La dottoressa Comel internato per dieci anni in manicomio

La dottoressa Comel internato per dieci anni in manicomio LA MADRE: CHE SGOZZO» MIì FIGLIOLETTO La dottoressa Comel internato per dieci anni in manicomio Così nella sentenza istruttoria del Tribunale di Pisa - Il marito prosciolto da ogni imputazione (Nostro servigio speciale) Pisa, 17 marzo. Stamane 11 giudice istruttore del Tribunale di Pisa, dott. Gradito, ha depositato presso la Procura della Repubblica la sentenza istruttoria con la quale Maria Cecilia Bernardo Cornei, la protagonista della spaventosa tragedia che il 30 luglio 1949 suscitò in tutto il Paese una vera ondata di orrore (come si ricorderà la dott. Cornei uccise, sgozzandolo con un rasoio, il figlioletto Camillo, di 9 anni, tentando poi di suicidarsi con la Btessa arma), viene dichiarata « non punibile avendo commesso il fatto In stato di infermità tale da escludere la capacità di Intendere e di volere ». La sentenza Istruttoria, dispone, altresì, l'internamento della dottoressa in un manicomio giudizia- o o , e e a e o l e i a e d y n i, l o e e g an l o a en a o t u a a e aì asien e i nr no a a, uì Irlo per un periodo non inferio're ai dieci anni. La dott. Cornei non comparirà, quindi, dinnanzi al giudici per rispondere del suo atroce delitto Non ci sarà quel processo che da molte parti si riteneva ormai certo, per cui la oscura e sanguinosa vicenda che in quel tragico mattino del luglio 1949 si svolse all'interno della villa di via Torelli, dove la famiglia Cornei abitava, a breve distanza dalla Torre pendente, rimarrà per sempre inspiegata. Il rinvio a giudizio della donna era stato chiesto dal P. M., dott. Giacobini, nella requisitoria scritta depositata nel novembre dello scorso anno. In quel documento il magistrato inquirente, respingendo la conclusione dei periti del manicomio criminale di Aversa, dove la dott. Cornei trovasi ricoverata dall'agosto 1949, che dichiaravano il soggetto totalmente Infermo di mente, contestava alla madre assassina l'accusa di omicidio aggravato non premeditato. Ma la requisitoria scritta — che limitatamente alla posizione della dottoressa costituì un grosso colpo di scena — si spinse oltre le semplici modalità che caratterizzarono la tragedia di via Torelli. E cosi venne a trovarsi direttamente chiamato in causa — fu questo, sotto molti aspetti, 11 lato più clamoroso della vicenda — il consorte della dottoressa, prof. Marcello Cornei, dermatologo di fama internazionale, nei cui confronti 11 Pubblico Ministero chiese il rinvio a giudizio sotto l'imputazione di « maltrattamenti aggravati in famiglia e istigazione al suicidio verso la moglie Maria Cecilia Bernardo ». Un'attesa vivissima per la sentenza Istruttoria regnava dunque anche negli ambienti universitari. Le conclusioni del giudice istruttore nei confronti ddl nrof. Cornei sono quanto mai sintomatiche: «Assoluzione dall'accusa di maltrattamenti aggravati in famiglia perchè il fatto contestato non sussiste; assoluzione dall'accusa di istigazione al suicidio per non avere commesso il fatto ». Si ha quindi ragione di ritenere che. in conseguenza dell'ampia assoluzione nei suoi confronti, il prof. Cornei riprenderà quanto prima la direzione della clinica dermosifilopatica degli Spedali riuniti di Santa Chiara in Pisa e la cattedra di dermatologia presso l'Università di Pisa, cariche dalle quali si era dimesso subito dopo la tragedia. Circa le ragioni che possono avere indotto il giudice istruttore a dichiarare la dottoressa Cornei totalmente inferma di mente ben poco è dato di sapere, dato che la motivazione della sentenza istruttoria non è stata ancora resa nota. Comunque un'Idea dello stato psichico della donna si può ricavare da una rapida disamina di quella che potremmo definire la < Involuzione mentale» del soggetto. La dottoressa infatti, il giorno precedente alla tragedia, scrisse alcune lettere, indirizzandole al questore e all'arcivescovo di Pisa e al presidente della sezione pisana del Rotary Club. In tali missive, che pervennero al destinatari quando la tragedia era già compiuta, la donna scriveva che avrebbe commesso il delitto « per reciproca volontà mia e di mio figlio », aggiungendo che « la decisione era stata da me presa da tempo », e raccomandando di « essere cremata insieme alla salma del mio Camillo >. Successivamente, durante la sua permanenza nel manicomio giudiziario di Aversa, la dottoressa scrisse un lungo memoriale nel quale, descrivendo la sua vita accanto al marito. Implicitamente riversava contro il prof. Cornei la rCddc«cgeoipzsrdcdalsbsddp responsabilità dell' accaduto. Comunque, la perizia redatta dai proff. Amati e Coppola, depositata 11 31 marzo 1951, dichiarò Maria Cornei affetta da « psicopatia paranoica persecutiva su soggetto patologico gravato da forti tare ereditarie e costituzionali. Il soggetto osservato è quindi totalmente irresponsabile e socialmente pericoloso ». Successivamente a tale perizia si ebbero le conclusioni ina. spettate del Pubblico Ministero, dott. Giacobini, e quindi due controperizie effettuate da consulenti di parte nominati dai difensori del prof. Cornei avv. Delitala di Milano e aw. Cristiani di Pisa — e dall'avv. Massart di Pisa, difensore della dottoressa. Entrambe le consulenze, redatte rispettivamente dai proff. Arnaldi e Medea, concordarono con quanto avevano asserito 1 periti di Aversa. La « involuzione mentale > della dott. Cornei, cui abbiamo accennato, si Identifica nel fat to che negli ultimi tempi la donna, che inizialmente aveva usato un aspro linguaggio verso il consorte, s'era invece dichiarata non pentita, ma sem plicemente « dispiaciuta > di quanto era accaduto. In alcune recenti lettere, anzi, la dotto ressa ha scritto al marito manifestando l'intenzione, « non appena le mie condizioni lo consentiranno », di tornare accanto a lui « per riprendere nella serenità e nella pace la nostra esistenza». Questo, in sintesi, il dramma angoscioso di questa donna che per anni è stato al centro della generale attenzione, un dramma sul quale probabilmente il sipario è calato oggi. Abbiamo detto probabilmente perchè in serata si è appreso che 11 Pubblico Ministero ha impugnato la sentenza istruttoria. iiiiiiniiiiiMMiiniiiiiiiMiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii

Luoghi citati: Aversa, Milano, Pisa