Stalin e la rivoluzione

Stalin e la rivoluzione PER TRENTANNI AL GOVERNO IN PACE E IN GUERRA Stalin e la rivoluzione l'esistenza clandestina, complotti e prigione, e la conquista del potere - Il padre calzolaio, il nonno "servo della gleba,, -fra Tiflis e Batum, giovinezza di agitatore - La rivolta del 1905 e,l'incontro con Lenin - Il primo articolo firmato Stalin Lf tta con Trotzki: la politica della "rivoluzione permanente,, e quella del '"raccoglimento,, - I Kolkoz: lotta di quattro anni contro 10 milioni di contadini - I grandi processi - Solidarietà di guerra con l'Occidente - La tensione dopo l'armistizio... Nativi ai un villaggio della Georgia Gori, dovp suo padre s'era deferito, dopo la liberazione dei servi della gleba, Giuseppe Stalin s'impose alla attenzioi;r di Lenin e degli altri principali elementi del partito bolscevico, avendo svolta una intrusa e prolungata attività poi'.iica nelle città georgiane di Tiflis e di Batum. Suo ppdre, Vissarion Ivanovic Giuf shvili, . nrcltava il mestiere del calzolaio, e più tardi quando vide che in Gori e con la sua bottega non riusciva a tirare innanzi, si trasferi solo a Tiflis. dove ontrò in qualità di operalo in un calzaturificio di cjdesla citta. Aveva sposato una donna M'iindicenne, di farrigli.i contadina, Ekaterina, figlia del servo della gleba Giorgi Uheladze. che il 21 dicembri» 1879 dette alla luce Giuseppe (Iosif), ,i quarto dei suoi Agli, tre del quali erano morti prima della nascita di quest'ultimo, che a clifferenza degli altri era solidamente costrutto, e visse sano e robusto. Vita misera e stentata, in una casetta umile e sudicia, che nei giorni di pioggia lasciava filtrare, attraverso le porte -connesse, acqua e fango. Nel seminario di Tiflis La madre di Giuseppe, che faceva la lavandaia, e provvedeva in gran parto ai bisogni della famigliola, pei che il marito usava ubbriaca! si frequentemente, avrà sognato per il suo Iosif una vita migliore di quella che essa conduceva, e quindi pensò di mandare il figlio, quando ebbe nove anni, alla scuola ecclesiastica di Gori, che il ragazzo frequentò per cinque anni, dal 1888 al'1893; dopo di che egli fu accolto con bella votazione nel seminario teologico di Tiflis. La Georgia, benché conquistata dalla Russia da oltre un ■ecolo, non era allora insensibile alle idee di autonomia o indipendenza dal governo zarista, 11 quale svolgeva una politica di russificazione ad oltranza in tutti i governatorati popolati da genti di altre nazioni, e usi a parlare linguaggio diverso da quello russo. E a queste tendenze autonomistiche, che solo il. timore dell'incombente penetrazione persiana o turca riusciva a raffrenare, si erano in quegli anni della fine del secolo, mescolati o sovrapposti i primi conati di un nebuloso socialismo, che il progressivo sviluppo industriale nelle città di Tiflis e di Batum rendeva più vivace e incalzante. A queste inclinazioni dell'ambiente non restavano indifferenti i giovani che frequentavano il seminario teologico, quantunque la disciplina fosse in esso piuttosto severa, e 1 religiosi che lo dirigevano fossero assai zelanti nell'ubbidienza agli ordini che il governo zarista e il procuratore della Chiesa ortodossa emanavano da Pietroburgo, perchè la gioventù georgiana accolta nel seminario fosse cresciuta nella reverenza dello zar e dell'impero. Anche Giuseppe Giugashvlli non si sottrasse all'influsso dell'ambiente: fu nel seminario di Tiflis che egli incominciò a leggere libri di ogni natura, i romanzi di Victor Hugo, la produzione scientifica del Darwin e infine 1 saggi di Carlo Marx, fra i quali II Capitale. I padri che vegliavano sull'educazione dei giovani, dopo avere ripetutamente inflitto severi castighi al futuro Stalin, e agli altri seminaristi che si co-'it'n";>no al nari di lui, vennero, l'anno 1899, nella dete: in.nazione di scacciarlo dal seminario, vista la sua perseverante indisciplina. E' da questo punto che incomincia la carriera politica e rivoluzionaria del tìglio del calzolaio, il quale non fece ritorno a Gori, dove sua madre era rimasta a lavorare e a penare, in quella casa che adesso è diventata un museo naz naie, ma visse tra Tiflis e Batum mescolandosi a tutte le agitazioni politiche e operaistiche di quelle città, affermando jettipie più la sua personalità di attivo rivoluzionario, dedito ormai esclusivamente alla poi tira, alla frequente prepara:: otif ed alla guida di scioperi e agitazioni, nonché alla pub'liL-az.one di fogli socialisti cne erano stampati in una tinn^rnfia clandestina, e nei quali, spesse volte, riecheggiavano gli ammaestramenti dell'esule russo Lenin, del quale Giuseppe Giugashvill divenne ben presto fedele seguace. E poiché era ormai costretto a vivere egli stesso nella clandestinità, dato che YOkhrana aveva messo gli occhi su di lui, dovette assumere un nome di battaglia, il suo primo pseudonimo, quello di Roba, col quale per lunghi anni si fece conoscere nella milizia antizarista e rivoluzionaria. Con i bolscevichi Il 5 aprile 1902 Ko a fu rr restato e nelle carceri del Caucaso egli restò per un buon anno e mezzo, dopo di che fu deportato in un villaggio dell'Asia orientale. Ma appena arrivato, si dette a nre^prare la sua fuga La guerra russo-giapponese, Anita con la sconfitta iti terra e sul mare della Russia zarista, aveva indebolito tutte le forze organizzate dell'impero: e non riuscì quindi difficile a Giuseppe Koba di tornare al di qua degli Urali e di raggiungere la sua terra georgiana. Vi giunse mentre infuriavano tra i socialisti russi le polemiche fra bolscevichi e menscevichi, cioè fra i socialisti, che in un recente congresso incominciato a Bruxelles e finito a Londra, si erano trovati in maggioranza sulle tesi prospettate da Lenin, e i suoi oppositori che erano rimasti in minoranza. E l'agitatore georgiano non tardò a schierarsi con i bolscevichi contro i menscevichi, a sostenere con un suo opuscolo pubblicato in russo, in georgiano e in armeno, le tesi di Lenin, il quale ne fu piacevolmente soddisfatto, tanto che da allora incominciò a seguire l'attività del compagno caucasico, con il quale si strinse sempre più in solidale amicizia. Ma a ben altra impresa erano allora chiamati 1 socialisti russi: la sconfitta militare determinò nel 1905 una generale rivoluzione, che tenne agitato l'impero per quello e per qual che anno di poi, e che potè essere giudicata come la prova generale della rivoluzione dell'ottobre 1917: in questo rivolgimento del 1905, Leone Trotzki apparve in prima fila tra i rivoluzionari russi in qualità di presidente del Soviet di Mosca; e quantunque Giuseppe Koba non fosse ancora uscito dal suo ristretto ambiente caucasico, fu dagli avvenimenti di quest'anno che egli attinse una più sicura esperienza, mercè la quale si preparò ad approfondire la sua azione politica, quasi sempre camminando sulle orni, segnate al moto rivoluzionario dalla severa e mobile dialettica di Lenin. Fu dopo la rivoluzione del 1905, e quando i socialisti erano divisi sulla tattica da seguire, se cioè partecipare o no alle prossime elezioni per la formazione di un primo parlamento dell'impero, concesso dallo zar dinanzi all'impeto travolgente dell'Insurrezioni, popolare; fu a questo punto, che Giuseppe Koba usci per la prima volta dal Caucaso, essendo stato designato dai socialisti di Tiflis a rappresentare il partito al congresso che stava per riunirsi in una città della Finlandia, e nel quale si doveva appunto discutere sull'atteggiamento del partito nell'imminente campagna eletto¬ rale. Antipatia per Trotzki Fu ancora in quest'occasione che Giuseppe Koba s'incontrò per la prima volta con Lenin, che egli guardava con occni estatici. E fu qui appunto che egli vide come la tattica del maggior esule russo fosse pronte a piegarsi alle ragioni di un meditato opportunismo. Il socialista caucasico era contrarie alla partecipazione dei socialisti alla lotta elettorale, ed egli nel congresso, parlò appunto in questo senso. Ma con sua sorpresa egli udì Lenin esprimersi in senso perfettamente contrario: disse che gli essenti hanno sempre torto, e che perciò i socialisti dovevano trovarsi nella Duma, per far opera di propaganda, che la rivoluzione si può predicare anche da un porcile, e che perciò era possibile, doveroso anzi, predicarla anche dal porcile della Duma zarista. E anche a Stoccolma, l'anno seguente, quando si riunì un altro congresso dei socialisti russi, Giuseppe Koba. che aveva assunto per l'occasione un altro pseudonimo, quello di Iva Inovic, e che ancora vi intervenne, parve trovarsi in disaccordo con .Lenin, perchè l'agitatore caucasico, che era di fa i miglia contadina e sapeva qua¬ 11 fossero gli umori del contadiname russo, affermava la necessita quando la rivoluzione fosse riuscita vittoriosa, di procedere alla divisione delle terre a favore dei contadini, mentre Lenin manifestava il parere che le terre dovessero essere subito nazionalizzate o municipalizzate. Ma il dissidio non si approfondì, perchè Le nin non insistette nel suo assunto, e acconsentì ad approvare la tesi del fautori della di- stribuzione delle terre, — che poi nel 1930 Giuseppe KobaIvanovic divenuto Stalin e dominatore della Russia, avrebbe realmente contraddetto, per ragioni di opportunità dettate dall'esperienza di governo. Ma intanto la rivoluzione del 1905 era stata domata dal governo zarista, quantunque i socialisti bolscevichi continuassero a sviluppare nel Paese e soprattutto nel Caucaso, principalmente ad opera di KobaIvanovic, un'agitazione fatta di colpi di mano audacissimi, diretti contro le casse dello Stato, che venivano bruscamen. te alleggerite, allo scopo di accrescere i mezzi del partito, destinati alla preparazione della ripresa del moto rivoluzionario. Ormai Koba-Ivanovic era diventato un uomo d'importanza nazionale nel partito rivoluzionario. Ma siccome nel Caucaso erano prevalsi in notevole misura 1 menscevichi, Koba-Ivanovlc non ottenne un regolare mandato perchè andasse a Lon- dra, nel maggio del 1907 al con-lgresso del partito; egli vi andò e vi fu tuttavia ammesso, e fu qui che s'incontrò per la prima | volta con l'uomo di cui sarebbe:stato in avvenire il più fiero:nemico, Leone Trotzki, ch'era Ipoco prima riuscito a fuggire dal confino siberiano. Trotzki, nel congresso, aveva parlato con estrema vivacità contro i sistemi della guerriglia rivoluzionaria (i sistemi delle cosiddette e.sproprirtzfojii), nei quali l'agitatore caucasico era stato d'accordo con Lenin, uno dei più attivi fautori ed esecutori, ■ ., . rr,^,- -r^u cosicché fra Trotzki e Koba, fin da quel primo momento siistabili una corrente di antipa-!tla che da parte di Koba si|manifesto con la ripetizione di!un giudizio dl Lenin nei con-,fronti di Trotzki, e cioè che'questi aveva dimostrato di es-!sere persona « magnificamente inutile > In verità, il movimento rivoluzionarlo era piuttosto diso- rientato e In declino. Il fatto jche dopo la grande fiammata j dei 1905, il governo zarista fos se riuscito a riacquistare forza e vigore, e che si mostrasse deciso e capace di fronteggiare i suoi nemici, aveva deluso le speranze dei socialisti all'in-j terno e all'estero, i quali spe- ravano in una prossima ripre-!sa della rivoluzione. Chi aveva jcreduta prossima e irreparabi-|Ie la fine del governo autocra- tlco, incominciava a dubitare 'di essere caduto in errore, e,prevedeva che forse solo in un avvenire molto più lontano si!sarebbe vista la disintegrazio-|ne dell'oligarchia moscovita. Cosicché da più parti si chiedevano quali fossero le ragioni intime dell'insuccesso, e lo'stesso Koba giudicava che fra le ragioni della crisi era daiconsiderare quella che la dire-1zione del partito trova vasi al- iJ'estero, in balìa degli esuli, che javevano fatalmente perduto ilicontatto colla vita effettiva del-1la Russia; mentre altri si dole vano per la divisione fra bolscevichi e menscevichi che indebolivano il movimento, e altri ancora cercavano le origini della crisi nelle antiche carte della dottrina marxista. Ma erano forse queste, speculazic- ni di intellettuali disoccupati perchè intanto nel 1910-12 il movimento rivoluzionarlo rico- minclò con impeto e ardore. Koba era stato di nuovo ar-restato e mandato a soggior-nare nuovamente a domicilio coatto, dal quale tuttavia non gli riuscì difficile involarsi, nel giugno del 1911. Poi viaggiò da Pietroburgo a Mosca a Baku: una vita operosa, sempre al servizio della rivoluzione, immerso in discussioni e polemiche e agitazioni senza fine. Si trasferì quindi a Cracovia e a Vienna; e fu nella capitale del-l'Austria, che Koba assunse ilnome con cui divenne celebre, quel nome con il quale trascor-se la parte più notevole dellasua vita, e col quale mo-i, iinome dl Stalin che significa nomo di ''minio E «dottò perla prima volta questo nome, jjubblicando un articolo su c I problemi della nazionalità e la socialdemocrazia », che gli diede fama di esperto nei problemi delle minoranze etniche, e col quale sosteneva, ispirandosi ai concetti medesimi di Lenin, che il diritto all'autodeterminazione doveva essere rispettato a favore di polacchi, ucraini e lettoni e di ogni altra nazionalità compresa nei confini dell'impero russo. In questo mentre, ebbe un'altra volf. occasione di incontrarsi con Trotzki, e con Trotzjki ebbe occasione di polemizza |re in una sua Pravda pubblicata a Pietroburgo, mentre una altra Pravda pubblicava Trotzki a Vienna, quasi l'una all'altra antagonista, e in quel suo foglio Stalin attaccava Trotzki definendolo < rumoroso campio ne dai muscoli di cartapesta >. Ma intanto Stalin era un'altra volta arrestato e questa volta a Pietroburgo: e quindi mandato nel marzo 1914 a soggiornare nella colonia di Kureika, nel bacino dello Yenissey. Da questo luogo di pena egli avrebbe fatto ritorno nella capitale solo nel 1917, quando la guerra, svoltasi nel modo meno fe lice per l'impero zarista, aveva dato nuovo celere impulso alla latente rivoluzione. Con la paralisi e quindi col crollo del regime imperiale, i rivoluzionari esuli facevano ad uno ad uno ritorno a Pietrogrado: vi fecero ritorno Trotzki e Kamenew, e Lenin c innumerevoli altri; mentre tutta -lla Russia pullulava di soviet! ò che si agitavano senza .posa u accrescendo il disordine detera | minato dalla guerra e dal rie:volgimento politico. La Russia o:era governata da un ministro, a IKerenski; e su quest'uomo, so e o i i cialista di tendenze moderate, la leggenda ha addossato la principale responsabilità dell'imminente successo della rivoluzione estremista, guidata da Lenin e dal suoi compagni. In realtà, l'impotenza del governo di Kerenski dipendeva d* «uef*°! ?he 'a »v°l"z'°"e , ne»a «uf P"1™ fase « ,stata fatta dai soldati, contadini nel magg oranza, i quali ii* volevanoeepiù combattere, -!ed eran0 ansioai dl tornare al |vi„aggio natìo per lmpadro. i!nlrsi delle terre da tanto tem-,po ag0gnate. Ora poiché Kee'renski voleva continuare la -!guerraj e era deciso a rimane dare a dopo la fine della guerra la spartizione delle terre, i - soldati-contadini, che si vedevano delusi nel loro preponde o jrante desiderio di pace e di a j terra, si rifiutavano dl combat- a e o tere ulteriormente, e aiutarono quindi, direttamente o indiret tamente, il corso della rlvolu zìone d'ottobre. Stalin, che già da qualche -j anno era stato chiamato a far - parte del Comitato centrale -!del partito, quando la rivolua jzione bolscevica trionfò, venne -|cniamato a far Par'e del nuo- v0 governo sovietico, e fu egli e 'stesso che andò in Finlandia a e,Proclamare l'Indipendenza di n codesto Paese, che per la sua i!1,berta aveva lungamente com-|baUuto .nei IunShi anni della dominazior i o' , a La rivoluzione aveva trionfaaito- ma la rivoluzione correva -1lmmlnentl e gravi pencoli. La - i guerra non era ancora finita, e j perche la pace dipendeva dalle li condizioni che avrebbero det-1 tato i tedeschi Trotzki era La guerra civile i e a - stato inviato a negoziare la pa ce, ma 1 pareri nella capitale erano tuttora divisi. Qualcuno voleva la continuazione della guerra per agevolare la propagazione della rivoluzione nell'Occidente d'Europa. Trotzki diceva invece che era d'uo- i ipo conservare la Russia in una l posizione dl equilibrio, senza - che facesse né guerra né pace, Invece Lenin e Stalin insiste-|vano per la pace immediata, -l rimettendo al futuro il regola o n l a : l i a mento dei conti con la Germania che stava per imporre alla Russia sconfitta condizioni leonine, e prendendo atto che l'Occidente d'Europa non aveva risposto all'appello della rivoluzione russa; e questo perchè i più gravi pericoli, separatismo, reazione, disordine, fame minacciavano la Repubbli- -jca Sovietica. Per quanto Lenin l' riconoscesse che la pace detta, ta dalla Germania era vera-1 mente ignominiosa, fu alfine a'deciso di subirla, onde provvei'dere senza indugio alle sorti a ! pericolanti della nuova Russia, r! La pace con la Gerrrania fu ,, uil'.it 11 conchiusa il 3 marzo 1918. La situazione era veramente gravissima, quasi disperata. La controrivoluzione s'era fatta audace, incalza/ite, aiutata indubbiamente dai tedeschi, da inglesi e francesi e cecoslovacchi, da antichi ufficiali zaristi, dai mille nemici della rivoluzione che il rivolgimonto i d'ottobre aveva turbato nei loro affetti e nei loro interessi. Trotzki, abbandonato nelle mani di Cicerin 11 Ministero degli Affari Esteri, sr dette a febbrilmente costruire l'esercito rosso, le formazioni del quale sarebbero state subito mandate a fronteggiare i nemici che ' da ogni lato avanzavano sulla capitale. I nuovi ministri (detti commissari del popolo) erano esposti alle j insidie degli avversari della rivoluzione: Lenin, fatto se!gno ad un attentato, subì una non grave ferita; Trotzki sfuggì a stento a un altro attentato, mentre due altri ministri perirono sotto i colpi micidiali della controrivoluzione. Al terrore degli uni rispose presto il controterrore degli altri. E intanto la capitale della Repubblica Sovietica era trasferita a Mosca. La guerra civile, feroce, implacabile, continuò negli anni 1918 e 1919. Quando essa si esaurì con la vittoria del Governo sovietico, la popolazione rurale, che aveva frattanto aiutato il nuovo Governo a fare fronte alla controrivoluzione, si sollevò contro il regime sovietico, dichiarandosi intol- ! a , , a a . a a . a i - r e e i a i a a a a , e a e o a e - a a , , a e - n e i , u o lerante di ulteriori sacrifici, e sofferenze e miserie. Miserie d'altronde che 11 ceto rurale condivideva con il proletariato delle città. Le riforme rapidamente introdotte, dirette ad attuare il sistema socialistico nella produzione, nella distribuzione e nella proprietà, congiunte all'impoverimento generale determinato dalla lunga guerra e dalle sue devastazioni, avevano svilito il denaro, paralizzato i trasporti, rarefatto merci e derrate, seminato confusione e povertà. Insieme con le rivolte dei contadini, il Governo sovietico si impegnò in guerra con la Po-. Ionia, quantunque Stalin insistesse a consigliare prudenza e moderazione. Il supremo potere' E sopraggiunge infine una' rivolta delle milizie rosse! di Kronstadt, che nel 1917 era stata la roccaforte della rivo-! luzione. L'insurrezione venne domata, ma da quest'episodio Lenin capi che il nuovo Governo era proceduto troppo rapidamente sulla via delle trasformazioni, cosicché in quest'anno, 1921, il sistema del comunismo di guerra fu demolito e sostituito dalla nuova politica economica (N.E.P.) che segnò l'avvento di un'economia mista: furono sospese le requisizioni nelle campagne, l'iniziativa e la proprietà furono consentite nel campo della piccola e media industria e del commercio, mentre il rublo potè essere stabilizzato, e le aziende straniere furono invitate a riprendere la loro attività nel territorio della Repubblica. Codeste riforme moderatrici giovarono efficacemente a dar nuovo incremento alla produzione nazionale e a migliorare di alquanto le condizioni generali del Paese e a consolidare il nuovo regime, che a poco a poco stava dando alla struttura della Russia un ordinamento federale, dominato tuttavia dall'attivo e geloso controllo del Governo dl Mosca. Era in questi anni cresciuta la potenza di Stalin, che presiedeva ormai a due Ministeri, faceva parte del Politburò, e che nell'aprile del 1922 era stato anche eletto segretario generale del Comitato centrale del partito bolscevico. E frattanto il suo sordo conflitto con Trotzki si era fatto più aspro, più visibile e irreparabile. Tanto più che dal maggio 1922 una paralisi teneva lontano Lenin dall'intervenire negli affari, lasciando via libera ai due avversari, che sempre più andavano accentuando il loro contrasto, di lottare per la successione del capo che stava per scomparire dalla scena della vita. Stalin si trovava nella migliore posizione per resistere agli attacchi dl Trotzki e per assalire a sua volta il suo nemico. Nel seno del Politburò Stalin aveva stretto alleanza con Zinoviev e Kamenev. e fu con l'aiuto loro che egli lavo- rò assiduamente per consolidare la sua posizione, tanto più che quando Lenin morì il 21 gennaio 1924, Trotzki tro /avasi nel Caucaso perchè malato e non potè quindi presenziare alle solenni onoranze tributate al principale fondatore della Repubblica federale sovietica. Eliminato il rivale La lotta fu l'inga ed aspra. Quando Trotzki fu indotto ad abbandonare 11 Ministero della Guerra, egli si trovò in netta posizione di inferiorità dinanzi al suo competitore. Non solo 'ambizioni personali dividevano questi due uomini che tanto avevano contribuito al trionfo del nuovo regime. Trotzki giudicava che la Russia non sarebbe riuscita a fondare stabilmente un sistema socialista all'interno della Repubblica Sovietica, quando tutta l'Europa Centrale ed Occidentale avesse conservato il sistema capitalistico: ond'è ch'egli propugnava il programma della < rivoluzione permanente >, Insisteva perchè la Russia si tacesse attiva promotrice della rivoluzione negli altri Paesi d'Europa. Stalin invece propugnava una politica di raccoglimento, sosteneva che la Russia aveva sufficienti risorse per creare entro i suoi confini un mercato a sè stante, senza preoccuparsi delle condizioni degli altri Paesi. Questo conflitto, che qui si enuncia in breve e sommariamente, durò in Russia lunghi anni, si trascinò da un congresso all'altro del partito bolscevico, indusse Zinoviev e Kamenev a separarsi da Stalin e ad unirsi contro Stalin con Trotzki, mentre Stalin nel seno del Polìtburò trovava conforto ed appoggio nella solidarietà di Bukharin, di Rykov e di Tomsky. Trotzki e Zinoviev furono infine estromessi dal Polìtburò e deportati in lontane città; e siccome Trotzki fu sospettato di complottare contro Stalin e contro il Governo sovietico, egli fu inoltre nel 1929 espulso dalla Russia sovietica, confinato a vivere nell'isola di Prinkipo sul Mar Nero, donde poi si trasferi nel Messico, qui essendo crudelmente ucciso molti anni dopo. La battaglia dei Kolkoz . ' ' ! ! a o a , e e o , e . . u Ma intanto le condizioni della Repubblica Sovietica s'erano fatte gravissime. Le città stavano per essere affamate dalla campagna. La politicai conciliativa adottata nel 1921 ' verso i kulaki, cioè verso i maggiori proprietari di terre, politica che Stalin aveva propugnato e continuato, quantunque Trotzki, quand'era ancora in Russia, l'avesse severamente giudicata, non aveva nè determinato aumento della produzione, nè indotto i proprietari a far affluire nelle città il fabbisogno per il sostentamento dei cittadini. Fu a questo punto, che Stalin prese la decisione di espropriare i grandi proprietari e di creare i grandi Kolkoz collettivi, trasformazione sociale e politica di grande entità, che determinò la ripresa della guerra civile e la distruzione dei ribelli. Di quest'episodio decisivo e sensazionale della rivoluzione russa, Winston Churchill parlò nel 1942 a Mosca con lo stesso Stalin, durante una pausa delle conversazioni che avevano avuto per oggetto la guerra contro la Germania nazista. — Ditemi, — chiese Churchill a Stalin — le difficoltà di questa guerra vi hanno causato preoccupazioni tanto gravi quanto quelle determinate dalla costituzione delle fattorie collettive? — O no — rispose Stalin, — la collettivizzazione c'impose una lotta ben più terribile. — Penso — osservò Churchill — che vi sia riuscita così dura per il fatto che non avevate a che fare con poche migliaia di aristocratici o di grandi latifondisti, ma con milioni di umili contadini. — Dieci milioni — rispose Stalin alzando entrambe le mani. — Fu una lotta terribile che durò ben quattro anni. Era assolutamente necessario per la Russia, se volevamo evitare le carestie periodiche ed arare la terra con i trattori. Noi dovevamo meccanizzare la nostra agricoltura. Quando davamo i trattori ai contadini, essi divenivano inutilizzabili nel giro di alcuni mesi. Soltanto fattorie collettive, dotate dl officine di riparazioni, potevano farli funzionare. Ci adoperammo in tutti i modi per spiegare la cosa ai contadini, ma discutere con loro non serviva a nulla. Dopo che voi avete detto tutto il possibile a un contadino, egli vi risponde che deve andare a casa a consultarsi con la moglie o con il suo pop (prete). E dopo che ha discusso con loro, il contadino risponde invariabilmente che non ne vuol sapere delle fattorie collettive e che preferisce fare a meno dei trattori... Fu davvero un'impresa molto dura e difficile, ma necessaria. — E che accadde infine? domandò Churchill. E Stalin: — Parecchi di essi accettarono di entrare nelle nostre fattorie. Ad alcuni furono assegnate terre da coltivare in proprio nella Siberia, ma la grande maggioranza dei: kulaki era molto impopolare e fu liquidata dai dipendenti Non soltanto abbiamo aumen¬ tato notevolmente la quantità della produzione, ma abbiamo anche enormemente migliorato la qualità del grano. •A questa profonda trasformazione dell'economia rurale russa, corrispose in quégli anni l'inizio dei successivi piani quinquennali per l'incremento della produzione industriale e per l'esecuzione di colossali lavori pubblici. Cosicché dopo alcuni anni, poco prima del 1940, la produzione del grano era di 30 o 40 milioni di tonnellate superiore a quella ottenuta con l'agricoltura individuale, mentre dopo il 1935 l'industria russa raggiunse una produzione quasi uguale a quella tedesca, quantunque fosse giudicata nettamente inferiore la sua capacità organizzativa, e il tenore dl vita del popolo russo non avesse nell'anteguerra raggiunto il livello cui era pervenuto il popolo tedesco. Espulso Trotzki dalla Russia, Kamenev, Zinoviev ed altri oppositori confinati in remote contrade, non per questo Stalin poteva credere consolidato definitivamente il suo Governo. L'opposizione continua-1 va a insidiarne la stabilità, fors'anche perchè Trotzki aveva conservato in Russia amici affezionati con i quali intratteneva relazioni dall'estero. Qualche attentato commesso nel 1934 e nel 1935 contro esponenti del mondo governativo ligio a Stalin, indusse lo statista georgiano a procedere al una severa repressione degli 1 ostinati oppositori, e si ebbero1 qrpActecntqpvphgsansscandvcdrlv1pcsn1dMRgc quindi i grandi processi di epurazione, nei quali ebbe tanta parte la parola accusatrice dl Andrea Viscinsky, e che si conclusero con la condanna capitale dl Kamenev, di Zinoviev e di alcuni altri uomini politici che molto avevano contribuito nel 1917, e prima e dopo, al, trionfo della rivoluzione. Nè ' questi soltanto, perchè di lì a poco, il Governo staliniano venne a conoscenza di certi approcci che il -maresciallo Tukhacevski aveva intrapreso col grande Stato Maggiore tedesco, probabilmente per averne aiuto onde rovesciare il Governo di Stalin, e stabilire a Mosca un Governo militare: cosicché anche questo grande capo dell'esercito sovietico fu arrestato, processato e condannato a morte. Guerra e dopoguerra Si avvicinava intanto l'ora della grande prova per la nuova Russia, quella della guerra contro la Germania nazista. La diffidenza sistematica che ispirava in ogni circostanza la politica del Governo di Mosca verso le Potenze occidentali, c 10 spirito di adattamento opportunistico alle più diverse circostanze, che i governanti stessi avevano ereditato da Lenin, indussero nell'agosto 1939 11 Governo staliniano ad accordarsi con la Germania nazista. Ma la Germania poi attaccò la Russia il 22 giugno 1941, a malgrado dell'alleanza conclusa con essa, circa due anni pri¬ .! i ji j \i'•ij(j|1 j!jIi( , ' ma. Churchill aveva preavvertito dell'imminenza dell'attacco tedesco 11 Premier russo, che era anche maresciallo dell'esercito sovietico, e capo supremo .delle forze militari: ma Stalin, ! secondo ebbe occasione di dii chiarare più tardi a Churchill, non aveva bisogno di essere avvertito, sapeva che l'offensljva stava per Incominciare, ed i egli si preparava a fare fronte j al nemico. E" superfluo ricordare quale grande contributo abbia dato alla vittoria sulla Germania \ l'esercito sovietico, il quale comunque venne largamente • i frequentemente provveduto di 'armi, di munizioni, dl viveri dall'Inghilterra e dall'America, • che senza indugio avevano fatr ito causa comune con l'aggredito orientale. Questa vantaggiosa a tutti solidarietà dell' Oriente con j l'Occidente non era tuttavia (destinata a prolungarsi al dl jlà della guerra guerreggiata: |dopo la conclusione dell'armi1 stizio con la Germania e con il Giappone, le relazioni fra la j Russia Sovietica e l'Inghllter! ra e l'America e il mondo 00 j cldentale si rifecero a poco a I poco sempre più tese e difficili, Incominciò la guerra fredda. Ora la morte di Giuseppe Glugashvill-Stalin, che per quaisl trent'anni ha governato in (pace e In guerra la Russia uscita dalla rivoluzione d'ottobre, fa sorgere nuovi dubbi sul corso degli avvenimenti. Cesare Spellanzon A Berlino orientale nelle prime ore del mattino: due comuniste tedesche depongono una corona di fiori al piedi della grande statua eretta al maresciallo Stalin (Telefoto) L'Iconografia ufficiale aveva sempre presentato Stalin paterno e sorridente con la chioma abbondante appena spruzzata dal tempo. Solo In una recente cerimonia, il Generalissimo aveva rivelato la sua canizie. £000 11 capo dell'URSS mentre si toglie 11 berretto: spicca il candore del capelli