Ottomila candidati al Parlamento per gli 827 seggi della Camera e del Senato

Ottomila candidati al Parlamento per gli 827 seggi della Camera e del Senato Ottomila candidati al Parlamento per gli 827 seggi della Camera e del Senato Artisti, campioni sportivi, attori, giornalisti, generali, vecchi e nuovi gerarchi - Quelli che hanno rinunciato e quelli che non vogliono abbandonare la lotta - Lo schieramento della d. c. presentato da Gonella - Le probabilità dei vari gruppi Roma, 23 aprile, {Alle quattro del pomeriggio I . a d e i i ò ò n o O n . - e scaduto l'ultimo termine di tempo utile concesso dalla legge ai vari raggruppamenti ' politici per presentare Te'llste dei candidati alle prossime elezioni politiche. A Roma, come in tutte le altre città d'Italia, Tottemperamento dell'obbligo da parte dei partiti che hanno voluto attendere l'ultimo momento si è svolto tranquillamente e non ha offerto alcun elemento di particolare rilievo, a parte la piccola lotta per «l'ultimo posto >, considerato privi legiato perchè è quello che nel la lista elettorale cade più facilmente sotto l'occhio dell'elet tore. La grande avventura Qui a Roma è stata vinta dai democristiani, che avevano come concorrenti i rappresen tanti del partito < nettista > o « della bistecca > (fondato con evidenti intenzioni pubblicitarie da un caposcarico che oggi è stato arrestato a Massa per essersi procacciato, pagandole 300 lire l'una, le firme necessarie alla presentazione delle liste). Mentre il consigliere incaricato di raccogliere i documenti acandiva i secondi, i < nettisti > si sono trovati, non sanno neppure loro come, una lunghezza avanti ai democristiani, che, di conseguenza, avevano diritto alla palma. I comunisti si erano da tempo assicurato il « primo posto », considerato anch'esso privilegiato per ragioni analoghe. I nomi tra i quali il Paese dovrà eleggere i suoi rappresentanti sono così da stasera depositati presso le cancellerie dei Tribunali e delle Corti di Appello delle varie circoscrizioni e del collegi senatoriali. Sono 6410- per la Camera dei deputati e 2037 per il Senato. I 6110 sono suddivisi su 360 liste, dodici in più che nel '48. Si tenga presente che I seggi di Montecitorio sono 590 e llllllllllllflflllllllltltllllllllltlllllllllllllllltlllllllll quelli del Senato 237. Più che il giorno delle speranze premia- te, quindi, il 7 giugno sarà quello delle ambizioni deluse.! Più di ottomila persone, difat-[ ti, avranno tentato senza successo la grande avventura. Nelle varie circoscrizioni il numero delle liste presentate varia da un minimo di 10 ad un massimo di 18 (Roma detiene da sola il primato). Le liste di disturbo seno quindi, anche questa volta, numerose. Ma l'elettore non avrà molte difficoltà ad orientarsi. In realtà, fra i tanti simboli concorrenti soltanto una diecina hanno speranze di portare un numero più o meno grande di parlamentari alle Camere. Ed il conto è presto fatto: la maggior parte dei seggi sarà divisa fra i quattro partiti di centro (democristiani, liberali, socialdomecratici e repubblicani) ed i quattro delle estreme (monarchici e fascisti da una parte, socialisti e comunisti dall'altra). Qualcosa potrà andare ai due movimenti sorti in opposizione alla riforma elettorale (Unione popolare di Parri e Calamandrei, Alleanza democratica di Corbino) e forse, ma non più di un seggio o due, ai < socialisti indipendenti > di Cucchi e Magnani. Il terreno della competizione politica è compreso entro questi confini. «Scandali» che sì scontano Quanto a noi occorrerà attendere, per un bilancio esatto, i'. quadro riassuntivo del Ministero dell'Interno. Una prima osservazione comunque, può riguardare il criterio cui si sono attenuti tutti i maggiori partiti di presentare quasi tutti i loro parlamentari e con una segnalazione preferenziale rispetto agli altri candidati (nell'ordine-tipo delle presentazioni gli ex-parlamentari sono in ordine alfabetico dopo il capolista e prima dei candidati ■ che tentano per la prima volta l'elezione). E' la lllllllllllllllllllllllltllllllllllltllltllllllltllllllllll prova che, generalmente, i vari partiti sono soddisfatti dell'opera dei loro parlamentari. Sta al corpo elettorale, evidentemente, dire se condivide questa opinione. Le eccezioni riguardano poche persone che, o per stanchezza o per delusione, si sono ritirate dalla vita politica. In alcuni casi si tratta di parlamentari che si misero in mostra con atteggiamenti di indipendenza troppo accentuati verso le direzioni o le segreterie parlamentari dei rispettivi partiti. Sono « scandali » che i partiti di massa perdonano difficilmente e che si scontano alla prima occasione. Nostalgìe del passato Di contro si è mantenuta anche questa volta la tendenza ad inserire nelle liste dì Partito, personalità indipendenti e che si sono acquistate, per un verso o per l'altro, una certa notorietà presso l'opinione pubblica. Con questa differenza: che sino al 1948 ci si era mantenuti entro i con fini della classe politica, e si era cercato di assorbire soprattutto coloro che non avevano voluto reinserirsi nei Partiti tradizionali. Le eccezioni riguardano soltanto professionisti affermati nei vari settori della vita sociale. Questa volta si è cercato di al largare il raggio d'azione andando alla ricerca di nomi che, comunque, servissero di richiamo: l'artista fa.vvso, il grande campione sportivo, l'attore applaudito. Bartali e Tito Schipa, fortunatamente, hanno rifiutato. Ma Gigli, Titina De Filippo e Alfredo Binda non hanno saputo resistere alla tentazione. E non si riesce a capire bene, francamente, quale contributo riusciranno a portare all'attività politica. Notevole, a proposito di' « nomi richiamo >, anche la spregiudicatezza con cui i monarchici si sono tuffati nell'opera di rastrellamento degli esponenti del passato regime. Caduta la remora dell'ineleggibilità transitoria stabilita dalla Costituzione, non v'è stato altro limite, in questa ricerca, che il pudore degli interessati, quando v'è stato, e la concorrenza del M.S.I. che, vivacemente ostile agli ex « venticinqueluglisti >, ha cercato dì accaparrarsi invece i vecchi gerarchi che non si erano macchiati di « tradimento ». Resta a vedere, naturalmente, se costoro avranno davvero possibilità di richiamo. In questo senso la mancata proroga dell'ineleggibilità potrà ritorcersi a danno di coloro che l'hanno auspicata dimostrando in molti casi che la pretesa * popolarità » di certi personaggi era soltanto una fama usurpata. In ogni caso non farà gran differenza se al posto delle copie neofasciste vedremo in Parlamento gli originali. Tutti i principali Icaders po umphtSqlbrar ! litici si "presenteranno, oltre I lcne in altre circoscrizioni, co-1 jme capolista a Roma per le ; elezioni alle. Carc.ora dei depu-j tati. Così L-2 Gasperi, Togliat-; ti. Saragat, Paiclirdi, Nenni.jjparri, Corbino, De f'arsanich. j . Fanno eccezione Vjllabruna. ; che si presenta a Torino, e j Lauro, il quale, nonostante la minaccia di vedersi poi Invali- data l'elezione, ai presenta a Napoli, i 'I candidati democristiani Per la D. C. ha provveduto direttamente Gonella a fare, con molta tempestività, una'prima, disamina del complesso idelle candidature. Dal testo di un'intervista che apparirà domattina su II Popolo si apprende che i democristiani hanno presentato 590 candidati per la Camera e 234 per il Senato.- Numero - -pieno, dunque, ad eccezione dei due collegi lasciati liberi per 1 repubblicani e di quello per il liberale Sanna-Randaccio. Dei 298 attuali deputati, 14 non' hanno ritenuto opportuno ripresentarsi — dice Gonel'a — per ragioni professionali, o di studio, o di malattia, o per incompatibilità (sono fra questi Ambrico, Lazzati, Rivera, Medi, Mattei, Saggin); uno, l'on. Tonengo, è stato escluso. Dei 148 senatori, 22 non si ripresenteranno (tra gli altri Texvice-presidente del Senato Alberti, l'industriale Falck, l'exalto commissario per l'alimentazione Mentasti, l'editore del « Barbanera » Pasquini, Ferra «Non si può dimenticare questo fatto sociale — ha risposto il segretario flel partito. — Il campione del mondo Alfredo Binda è nella nostra lista a Varese e il presidente della F.I.G.C., Barassi, a Torino. Ciononostante pensiamo che l'on. Gonella non abbia voluto spezzare una lancia a favore delle «rappresentanze per categoria ». E, prima di finire, ancora qualche notizia spigolata qua e la. I senatori Renato Angiolil- 10, Alberto Consiglio, Eugenio Reale e Giovanni Porzio hanno rinunciato alle condidature; nel collegio di Torre del Greco 11. ministro Rubinacci sarà diretto avversarlo del comunista on. Sereni; in quello di Napoli i socialdemocratici presenteranno un noto latinista, il prof. Enzo Marmovale, dell'Università di Roma, mentre a Bari 1