II vino e la salute

II vino e la salute Milano, 25 aprile. Fra le numerose risultanze emerse dall'Inchiesta condotta nel 1951 dal nostro Istituto Doxa per conto del Ministero dell'Agricoltura juI consumo del vino In Italia, una delle più significative è stata questa: su cento Individui che hanno smesso di bere vino, la percentuale più alta (42%) è di coloro che han dichiarato come movente: c per ragioni di salute, consiglio del medico Ma fino a che punto questo consiglio è dato a ragion veduta? A questo Interrogativo ha inteso rispondere un'iniziativa, partita precisamente da un medico: 11 prof. E. Debencdettl, direttore dell'Ospedale Civile di Asti; iniziativa che ebbe una prima felice manifestazione in quel Convegno Nazionale Medico sui < vini di regime > nell'alimentazione del l'uomo sano e dell'ammalato, tenutosi il-4 maggio 1962 nel quadro delle manifestazioni tradizionali della Primavera astigiana. Convegno cui volle assistere lo stesso Presidente Einaudi, dimostrando vivo interesse per le varie relazioni in esso svolte. Ne parlò allora, con la sua specifica competenza, su queste colonne il dott. A. Viziano, e al suo lucido scritto vorremmo rimandare i lettori. Qui basterà ricordare che cosa si deve intendere con quest'espressio ne. Un vino di regime non è un vino medicinale, nè, per se stesso, un medicamento. Non si vuole affatto imitare l'assai discutibile moda di bevande (soprattutto liquori) cui s'addizionano sostanze medicamentose o vitamine. Un vino di regime deve espero un vino perfettamente naturale e genuino, che però presenti una costituzione fisico-chimica e delle caratteristiche organolettiche tali da consentirgli d'Integrare le diete adatte alle varie contingenze fisiologiche e patologiche. Quindi, non un solo vino di regime, ma svariati vini, che possano servire a soddisfare que ste differenti esigenza. Poiché l'idea ebbe notevole risonanza, Bla nel campo medico che In quello vinicolo, l'Ente Autonomo Fiera del Vino d'Italia, presieduto dal dott. A. Pronznto, presidente della Camera di Commercio di Asti, che già aveva promosso il Convegno lo scorso anno, volle organizzarne un secondo, ampliandone i confini e trasferendolo in una grande metropoli, per meglio richiamare la attenzione sull'importante problema. Di qui il II Convegno Nazionale sui vini di regime, svoltosi a Milano nella sala maggiore della Camera di Commercio il 24 corrente, con un gruppo di notevoli relazioni e animate discussioni. Dopo una prolusione dello scrivente, nella sua veste di presidente dell'Accademia Italiana, della Vite e del Vino (la quale, con l'Istituto d'Alimentazione e Dietologia di Roma. l'Associazione Dietetica Italiana, era fra gli Enti promotori del Convegno), il prof. Debenedetti parlò de <c I vini di regime e il medico >. E la sua relazione fu una garbata requisitoria contro molti dei suoi colleghi che. mentre danno ai loro clienti ben meditate prescrizioni di cure e di farmachi, scivolano con troppa fretta, e assai poco estro, sulla dieta, limitandosi per lo più a proibire alcuni o parecchi alimenti... quando non proibiscono tutto! E il vino per lo più è il primo ad essere messo al bando. Ond'è che il Debenedetti ha ripetuto ai medici l'invito di rivedere le loro ricette dietetiche per quanto si riferisce a questa bevanda, non senza lamentare che nella mag. gior parte dei casi essi dimostrino di ignorare (o dimenticare) l'influenza della cenestesi su tutte le manifestazioni fisiche e psichiche dell'uomo. Nei riguardi dei rapporti fra vino e malattie il Debenedetti ha confermato che, tolte poche malattie (ulcera, nefrite acuta, cirrosi, alcoolismo), per tutte le altre, non solo non è statn stabilita un'incompatibilità pel vino, ma essa non è stata nean che cercata. Richiamandosi a quanto ebbe a dire un anno fa, egli Indicò un lungo elenco di stati morbosi nei quali posso no essere consigliati particola ri vini di regime (malattie del ricambio, gastriche, del fegato, coliti, nevrosi depressive, ne vrosi con eretismo, malattie debilitanti e stati di denutrizione, convalescenze, obesità, ipertensione arteriosa, ipotensione arteriosa, cardiopatie, anemie). Ma fortunatamente l'umanità non è costituita tutta di malati. E' vero che non sono frequenti coloro che possono dirsi sani al cento per cento; tut idjsI e; d! ai SigjlrI gjg(nnnllcizispsmfbsvtavia è ovvio che la grande! maggioranza di coloro che so-l no, o potrebbero essere, con , sumatori di vino non si tro-i vano fra le corsie dei noso-i comi... Di qui la necessità diiconsiderare il vino anche di fronte alle varie contingenze fisiologiche. Al Convegno di Milano gli aspetti metabolici e dietetici del problema vennero trattati con alta competenza dal prof. E. Serianni, direttore dell'Istituto d'Alimentazione e Dietologia di Roma. Impossibile riassumere in poche righe la sua relazione, folta di risultati di accurate indagini ch'egli, in collaborazione col prof. Lolli, dell'Università di Tale (U.S.A.), conduce da anni sugli effetti del vino e II vino e la salute Appassionate discussioni al II Convegno di Milano Ricette dietetiche frettolose - Un'inchiesta italoamericana • Necessità di un controllo fisico-chimico e è e i e e e e a . e , . a , a ideile altre bevande alcooliche jsu sani e malati, e (cosa di I evidente interesse) su gruppi ; d'italiani in Italia e d'italo! americani nel Nord America i Sono ben 500 soggetti che ven igono sottoposti ai più metlcajlosi controlli sotto l più svariati aspetti fisiologici, patoloI gicl, psichici. E i risultati sono jglà fin d'ora cosi sorprendenti (per gli americani più che per noi) che proprio in questi giorni se ne lnizlerà la divulgazione su centinaia di giornali dall'Atlantico al Pacifico. Qui ci limitiamo a ricordare come sia chiaramente emerso che gli italiani, pur con un'alimentazione assai meno ricca, però integrata da un modesto consumo di vino durante 1 loro pasti frugali, sono più sani (fisicamente e anche psichicamente) degli americani. Ma al Convegno di Milano furono poi affrontati altri prò blemi che, se si vorrà che que st'ldea dei vini di regime di venga realtà, dovranno essere debitamente risolti. E cosi 11 prof. E. Garlno Canina, dlret tore della Stazione Enologica di Asti, trattò del controllo chimico-fisico di questi vini: controllo che, evidentemente, dovrà essere scrupoloso e rigoroso per dare ogni garanzia al medico, all'igienista e al cliente; 11 dott. C. Mencio espose interessanti vedute sulla fun zlone che spetterà all'industria enologica per la preparazione di tali vini (è appena 11 caso di osservare che tale preparazione non potrà essere abbandonata all'empirismo delle vinificazioni familiari). E infine il dott. Pronzato sostenne la necessità di dar vita ad un apposito ente per la tutela di questi vini: tutela che deve servire appunto ad assicurare la più assoluta rispondenza dei vini stessi ai requisiti che, caso per caso, si richiedono. Quest'ultimo tema era, evi dentemente, destinato a luogo a più appassionate discussioni fra gli intervenuti (che comprendevano, oltre a uomini di scienza, anche industriali e commercianti del settore vinicolo). E la discussione si protrasse fino a tarda ora, concludendosi però con l'approvazione unanime di una mozione esprimente il voto che | si addivenga sollecitamente alla costituzione di detto ente e alla realizzazione di questi < vini di regime >. E' il caso di dire: quod est in votis... per la grande maggioranza degli italiani. Giovanni Dalmasso dar U L'imputato Carlo Candiani ne« 1111 ! M11M1111 F ! I [ 11 i 1111 ! 11 r I i 11M1 f W1 ! < M11111 ella (rabbia della Corte d'Assise r11T1:11MIM1 r ! 1 ; ! 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