Per combinazione Benin conosce l'attrice in questione e Le Trouhadec gli chiede di presentargliela. Così avviene, e la donzella si lascia corteggiare, lusingata assai dagli omaggi di un membro dell'Istituto di Francia e professore di geografia all'Università. Si immaginava la bella attrice che i guadagni del suo ammiratore fossero in relazione con la sua fama, ma deve perdere ogni illusione quando tenta invano di farsi offrire un braccialetto d'oro... Roulette e amore Le cose cambiano quando il signor Le Trouhadec vince alla roulette: egli non aveva mai giocato in vita sua, e si lascia trascinare da un exladro che vive di rendita nella pensione dove egli era sceso. A caso punta su un numero e vede il < croupier » accumulare sulla sua posta molti gettoni; egli non è sicuro di aver vinto e che quel denaro sia suo sicché non ha il coraggio di toccarlo, lo lascia dove è, e vince di nuovo. Allora ne ritira una parte, sparpaglia il resto sul tappeto e a ogni colpo vince. Quando ha le tasche piene di biglietti da non sapere dove metterli se ne va circondato da decine di persone ammirate le quali credono che egli possegga un segreto: il famoso segreto per vincere alla < roulette», che tutti i giocatori cercano da quando la < roulette » è stata inventata. Sapendo che il professor Le Trouhadec ha vinto più di un milione in un quarto d'ora (nel 1923 la somma era di 3000 franchi ed è questa, con alcuni altri prezzi, l'unica modifica recata alla commedia per renderla di attualità), l'attricetta diventa affettuosa e concede al for- lunato uomo tutto ciò che egli desidera, tanto che le gioie da lui provate diciotto anni prima non sono in nulla paragonabili, a quanto egli afferma, alle gioie presenti. Soddisfatto egli le offre una collana di perle, un appartamento nell'albergo più lussuoso di Montecarlo, eccetera, e il milione è rapidamente inghiottito. Con gli ultimi 30.000 franchi il Trouhadec ritorna al Casinò per vincere un altro milione, perchè alla fine anch'egli è convinto di possedere un qualche istintivo segreto, ed è con animo sereno che gioca tutto ciò che possiede. Disgraziatamente, invece di vincere un milione in un quarto d'ora perde i 30.000 franchi in cinque minuti, e non gli rimane nemmeno di che pagare la cena che aveva ordinata per sè ed alcuni amici in un ristorante in voga. II solito finale La posizione dello scienziato si complica anche perchè il suo amico ex-ladro, che non aveva saputo resistere alla tentazione di svaligiare una villa disabitata (nostalgia del passato t), gli regala un gioiello difficilmente cedibile, tanto che alla fine Le Trouhadec non è soltanto in bolletta, ma ha anche la polizia alle calcagna. Lo salva l'amico Benin e tutto finisce bene: con un pranzetto a cui partecipano tutti i personaggi della commer dia. Dopo di che Le Trouhadec, ritornato in sè, riprende il treno per Parigi per ricominciare i suoi corsi di geografia. I/amore, per lui, è finito. Tutto sommato la commedia di Jules Romains è una commedia morale, sebbene dimostri che la gioia di vivere non esisteva soltanto all'epoca degli Atridi. Ora si lavora già per la <rentrée» di primavera: fra una decina di creazioni che sono state già annunciate due sono di Roger Ferdinand: ,Et&t civil 0 La route de Deauville; e non manca, naturalmente, l'inevitabile André Roussin con una commedia che sarà intitolata Le mari, la lemme et la mort. Pare che la prossima stagione sarà più brillante dell'attuale. Loris Mannueci I due splendidi angora della 'Indossatrice Inglese Anna De Fano sono stati aggrediti a Parigi da un cane che ha provocato la morte di uno di essi. 'La De Fano ha chiesto al proprietario del cane 100.000 franchi di danni