L'America non ridurrà i suoi aiuti all'Europa

L'America non ridurrà i suoi aiuti all'Europa L'America non ridurrà i suoi aiuti all'Europa La continuazione del programma di assistenza avverrà senza condizioni politiche - Tuttavia Washington insisterà sul trattato per la comunità euiopea e sul riarmo tedesco (Dal nostro corrispondente) iWashinffton, 13 marzo. _ ,. _. , Ip governo di Eisenhower non |rtnrrn s\ nhn ico nni- il nnnrr-i I ridurrà o abolirà per il prossi mo anno fiscale '53-'54 gli stanziamenti per il programma di assistenza economica e militare all'Europa. L'assicurazione è stata data in via riservata da alti esponenti dell'amministra- rione repubblicana ai diploma- tici partecipanti ali assemblea generale nelle N. Uagg.ungen-|dosi, per di più, che le richie- ste governative alcongresso ammonteranno esattamente a1 quanto Truman ha chiesto al Congresso per il corrente anno fiscale, cioè cinque miliardi settecentosettantacinque milioni di dollari. Crolla cosi un'altra delle illusioni alimentate dai repubblicani durante e dopo la campa gna: quella cioè di ridurre ]elspese per l'assistenza al mondo libero e possibilmente di abolire, sia perchè il programma non era più necessario, sia perchè, secondo i critici dell'amministrazione democratica, gli Stati Uniti avevano tollerato che i loro alleati sprecassero gli investimenti fatti dall'Amenica. Ma c'è di più: l'amministrazione repubblicana ha rinunciato anche a condizionare la continuazione del programma di assistenza economica e militare all'immediata ratifica della Comunità difensiva eu- ropea. Si e riconosciuto cosi come errata la impostazione della questione data in gennaio dal Segretario di Stato, Foster Dulles, quando annunciò in un discorso radiodiffuso che, se non si fosse confermata la possibilità di raggiungere una efficiente unità in Europa ed In particolare se Francia, Germania e Inghilterra prendevano indirizzi individualistici, c sarà indubbiamente necessario rivedere un bel po' la politica estera americana nei riguardi dell'Europa occidentale >. Queste forme di pressione hanno contribuito solo ad irritare i Governi europei e ad incoraggiare invece le loro op-posizioni parlamentari dando nor Al nifi olla nirino era ndo an. per di più alla propaganda so-vietica un nuovo argomento per sostenere che l'unificazione dell'Europa è una costruzione fittizia e interamente dipendente dal beneplacito o dalle intimazioni americane. Sebbene il male così inferto al processo di unificazione rimanga, ora si rimedierebbe almeno in gran parte al danno di far apparire come una imposizione il legittimo interesse americano per la unificazione difensiva dell'Europa. Le evoluzioni dei plani americani non significa però che, contemporaneamente alla ri¬ ■iiiiillllllliliiiliilliltillillilliiiliiiflllllllllliltll ipresa di una politica di magSior realismo e di maggior reIsponsabilita, vengano abbando- |nati gli incitamenti per ,a ra. I . ° _ . _r tifica della CED e la inclusione delle dodici divisioni tedesche nelle forze comuni europee. Significa, solo, che il tipo di pressione cambierà. Si dirà infatti ai governi europei: se voi non ponete o non vohlete coslituire jf sistema (li fensivo da noi desinerato, noi |americani 8aremo costretti a mutare 1 nostri piani difensivi, continueremo ad aiutarvi per 1 integrare i vostri sforzi difen sivi nazionali, ma non possiamo assumerci l'in pegno di difendere i vostri e. .ini. I nostri piani saranno quindi mutati e poiché senza le dodici divisioni tedesche e l'esercito comune è impossibile pianificare in modo organico e con prò lbabilita di suc%esso ]a difesa di tutto il territorio tedesco francese, belga, olandese e danese, la nostra principale linea di difesa non passerà più sul Reno ma sui Pirenei ed altri punti di vitale importanza strategica. Questo piano però verrebbe enunciato solo come mezzo di pressione, non già come un obiettivo da raggiungere realmente. Piuttosto, si pensa qui che se la Comunità difensiva europea non dovesse materializzarsi, gli Stati Uniti e la Gran Bretagna preferirebbero lsenz'altro ammettere la Ger ' manìa occidentale al Patto Atlantico in condizione di uguaglianza con gli altri Paesi e le altre forze armate nazionali. Si prevede che in tal caso si provocherà una crisi in Francia e in Italia, ma, affermano alcuni autorevoli informatori americani, sia il segretario di Stato Dulles, sia i capi del Pentagono preferiscono correre l'alea di affrontare una crisi con questi due Paesi piuttosto che rinunciare all'elemento essenziale dei piani difensivi americani e cioè alla partecipazione dei tedeschi alle forze comuni. Si pensa, in caso che la crisi si determinasse vera rfpe■i mente, che basterà negoziare accordi bilaterali con la Fran \ I _i_ _ * ^ ...niAun „!*..,« t>nn l ■\b |cja e forse qualche altro Pae-\, ¬ se per offrir loro come garan-lzia contro 1' illimitato riarmo tedesco, il mantenimento di forze americane ed inglesi di notevole entità sul Continente anche se si dovranno verificare altrove, come In Corea od altri teatri asiatici, situazioni di emergenza. Secondo alcune fonti diplomatiche, però, sia il Presidente Eisenhower che il Segretario di Stato Dulles, favorirebbero più 11 plano per la difesa periferica dell'Europa che quello della ammissione della Germania alla N.A.T.O. Essi lllllllllllllllllllllltlllllllfiiilllllliliillllllltilllllllli riterrebbero, secondo questi informatori, che i Governi europei accelererebbero di molto la loro preparazione difensiva e risolverebbero affermativ..mente le discussioni sulla Comunità difensiva europea, se gli Stati Uniti mostrassero coi fatti di voler limitare la difesa del continente ai punti essenziali. Comunque la radicale modifica di atteggiamento governativo nei confronti del programma di assistenza dovrà per prima cosa essere approvata dal Congresso e, ha dichiarato il senatore Vorys, « sarebbe un errore pensare che il Congresso non abbia i mezzi o la intenzione di ridurre il programma dì molto; meglio: di tagliare fino all'osso». 8- ■IIMIIIIIllllllllItllllllllllItllItllllllllIIIIIIIIIIIIIIIIII

Persone citate: Dulles, Eisenhower, Foster Dulles