Sull attenti, la mano alla visiera il capitano si è inabissato con la nave di Riccardo Aragno
Sull attenti, la mano alla visiera il capitano si è inabissato con la nave Tragiche testimonianze di superstiti della «Prlncess Victoria» Sull attenti, la mano alla visiera il capitano si è inabissato con la nave Londra, lunedi mattina. Il bilancio Anale del disastro della motonave < Princess Victoria >, che è affondata nel pomeriggio di sabato durante la traversata del Canale d'Irlanda, è di 133 scomparsi. I naufraghi che hanno potuto essere salvati sono, completivamente, 44, ma fra essi non v.'è una sola donna, ne un solo bambino. Eppure, hanno raccontato oggi gli scampati, a bordo ce n'erano tanti. Dopo il ricovero all'ospedale e una visita generale, per accertare se avessero bisogno di cure mediche, questi 44 sopravvissuti a una delle più rapide e angosciose tragedie marinare degli ultimi anni, hanno descritto le ultime ore della nave che gl'irlandesi avevano battezzato < il traghetto del latte >, perchè portava i bi doni di latte irlandesi alla co sta scozzese, ogni giorno. < Abbiamo lasciato il porto — ha detto uno dei marinai dell'equipaggio — alle 7,45 del mattino, con 45 minuti di ri tardo a causa della- tempesta. Le prime dieci miglia di navi gazione all'interno della Insenatura del Loch Ryan sono state relativamente calme. Ma non appena siamo entrati in mare aperto, siamo stati inve stitl da colossali ondate, che hanno quasi subito spalancato le porte di poppa che chiudevano la stiva delle automobili». < Avremo imbarcato fra le venti e le trenta tonnellate di acqua. Gli ufficiali chiamarono subito sul ponte tutti noi marinai e ci dissero di tentare di chiudere le porte che 11 mare aveva spalancato. Non fu fa¬ cile, perchè la nave ballava paurosamente e l'acqua continuava ad entrare, ma ci riuscimmo. Tornammo ai nostri posti e dopo circa mezz'ora di navigazione un'immensa ondata fece girare la nave, che fu investita dall'ondata seguente. Di nuovo le porte della stiva delle automobili si spalancarono e la nave imbarcò una grande quantità d'acqua. Dopo di allora non fu più possibile neppure tentare di rindhiuderle ». A quell'ora — circa le dieci e mezza del mattino — il comandante della nave inviò il primo segnale radio, chiedendo assistenza da parte di un rimorchiatore. Poco dopo mezzogiorno la nave era .fortemente inclinata e tutti .1 passeggeri avevano già ricevuto l'ordine di indossare le cinture di salvataggio. All'una, mentre l'attesa dei soccorsi era divenuta spasmodica, l'inclinazione della nave era tale che era divenuto impossibile tenersi in piedi sul ponte. Alcune donne che erano rimaste coi bambini nella sala da pranzo — nella quale l'ultima colazione di mezzogiorno non fu mal servita — furono letteralmente estratte di peso per mezzo di una catena umana formata dai marinai. Altri viaggiatori che erano rimasti nell'interno delle cabine, perchè soffrivano di mal di mare o per per ripararsi dal vento gelido misto a pioggia o a nevischio, poterono uscire solo aggrappandosi alle corde che erano state abbassate lungo la scala e i corridoi della nave. Una ragazza scivolò lungo il ponte e stava per pricipitare in mare: il miracoloso salvataggio non le concesse però che un'altra ora di vita. Un'ora più tardi. infatti, la nave, che aveva continuato ad imbarcare acqua, si alzò quasi verticalmente e il capitano Ferguson tentò di far calare in mare le scialupe di salvataggio. Era un'operazione estremamente difficile e rischiosa, sia per la difficoltà di far prendere posto ai passeggeri, sia per il rischio del primo contatto con le onde infuriate. Di tre scialuppe che furono calate, una recava a bordo sedici persone, un'altra ne recava una sola e la terza fu sbricclolata de un'ondata contro la fiancata della nave. Per tutta la giornata di ieri — il mare si era un poco calmato — alcuni battelli hanno perlustrato la zona del disastro, ma intorno alla grande macchia d'olio nella vasta zona di mare cosparso di rottami galleggianti non v'era più alcun segno di vita. Le concordi testimonianze dei superstiti della e Princess Victoria » mettono tutte in piena luce l'eroica figura del comandante, il capitano Jamea Ferguson. Lo sguardo fieramente teso innanzi, la mano alla visiera, il busto impavidamente eretto: così i naufraghi lo hanno visto il capitano scomparire tra i flutti, inabissandosi con la sua nave secondo le più luminose tradizioni della Marina. Riccardo Aragno
Persone citate: Ferguson, Jamea Ferguson, Princess Victoria
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