Ricordi della 'belle epoque" lungo i viali del Bois de Boulogne di Sandro Volta

Ricordi della 'belle epoque" lungo i viali del Bois de Boulogne TESTIMONE DEI MUTEVOLI CAPRICCI DELLA MODA Ricordi della 'belle epoque" lungo i viali del Bois de Boulogne Il centenaria del grande parco • Dame negli eleganti tiri a due e uomini in cilindro dì castoro grigio perla L'incontro di Proust e Odette- Dove Zola imparò ad andare in bicicletta-Arguta risposta di Tristan Bernard (Dal nostro corrispondente) Parigi, 12 marzo. Questa primavera Parigi festeggia il centenario del Bois de Boulogne. Qualcuno ha osservato che l'immenso bosco non è spuntato tutto a un tratto come un fungo in un determinato momento e che quindi sarebbe più giusto festeggiarne il millenario o addirittura il bimillenario.il Bois de Boulogne non è infatti altro che un residuo della sconfinata foresta di Rouvray che fiancheggiava la citta fino dalle sue origini. Rifugio di banditi Era allora una foresta di querce e di cedri, disseminata di acquitrini e di caverne rocciose popolate di belve. Il re Dagoberto vi cacciava il cervo e il cinghiale. Poi vi sorse qualche capanna,, qualche squallido villaggio, e a poco poco la sua natura selvaggia venne domata; ma per molti. secoli il bosco rimase in balia dei briganti che assalivano i viaggiatori e li depredavano. Una delle loro vittime fu il poeta Arnaud Catelan, assassinato mentre lo attraversava in vettura. Anche il suo nome attuale non gli è stato messo nel secolo scorso, ma risale al 1319 quando una comitiva di borghesi parigini, che aveva fatto un pellegrinaggio a Boulogne-sur-Mer, chiese al re Filippo il Lungo l'autorizzazione di innalzare una cappella in mezzo agli alberi di iiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiuiiiMiiiii i o e a * e, a' o aa o a e n o a. a o e i e ' l i a o a a l d a il sare la duchessa di Guer Rouvray. La cappella si chiamò Boulogne la petite e il suo nome finì per estendersi a tutto il bosco. Ma il centenario che si festeggia questa primavera riguarda l'atto di donazione che Napoleone III ne fece alla città di Parigi nel 18SB e l'apertura al pùbblico, che avvenne appunto nella primavera del 1853. Grandiosi lavori vi furono compiuti allora dai più famosi architetti e urbanisti del - Secondo Impero: furono costruiti cento chilometri di strade attraverso il parco, trasformati i pantani "in laghetti artificiali, tracciate le aiuole e piantati i fiori e le siepi, e il Bois de Boulogne 0 semplicemente il Bois, rome lo chiamano i parigini, prese il suo aspetto attuale, diventò il più grandioso e il più popolare Giardino pubblico del mondo. I suoi viali sono lo sfondo più frequente nei romanei francesi della fine del secolo: 1 personaggi di Paul Bourget vi passeggiavano con un fiore infilato all'occhiello e salutavano con grandi scappellate le signore che passavano in pariglia, mentre quelli di Anatole France si sedevano su una panchina vicino al lago dei cigni per leggere tranquillamente il giornale, e Marcel Proust incontrò per la prima volta al Bois la sua Odette Swann. Da quando Eugenia De Montijo fece disegnare dal suo parrucchiere, Evans, la avenue de l'Empératrice, che diventò il magnifico ingresso al bosco, la storia del Bois de Boulogne si confonde con un secolo di storia del costume. Da allora le truppe tedesche vi si sono accampate due volte e, la seconda volta, vi hanno anche compiuto fucilazioni in massa di ostaggi, ma ogni volta il Bois è risorto più frivolo e più spensierato di prima, testimone dei mutevoli capricci della moda, dell'avvi' cendarsi delle generazioni e dei ceti sociali. Sul viale delle Acacias, al principio del secolo, Tristan Bernard, Octave Mirbeau, e lo stesso Emile Zola, impararono ad ■ andare in bicicletta; essi furono i precursori, poi una folla di ciclisti si riversò nel bosco, mentre in un punto un po' appartato un ometto calvo con una barbetta rossa e la faccia da mongolo spiegava il materialismo dialettico a tre o quattro giovanotti venuti anche loro da Parigi in bicicletta per ascoltarlo. Passavano le belle donne coi cappelli ornati di lunghe e soffici penne di struzzo e veli svolazzanti, negli eleganti tiri a due che Constantin Guys aveva ritratto qualche anno prima nei suoi acquerelli. ' Sovrani galanti In redingote nera, gilet coi bottoni d'oro e cilindro di castoro grigio-perla, la Parigi elegante del principio di secolo andava alle corse di Longchamps. Arrivati tutti e due a Parigi in incognito per ragioni galanti, il re del Belgio e il re d'Inghilterra fingevano di non riconoscersi se si incontravano per caso nei pressi della grande cascata. Marcel Proust, che non aveva ancora conosciuto Odette Smiiiii guardava pas- l I o, j i a l a o mantes nella sua carrozza foderata di seta turchina. La belle epoque aveva fatto del Bois il giardino particolare del Faubourg Saint Germain: Boni de Castellane organizzava a Bagatelle, feste cosi splendide che in pochi anni lo ridussero alla più .squallida miseria, e il pittore Boldini frequentava to Chalet du Cycle per scegliere le sue modelle fra le dame che avevano il proprio nome nell'Almanacco Gotha. Era il tempo che i turisti in¬ glesi si distinguevano dal berretto a scacchi e dai pantaloni chiari attillatissimi, il tempo in cui la Réjane arrivava a mezzogiorno al Bois in un calesse tirato da quattro mule e lo Zar di Russia prendeva la granita di caffè seduto al tavolo in uno dei padiglioni del Pré Catelan, con l'illusione di essersi confuso in mezzo al solito pubblico borghese e senza sospettare che tutti gli altri avventori erano poliziotti còrsi addetti alla sua sorveglianza. Proprio in quei giorni i figli di Edmond Rostand4. provocarono i primi scandali della loro clamorosa carriera andando a scoprire le coppie clandestine nei punti in cui la vegetazione creava i nascondigli più segreti. Le coppie clandestine Emile Zola scriveva: « Se non ci fossero le salite, in meno di cinquantanni la bicicletta ucciderebbe il cavallo ». Afa la bicicletta non uccise il cavallo: anche dopo l'invasione dei ciclisti coi calzettoni di lana e il berretto a quadri come quello degli inglesi, i cavallerizzi continuarono a galoppare nel Bois e i cocchi con uno stemma sulla portiera, guidati da servitori in livrea, continuarono a percorrere i viali in un fruscio di ruote di gomma fra le foglie secche. Santos Dumont e il marchese di Noailles avevano già adottato la bicicletta quando ancora il proprietario dei Grandi Magazzini del Louvre, il ricchissimo Chauchard, passava in una carrozza tirata da quattro coppie di cavalli bianchi per andare a colazione nel suo castello di Longchamps. Fu invece l'automobile che uccise il cavallo e trasformò la vita del Bois. Le prime macchine che lo attraversarono per andare all'ippodromo sembravano conservare ancora la distinzione delle (inumili 111 ■ 111111111 ! 111 ■ 1111111111 i ■ 1111 »l II 11 li 11 ■; M11 MI M ! ! 1 MI 1111111 i ■ Il 1131 II ■ 111111JI [ 1 Illllvecchie pariglie e le loro trombette facevano scanstre i pedoni con lo stesso aristocratico sussiego con cui i palafrenieri d'un tempo avevano suonato i loro lunghi corni di metallo. Ma poi l'automobile diventò alla portata di tutti e il Bois, motorizzandosi, si popolarizza: fu invaso dalle vetturette utilitarie, dalle motociclette e dai motoscooters. Oggi che compie cento anni il Bois de Boulogne è abitato da una immensa popolazione di donnette che fan. no la calza, di bambini e. di " sertie. Uri tempo i suoi guardiani avevano un gran da fare il lunedi mattina per ripulire i prati da tutti i pezzi di carta lasciati il giorno prima dalle famiglie che erano venute a fare merenda, ma ora non hanno più neppure questa preoccupazione perchè la gente non si ferma al Bois per le scampagnate domenicali: le automobili portano i borghesi di Parigi più lontano: a Chartres, a Orléans, o addirittura sulle coste della Normandia. Anche le coppie clandestine è difficile ormai che cerchino un nascondiglio fra le siepi del Bois. Al principio del secolo Tristan Bernard, a uno dei suoi bambini che gli aveva chiesto perchè d'autunno le foglie diventassero cosi rosse, rispose: < E' a causa di tutto ciò che hanno visto durante l'estate ». Afa ora le foglie del Bois de Boulogne non hanno più ragione di arrossire. A che cosa dunque si riduce il Bois de Boulogne ora che compie cento annif A un immenso parco pieno di bimbi che giocano a palla e ad uno dei tanti luoghi di Parigi in cui passano gli autobus delle agenzie di viaggio, mentre la voce monotona d'una guida !apiegrc ai turisti americani: «This is the famous Bois de Boulogne >. Sandro Volta