Buone notizie per le esportazioni di Ferdinando Di Fenizio

Buone notizie per le esportazioni Buone notizie per le esportazioni vrcochteBuone notizie da Parigi. L'europeo Consiglio dei ministri, riunito presso 1' O.E.C.E., fu spettatore plaudente dell' annunciata inversione di rotta inglese, in fatto di commercio con l'estero. Per bocca del Cancelliere dello Scacchiere Butler, infatti, la Gran Bretagna che, sul finire del '51 e nel primo trimestre del '52 aveva chiamato a nuova vita il controllo quantitativo di molti suoi scambi, annunciò d'esser disposta a liberare le sue importazioni fino al 58% delle voci doganali. La, , corrispondente cifra odier-'dna è appena del 44%. D'ai-ì?tro canto, anche la Germa 19%19%prpd'5stnia occidentale ha fatto ieri l'altro un passo innanzi, su di una via già percorsa in passato. A Parigi, per merito del ministro dell'Economia Erhard, informò i convenuti d'esser disposta a liberalizzare il 90% delle sue voci doganali : portandosi in ciò quasi al livello dell'Italia. E' senza dubbio troppo presto per poter prevedere quali saranno le ripercussioni effettive di queste nuove misure sulle nostre correnti di commercio estero. Poiché si dovrà disporre, in primo luogo, di dati precisi sulle voci liberalizzate od ancora soggette a contin- fenti. Come, d'altro lato, si ovrà riunire elementi sulle possibilità di vendita, per l'Italia, di merci non più escluse dalla Germania e dall'Inghilterra, in virtù di norme rigide. Ma che le nuove provvidenze tornino gradite a noi, ed anzi, che esse possano alleviare talune non secondarie difficoltà alle nostre esportazioni, possono mostrare pochi dati, riguardanti le nostre vendite oltre frontiera, nell'ultimo biennio. Tali cifre, riguardanti tutto il '52, furono da poco pubblicate: e sono pressoché sconosciute. Ricordiamo innanzi tutto che durante il '51 l'Italia importò per 1355 miliardi di lire; esportò per 1029 miliardi. Il disavanzo commerciale fu dunque pari a 326 miliardi, cifra già rispettabile. Ma nel '52 si manifestò il peggio. Le nostre vendite all'estero furono pari a 864 miliardi, mentre importammo per 1445 miliardi di lire. Il disavanzo commerciale nostro salì dunque a 581 miliardi, con un incremento che — rispetto ai dodici mesi precedenti — sfiorò l'80%. Dove avvenne questa contrazione? Ecco la domanda che può permetterci di valutare la qualitativa incidenza delle annunciate misure di liberalizzazione. Vi risponde chiaramente la seguente tabellina: la quale pone in luce, innanzi tutto, che, se le nostre vendite oltre frontiera si dirigono verso centinaia di mercati, fra grandi e piccoli, fra ricchi e poveri, la metà di tutte le nostre esportazioni si avvia verso dieci Paesi soltanto. ESPORTAZIONE ITALIANA VERSO I PRINCIPALI PAESI tozigcosmpnmccmpttracvsrgs(iaidrsnncrspsmtgizrdl1951 1952 miliardi L. % mlliardl L. % U.S.A. 70,5 6,8 87,0 10,1 Gennsnia 79,7 7,7 S«,3 10,0 Regno Unite 138,5 13,5 71,8 8,3 Francia 92,6 9,0 56,6 6,5 Svizzera 57,7 5.6 56.2 6,5 Iurchia 20,7 2,0 27.9 3,2 Crecia 20,2 2,0 26.3 3,0 Austria 21,1 2,1 24,0 2,8 Totale fOl.O 48,7 4S5.6 50,4 Altri Paeat 528,4 51,3 428,5 49,6 Tot oompl. 1.029.4 100,0 664,1 100,0 Ma ben altro si può trarre da questo prospetto. Dopo anni di ammonimento ai nostri esportatori affinchè vendano di più agli Stati Uniti, sono aumentate alquanto le nostre esportazioni verso la Confederazione americana. Tuttavia, gareggia con gli Stati Uniti per tZ primo posto fra i nostri mercati di sbocco, la Repubblica federale tedesca che ha acquistato il 10% di tutte le nostre esportazioni. Invece la Gran Bretagna, che ancora l'altr'anno era al primissimo posto fra i Paesi acquirenti dei nostri prodotti, passa addirittura al terzo nel '52 per avere acquistato da noi la metà, in valore, delb merci comperate nel '51. E la Francia, che era al secondo poto, cade al quarto. Ora, se è pur vero che nulla per ora si può sperare dalla Francia, la quale ancora si dibatte in difficoltà economiche apprezzabili, è sicuro che le liberalizza: zioni inglesi cadono su di un terreno assai fecondo: poiché la nostra tabella mostra chiaramente le ripercussioni paralizzanti su certi nostri scambi commerciali dei rinati contingenti bri tannici. Prodotti tessili e or tofrutticoli, a quanto oggi eì sa, saranno fra i prodot ti favoriti dal nuovo orien tamento nella politica com merciale inglese. Ma anche la distribuzione delle nostre esportazioni per aree monetarie è istruttiva ai fini della nostra ana lisi. Essa purtroppo richie de laboriosi calcoli ed un tantino infidi, per le troppe notizie riservate che si do- (LamsstlgstdspdmtcggcispgsdtlpIElscdtiplinmatladl vrebbero possedere. Ma, condotta a compimento l'inchiesta, si ottiene il seguente specchietto: ESPORTAZIONI ITALIANE PER AREE VALUTARIE (miliardi di lire) Aread. , dollaro: le quali pero nman ?0*10 modeste, rispetto al JJPEC) ÀltM aree Totale 1951 102,8* 720,6 20«"Ó" 1.029,4 % 10,0 70,0 20,0 100,0 1912 121,3 598,9 184,0 8«4,2 % 14,0 «4,7 21,8 100,0 (*) L'Onion* europea pagamenti comprende anche l'area della sterlina. Le cifre raccolte nella prima colonna permettono di ossevare l'incremento nel '52 rispetto al '51 delle nostre vendite nell'area del totale delle nostre esportazioni; ed insufficienti (aggiungiamo noi) persino a compensare i nostri acquisti, sempre l'anno scorso, in moneta americana. Ma appare pure dai dati raccolti nella seconda colonna, primo, la grande importanza che ha, per la nostra bilancia dei pagamenti, l'area monetaria dei Paesi europei; secondo, la forte contrazione che in questo set' tore si è verificata nel '52 rispetto all'anno precedente. Orbene, siamo qui giunti al punto che ci interessa. Il contrarsi delle nostre riserve in « unità di conto » presso l'Unione Pagamenti Europea trova sua prima ori' gine, per l'appunto, in que sti dati. E proprio quivi (non a caso) verranno ad incidere beneficamente le annunciate liberalizzazioni inglesi e tedesche; come d'altro canto le altre misu re per favorire maggiori spese di turisti stranieri, nei nostri confini. Dunque, ripetiamo, buone notizie da Parigi. Speriamo che oltre al senso delle va' riazioni, anche la loro misura semplifichi i grossi problemi offerti dalla no stra bilancia commerciale, magari con l'aiuto che potrà concedere a questo riguardo il nuovo accordo italo-tedesco, che si negozia in questi giorni. Ne sarebbe avvantaggiata, indubbiamente, la politica dell'on. La Malfa. Ferdinando di Fenizio (iiiuiiiiMiiiimiiiiiimmiMimiiiiimii iiiii Un poliziotto davanti alla rasa londinese nella quale sono stati rinvenuti 1 cadaveri di quattro donne. (Telefoto) gpniiitiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiiiiiiiiiii lllllllllllllllliilllimillllllllllllltlll

Persone citate: Butler, La Malfa