Diciassette banditi sardi oggi alle Assise di Cagliaci

Diciassette banditi sardi oggi alle Assise di Cagliaci Diciassette banditi sardi oggi alle Assise di Cagliaci Si tratta della banda di Orgosolo responsabile delle stragi di Villa grande e di Sa Ferula nelle quali furono uccisi e feriti una dozzina di carabinieri , H H csp0„enti mfl lcmu ^ del "banditismo sardo: Gio contro i responsabili delle stra-- (Nostro servìzio speciale) Cagliari, 10 marzo. La banda di Orgosolo è alla resa dei conti. Domani nella nuova aula dell'Assise di Cagliari avrà inizio il processo &a*l£cK^ j ■ éaiTistaTiandr7.'Anto- i,,io mcolo Sanna, Francesco \sini e Uandrcddu, catturati |/ra a mo e it ml. aUa mnc. |c;lln è tI soJo Pasquale Tan \deddu. j La prima clamorosa azione !dj sangue della banda di Orgoìsolo, risale al 13 agosto del 'J,9. !a Monte Maore, in territorio !<jj Vìllagrande. Una macchina 1portava le paghe a Flumendo]sa: imboccò una curva, e «li bito fu bloccata da una barri;cata di rami e di massi. Sce'sero l'autista e il cassiere, con le mani in alto; frattanto so- praggiungeva un autocarro con diaci carabinieri di scorta: un proiettile raggiunse l'autista dell'autocarro, e la macchina, con scarto improvviso, deviò nella scarpata. I banditi spa- iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii ravano da tutte le posizioni. Ili carabiniere Giuseppe Del Pro-1 posto, di SO anni, fu colpito al-1 la tempia e si rovesciò sul ca- davere del carabiniere Celesti-ìno Laudisio, freddato da un ! \V™*"*' « vlT\tr%1 ^^"À1^\ri Salvatore Di Pietro e Gio- i e i e morte. Il cassone, della macchi-ìna. che procedeva senza guida, era un bersaglio aperto. Qualcuno saltò dalla fiancata, mentre al fuoco dei banditi si aggiungeva la prospettiva del disastro stradale. Ma nessuno dei carabinieri saltato giù dal- . ia macchina riuscì a riaversi.\Nell'urto violento tutti restaro- no esanimi al suolo. Uno sven-lne dopo avere tentato di im-'bracciare il mitra. Solo il bri- /gadicre Ambruosi potè aprire il fuoco dopo aver raggiunto un masso. Infine si arrese, c Starete lì due ore se non vo- \ lete che vi ammazziamo tnttij.gridò un bandito, e il brigadieAre Ambruosi, esauriti i carica-.tori, uscì dall'improvvisata', trincea per soccorrere i feriti che caricò sull'automezzo alla volta di Vìllagrande. Uno dei feriti, il carabiniere Del Proposto, sopravvisse, ma cieco. L'imboscata A dare corpo alle indagini che furono assai difficili e lente concorsero, nei mesi che seguirono, le sporadiche testimonianze raccolte presso confidenti. Tra i primi fu sospettato un pastore, Luigi Crobeddu, fratello di un latitante, attivamente ricercato, Attilio. Egli si trovava nei pressi di Monte Maore quando fu assaltato il cassiere del Flumendosa, e per\questo fu fermato. Qualcuno \ l'avrebbe visto giungere siti luogo del delitto, spinto da cu-iriosità, ma anche molto atte.n to nell'osservare le postazioni dei banditi. Interrogato Luigi Crobeddu ?ioii volle parlare, scagionò il fratello e per più giorni insistette nel dire rhe non sapeva nulla; poi ammise di avere visto individui in atteggiamento sospetto, che si scambiavano segnali prima dell'assalto. Infine giunse a fare dei nomi e chiamò in causa Con gin Severino e Liandru con tutta la banda di Orgosolo. Alte 1£0 dell'8 settembre, fu riaccompagnato in cella dopo queste rivelazioni. Alle 4J0 fu trovato morto. S'era impiccato con la cinta dei pantaloni alla crocetta di ferro dello spioncino. Con la cattura di Liandreddu e di Liandru, avvenuta in drammatiche circostanze fra il mar-jzo e l'agosto 1950, sembrò che\lf brigantaggio sardo volgesseral tramonto, ma il 9 settem-\bre 1950 in regione Sa Ferula,\« 8 chilometri da Nuoro, si eh-'be una tragica smentita. Quella mattina Sebastiano Mereu. un giovane di taglia minuta, bruni gli'occhi e il viso affilato, uscì molto di buon'ora dalla sua abitazione nuorese per non farsi notare. Prese la strada che porta a Bitti, e dopo 8 Km. in regione Sa Ferula si firmò. I suoi amici erano già sul posto, in pieno assetto 1 ! 111 ! 11 ! 11111111111111 » 11111M1111111111 > : 111:111 ( 111111 di guerra. Sapevano che in giornata sarebbe transitato l'automezzo dell'i Erlaas > (En te regionale per la lotta anti-anof elica in Sardegna) diret to a Bitti, Lode, Siniscola, Oro^ to de» sa/ari degli opciat im- nella lotta anti-anofe- lira. La misura del possibile bottino era stata valutata a nove milioni: tanto si credeva poter ricavare dall'impresa. Passavano le ore e l'automezzo non sopraggiungeva, finché alle HAO un lungo si bilo li mise all'erta. Sulla curva si era profilato un Dodge; petto a terra i banditi aprirono U fuoco. Dall'alto del costone videro un giovane, L\/»io Ticco buttarsi dalla mac china per appiattirsi lungo la cunetta. I suoi due compagni di viaggio, l'autista Francesco Porta e Luigi Carossino, avevano chinato la testa sotto il crnscotto. Fu «" attimo: Carossino agitò un fazzoletto bianco, in segno di resa: i ban diti gli andarono incontro. Porta era ferito alla regione dorsale inferiore. Risospinti con il calcio dei moschetti, Ticcd, Carossino e Porta dovettero raggiungere un terreno attiguo alla strada. Coti lóro era Vincenzo Trischitti, un ragazzo di le anni, diretto in bicicletta da Bitti a Nuoro, e fermato dai briganti. Ticco consegnò la borsa con i quattrini delle paghe, poi si lasciò perquisire: aveva con sè altre mille lire, dentro la borsa poco meno di due milioni. Il capobanda era visibilmente deluso. I due milioni gli sembravano poca cosa. Ma c'era al- tro da farej in quel momento, \ Dalla curva s'era affacciata una jeep: a bordo quattro cairabinicri e i>autista. Il capo- banda ordinò subito che si aprisse il fuoco. Furono esplosioni fitte, rabbiose. A bordo tre carabinieri. Salvatore Tilocca, Giovanni Manunta e Francesco Gennaro, trasferito, questi, da appena un mese in Sardegna, caddero sotto i colpi dei fucili da caccia, dei moschetti e dei mitra. Il quarto carabiniere, Francesco Garau di Loceri, premette il grilletto del suo mitra. Una bomba a mano glie lo scaraventò mNStrevptirstsabTAceiiDnbdrnbddslgidTumttdvDAita| vccnflontano Egli sfoderò allora to|crivoltella, e sparando si allqn-Ltanò dalla, macchina, in fuga »wrso il deposito di artiglieria di Prato Sardo. sgudL'aiifisfa della jeep, France-\rLa cattura dei banditi j«co Fois, s'era frattanto diste-\s\so lungo la cunetta. I banditi'sro videro ed esortavano un jr\compagno a sparargli addos-i s\so: sei colpi di moschetto Iole'ferirono. Non rimaneva al Fois 'taltra alternativa se non quel-' sla di fingersi morto. Rimasto !ssolo l'autista si trascinò fino talla macchina, si mise al uo-'elante, premette l'acceleratore .re con i cadaveri dei tre cara-i binieri a bordo corse verso : hPrato Sardo. Qui frenò e poijgsvenne. d// Tt'rcOj il Carossino e il gPorta erano rimontati sullalà1 f 1111 f 1111 ! 11 i 111111111M111111111111 f i I • 11 « ! ! 1111111111111 ! 1 macchina, dirigendosi verso Nuoro. Quindici giorni dopo Sebastiano Mereu venne invitato dai carabinieri a spiegare perchè nello stesso giorno e nelle stesse ore in cui si era verificata la strage, egli fosse passato nei pressi del deposito di Prato Smeraldo disfatto in volto e con un'ombra di terrore negli occhi. Fu reticente, sulle prime, poi diede elementi che avrebbero consentito lo sviluppo delle indagini. Anche a Sa Ferula avevano agito i banditi di Orgosolo, Pasquale Tandeddu, lo zio Giovanni, Antonio Nicolò Sauna e Francesco Sini. Uno dopo l'altro essi vennero catturati. p. f. iiiiiiiiiiiiiitmiiiiiiiiiiiiimii iiiiiiniiiiiiii