Arrestato uno degli assassini del tabaccaio di Val di Non

Arrestato uno degli assassini del tabaccaio di Val di Non Arrestato uno degli assassini del tabaccaio di Val di Non Il complice braccato dai militi Trento, 4 marzo. Il 27enne Livio Rodegher è stato arrestato stamane dai carabinieri in un casolare isolato sui monti di Livo dove ai era nascosto dopo il feroce assassinio in persona del commerciante Giovanni Maninflor. Interrogato dai carabinieri egli ha proclamato la sua innocenza accusando come autore materiale del delitto il suo compagno, l'autista 22enne Emilio Fondriest. Il vestito che indossava presentava, però, parecchie macchie sanguigne e grumi di materia cerebrale. Ciò fa presumere che egli non sia stato estraneo al delitto. Secondo le dichiarazioni da lui rese all'autorità Inquirente i due giovinastri si erano introdotti nel retrobottega dello spaccio tabacchi per asportarne il denaro, e avevano appena prelevate 1500 lire da un cassetto quando venivano scoperti dal proprietario della rivendita. Mentre il Rodegher si dava alla fuga, 11 suo amico si avventava contro il Maninflor spaccandogli il cranio con dieci colpi di martello e usciva poi precipitosamente dal locale imbattendoal nella moglie dell'uccìso Diomira Zanotelli che scendeva le scale. Soltanto oggi la povera donna, rimessasi dal forte choc nervoso che l'aveva colpita, è riuscita a pronunciare le prime parole di accusa: rievocando il drammatico episodio ha riferito di essere stata inseguita dal Fondriest sulle scale della sua abitazione. Si era salvata barricandosi nell'interno della stanza da letto e affacciandosi alla finestra per invocare disperatamente aiuto. I carabinieri che proseguono le indagini per rintracciare il Fondriest hanno trovato in un sentiero tracce di sangue lasciate dall'assassino in fuga. Dietro a un cespuglio hanno poi rinvenuto una vasta chiazza rossastra. Accanto a questa stava infisso nel terreno un grosso coltello acuminato col manico di legno e a fianco un pesante martello che erano serviti per uccidere il Maninflor. Sia il coltello che il martello erano al centro di una pozza di sangue raggrumato e ciò fa presumere che il Fondriest si sia fermato in quella località per tamporane una ferita piuttosto vasta alla mano o al polso. Egli deve aver poi proseguito, da solo, lungo il ripidissimo pendio della montagna probabilmente con l'intenzione di raggiungere la frontiera attraverso sentieri scoscesi che aveva altre volte percorso assieme al Rodegher. Costui, a quanto è risultato oggi, aveva lasciato la sua,abitazione due ore prima del delitto dicendo che sarebbe partito per la Svizzera. A poca distanza dal paese di Scanna si era Imbattuto nel fratello del Fondriest, Rolando, di 16 anni, e lo aveva incaricato di ricordare a Emilio che l'avrebbe atteso, come d'accordo, alle 20 davanti alla rivendita gestita dal Maninflor. Tale dichiarazione basta da sola a provare la premeditazione dell'efferato crimine di cui è ormai chiaro il movente. I due giovinastri volevano procurarsi a tutti i costi del denaro perchè avevano deciso di trasferirsi nella Svizzera e ritenevano, una volta superato il confine, di poter sfuggire ad ogni ulteriore ricerca. I carabinieri stanno però braccando da presso il fuggitivo stringendolo in una morsa alla quale difficilmente potrà sfuggire.

Persone citate: Emilio Fondriest, Fondriest, Giovanni Maninflor, Zanotelli

Luoghi citati: Livo, Svizzera, Trento