I juventini con la Lazio scatenati nella ripresa: 5-0

I juventini con la Lazio scatenati nella ripresa: 5-0 SII PENALTY JO»\ HAggEg SEGMA... DI TESTA I juventini con la Lazio scatenati nella ripresa: 5-0 " a . . . Era sembrato che la Juventus fosse capitata in una di quelle giornate di gioco trito e inroncludente già ritenute abituali di questo suo periodo di cattiva veìuì. Macinò per tutto il primo tempo, ebbe tre o quattro occasioni di segnare e le sciupò o le mancò perchè in questi casi la fortuna ha sempre la sua parte e bisogna tenerne conto, tenne dal primo all'ultimo minuto il dominio del gioco soverchiando addirittura l'avversario, ma non niTird a segnare che allo scadere del tempo su un rigore e nemmeno su tiro diretto ma... di testa da J. Hanscn che aveva ripreso la parata di Sentimenti IV. Tutto il primo tempo non fece che alimentare i dubbi soliti sul gioco juventino, gioco in misura anche superiore al necessario, elaborato fin troppo, con una vena che non si esauriva mai. ma incagliato sempre nelle secche della difesa laziale che un po' per stinti™ misura prudenziale e un po' perchè costrettavi faceva massa nel proprio campo. Si dice che il gioco juventino manca di respiro. Sarà stato vero in altre aiarnate- ma non le era ieri. 1 grandi lanci, le grandi sciabolate di passaggi appartengono al repertorio del giaco di contrattacco, ma non sono possibili quando una squadra domina. In questo caso è necessario aprirsi il varco in una selva, aggirare i cento ostacoli che sorgono davanti^ incunearsi nel labirinto e cercare di uscirne. E' appunto quello che è stata costretta a fare la Juventus per tutto il primo tempo di ieri. E' stato un corpo corpo continuò, fra astuzie e risorse minute, un cicco di piecoti «catti e di piccoli (ocelli per cercare il varco che raramente si apriva. Ma doveva pur finire con l'aprirsi e la Juventus si è trovata difatti tre o quattro volte nella possibilità di segnare, ed erano tutte situazioni ciliare, tatticamente costruite, con il lancio finale di un giocatore nel corridoio giusto a difesa ormai battuta. Questo avveniva al 7" con Praest, al li' con Boniperti. al 15» con Muccinelli e al 26° ancora con Joniperti. Quest'ultima e slata la situazione non sappiamo se più clamorosamente sciupata o più prodigiosamente salvata * converrà soffermarsi. L'azione era partita da lontano con una incursione di Parola fino oltre metto campo. A questo punto Muccinelli si impadroni della palla, piegò al centro e lancio a Boniperti. Pareva gioco fatto. Boniperti volò nel corridoio e sferrò il tiro da una quindicina di metri: Sentimenti IV fece due o tre passi fuori dei pali e parò in tuffo, la palla gli sfuggi, Boniperti la riprese che era alle spalle del portiere a mezzo metro dalla linea di fondo e sferrò il secondo tiro, fortemente angolato e difficile per due ragioni: perchè il giocatore era lanciato e non poteva controllare la sua stabilità (finì infatti d'impeto oltre la linea di fondo) e perchè l'angolazione del tiro non lasciava che uno siiazio minimo per farvi passare la palla; ma Boniperti sarebbe pervenuto egualmente a segnare se q questo punto Sentimenti IV, rigirandosi su se stesso a terra, con un'energia rabbiosa non fosse riuscito a toccare la palla deviandola sul palo e quindi in corner. Gol mancato di Boniperti nella prima fase dell'azione, parata stupenda di Sentimenti IV nella seconda. L'andamento dell'incontro era tale da consentire ad un avversario in possesso di un attacco appena mediocre di tentare la carta della controffensiva. Ma è proprio all'attacco che la Lazio ha denunciato invece le sue pecche più grosse. Nè le duo mezze ali apparivano in grado di effettuare grandi lanci per tagliar fuori la difesa juventino, nè 'Antoniotti è un centravanti di sfondamento. Bredesen e Larsen, almeno a giudicare dall'esibizione di ieri, sono apparsi mezze ali dal gioco minuto e tormentato, non dei chiarificatori e semplificatori. Una squadra che è dominata punta generalmente sulla sorpresa, sul contrattacco improvviso e deciso. E' il lavoro delle mezze ali che prevale in queste situazioni, ma è anche necessario che queste mezze ali posseggano quello che può essere definito l'estro della controffensiva e che gli altri avanti questo estro assecondino. L'attacco laziale ha invece cincischiato un gioco povero e confuso, uscito dalla ntiscliia del proprio campo s'è trovato senza risorse, un po' isolato anche dai proprii laterali che non potevano abbandonare di colpo il piazzamento tendenzialmente difensivo ì che quando lo abbandonavano ratio poi obbligati a ricuperi faticosi, ma anche troppo saltuariamente chiamato al lavoro per poter dare continuità e consistcti:a alla sua azione. Il gioco gravò quindi prevalentemente sulla difesa, combattimento a distanza ravvicinata, jtrette affannose, schermaglia ora sottile e astuta ora rude, e fra i pali l'imbattibile Sentimenti IV. Il primo tcnijio sarejhbe finito coli, in questo gioco vano e in questa inconcludente superiorità juicntina, se a due minuti dal ri- poso la Lazio non fosse scivolata su una buccia di limone. Muccinelli, lanciato da Boniperti, veniva atterrato in area da un difensore, crediamo Antonazzi, al quale era affiancato un altro laziale. Non è stato un atterramento plateale. Muccinelli ricevette un colpo d'anca, il terreno sdrucciolevole aiutò e il juventino fece un tuffo sul fango. L'arbitro decretò il rigore e noi comprendiamo benissimo che ci possa essere dissenso sull'entità del fallo e più ancora sulla sua casualità o meno, ma è un fatto che da solo Muccinelli non e caduto e che di fallo si tratta quando l'intervento difensivo si rivolge non sulla palla ma sull'uomo. Muccinelli stava superando di slancio l'avversario a solo, una decisa asiane sull'uomo poteva troncarne la corsa. Detto questo si deve però aggiungere che s'è visto altre volte di peggio e le sanzioni mancarono; ma di questo non può essere fatta colpa a Bernardi. Tirava il rigore J. Hanscn. Sentimenti IV toccava col pugno la palla che auindi rimbalzava contro la traversa, di testa il juventino riprendeva e mandava in rete. Sembro a molti che la sfera fosse stata respinta solo dalla traversa, ma l'arbitro era sul posto e fece chiaramente segno che aveva respinto il portiere, non il palo. L'andamento del primo tempo faceva presagire una ripresa combattuta anche con maggiore accanimento, ma è stata invece — ci si consenta l'espressione che non vuole avere nulla di irriverente per la Lazio — uno scherzo. La squadra romana scomparve pressoché totalmente come unità di attacco, il suo gioco si frantumò del tutto, perdette spinta vigore e idee, abbozzò qualche spunto ma fu sempre qualcosa di improvvisato e marginale. La Juventus, mantenendo sostanzialmente la stessa impostazione del primo tempo, disarticolò il sistema difensivo avversario, forzò nelle breccie che la sua azione apriva e smantellò addirittura tutta la costruzione che era stata eretta per sbarrarle il passo. Si verificava il caso, in verità insolito, che si logorasse non la squadra che attaccava ma quella che ri difendeva. Allora eh* cosa valgono tutte U discussioni che si fanno sul gioco aperto e sul gioco chiuso, sui passaggi lunghi t tu quelli corti, sul cincischiare e sullo sciabolare/ Non mutò l'impegno laziale in difesa, lo sbarramento estremo assunse anzi in certe fasi l'aspetto di un baluardo di granito, l'impegno dei difensori fu quello di una guarnigione che non si arrende, e tuttavia la Juventus passò quattro volte. Passò senza strafare, senza esibizione di virtuosismi, senza mai elevare il gioco al disopra di quella che può essere ritenuta la sua normalità tecnica e agonistica, ma semplicemente continuando con lo stesso ritmo del primo tempo, reso piò efficace da un certo affanno degli avversari, soprajyatfi ora da quello scorrere continuo del gioco, da quella insistenza offensiva che non concedeva pause di respiro, da quella stretta che non mollava mai. Passò quattro volte la Juven¬ tus ma avrebbe potuto segnare anche di più, molle occasioni le sciupò, altre ne salvò Sentimenti IV, altre ancora finirono casualmente senza esito. L'inconsistenza della Lazio all'attacco facilitava il compito. Tutto appariva facile, i bianconeri sgusciavano smarcati ad ogni azione, la cadenza era pacata perchè non occorreva nemmeno accelerare, raramente i laziali trovavano modo di abbozzare una controffensiva. Mancò il gol Boniperti (lanciato da John BanscnJ inspiegabilmente al 2" minuto poi segnò Praest al 13" nell'azione susseguente a un calcio d'angolo. Aionc complessa quest'ultima, davanti ad una vera selva di difensori. Tirava Mari quasi dal limite, respingeva Sentimenti IV. la palla era ripresa da Praest che si era spostato al centro e scartato un avversario scoccava il tiro di sinistro da una ventina di metri. Tre minuti dopo, al 26°, centro di K. Hansen dalla sinistra, sulla traiettoria appariva la tpAcHlBltmrSKugtdcLdvcao testa fatale di J. House» e la palla era nella rete. L'assalto juventino insisterà. Al 20° Sentimenti IV salvava in corner da pochi passi su John Hansen, poi una breve sfuriala laziale terminata con un tiro di Bredesen al -'fi" e un minuto dopo la Juventus coglieva il suo quarto gol. Calcio di punizione da 20 metri per fallo su Muccinelli. Tirava Praest, parata di pugno di Sentimenti IV. ripresa e tiro di K. Hanscn. la palla rimbalza su, un avversario, riprende lo stesso giocatore e questa volta il portiere è battuto. A due minuti dalla fine « do » di petto di Hfuccitip/ii. Egli sottrae la palla a Larsen ad una trentina di metri dalla porta e inizia la sua gran volata, gli avversari attendono che possi ed egli invece continua ad avanzare, scavalca un paio di ostacoli e tira d<i pochi passi: 41 quinto gol è fatto. Questa volta non c'è una conclusione, tutto quello che c'era da dire è già stato detto sopra. Resta solo da segnalare la bella eslbislo>te di K. Hansen e Piccinini, la smagliante giornata di Muccinelli l'ottimo secondo tempo di Bertuocelli, il saggio superiore di Praest la regolare partita di Parola. In campo laziale, lo splendido primo tempo di Sentimenti IV, sopraffatto poi nella ripresa, la vigorosi a utile azione di Sentimenti V, l'apporto concreto di Fuin, Dell'attacco, il solo Puccinelli merita un elogio. ETTORE BKRBA John Hnnsen nell'azione del terzo goal. (Foto Moisio) Sentimenti IV devia con una «spaccata» un tiro da distanza ravvicinata di Boniperti. (Foto Moisio)

Luoghi citati: Lazio