I conti Manzoni uccisi secondo un piano concordato

I conti Manzoni uccisi secondo un piano concordato IvA. TRAGEDIA PI VlIvIvA FRASCATA I conti Manzoni uccisi secondo un piano concordato L'interrogatorio dell'ex-partigiano Pasi - Egli dichiara che il suo compagno in carcere avrebbe voluto fargli assumere la responsabilità dell'organizzazione del delitto (Dal nostro inviato speciale) Macerata, 27 febbraio. Una caratteriatica del processo Manzoni, edizione 1953, è che l'imputato prima parla e poi ascolta se stesso. A lungo e con ansia. E' una voce che esce da migliala e migliala di pagine scritte da carabinieri, da giudici, da cancellieri, in una cella o in un'aula, di giorno o di notte, uno squallido romanzo - alluvione con molti dialoghi e molte descrizioni, che dura ormai da otto anni. Ogni mattina 11 presidente De Marco apre un enorme scatolone a forma di libro (è l'c Eccidio del conti Manzoni », una ventina di maiuscole che aggrediscono l'occhio), ne estrae un sesquipedale capitolo e, alutato dal giudici popolari, incomincia a leggere. Sono 1 verbali del '48, del '48, del '51, la voce del passato che spccao contraddice o addirittura smentisce in pieno ciò che l'imputato ha finito di dire alla Corte. Il vecchio personaggio del romanzo contro 11 nuovo, personaggio della più breve novella che prende la ispirazione dal Bette di Voltana. Cosi oggi Primo Cassani, che Ieri si ritrattò con.più vigore di due anni fa, ha dovuto ascoltare ancora una volta 11 lungo capitolo che lo riguarda. Negli interrogatori del '45 e del '48, l'ex-delatore dà del fatti e delle persone una versione completamente diversa. Una quarantina di giorni prima della strage Pasi critica aspramente l'operato partigiano di Casnnnl, ma venti giorni dopo si rabbonisce, Bpiega che gli ha parlato a quel modo per temprarlo meglio alla lotta. Passano altre due settimane e Pasi confida al suo gregario che bisogna prendere dei provvedimenti contro 1 Manzoni, « nemici del popolo ». Poi l'operazione si svolge secondo il piano già concordato in una riunione a cui ha preso parte anche Tasselli, che ha avuto tutte le istruzioni del caso. I gregari partono dalle loro case uno alla volta e Bi dirigono verso la Frascata. Cassani segue Tasselli, arrivano alla villa, affrontano 11 conte Giacomo Manzoni, mentre la Anconelll, la cameriera, grida alla vecchia contessa: « Signora, ci vogliono uccidere ». Intanto arriva a bordo di una « Ballila » Silvio Pasi con altre due macchine, e Cassani riconosce tutti gli imputati di oggi. Le macchine partono con le vittime e con la roba rapinata, «E' andato bene» Qualche giorno dopo Cassani rivede Tasselli e sa che «è andato bene ». Poi entrano in scena 1 carabinieri • Cassani diventa un agente provocatore, un traditore del compagni. E' 11 lungo racconto che già conosciamo, una lettura estremamente penosa per questo giovanotto magro, pallido, dagli occhi arder'', che ha fatto di tutto in questi due o tre anni per riabilitarsi davanti a Pasi e per mostrarsi degno del suo perdono. « Se me lo consente, Eccellenza — egli dice rivolgendosi al Presidente — ripeto la mia Innocenza». « Avvocato, scassini », ordina ora scherzosamente il Pubblico Ministero Villaccl. Si avanza pronto l'aw. Matteucci e fra l'ilarità del pubblico apre la gabbia, fa entrare Cassani e ne fa uscire Fasi, con l'elegante dlslvoltura di un carceriere di prima classe. Poiché stamane 11 lucchetto della gabbia resiste alla chiave e agli sforzi dei carabinieri, l'avvocato bolognese si è felicemente sostituito ai custodi ordinari. E spiega ammiccando: « Ho difeso uno scassinatore ed ho acquistata una certa pratica dei congegni di sicurezza ». ciò non avrei nulla da aggiungere a ciò che ho detto in passato -. incomincia Pasi —, ma riassumerò brevemente la mia vicenda ». Il carcere ha un po' invecchiato ed appesantito < Elie », ma non gli ha scosso i nervi. E' sempre padrone di se, è sempre pacato e preciso nell'esporre, come due anni fa, Anche oggi, come allora, egli Incuriosisce 1 giudici togati e non togati, che lo ascoltano con vivo interesse. Pasi fu il comandante partigiano ed il commissario politico dell'8* Brigati Garibaldi che agì in una vasta zona del Ravennate, fra Ijiigo, Consellce e Massa Lombarda. « Dopo la Liberazione — egli prosegue — stetti un mese a casa mia, a Giovecca di Lugo. Ero ferito e mi curai, poi con mia moglie e la mia bambina mi trasferii a Lugo per il mio lavoro di partito e di organizzazione. Da quel mo mento abbandonai i contatti con Giovecca e con Lavezzola. La mattina dell'8 luglio 1945 il signor Ricci Bartoloni, che mi ospitava a Lugo, mi disse che i Manzoni erano scomparsi ». Presidente — Ma Ricci Bartoloni ha smentita questa circostanza. Pasi — Mi permetta di confermarla. Fu proprio Ricci Bartoloni ad informarmi per primo. Successivamente seppi dalla voce popolare che 1 Manzoni erano partiti per l'America o per Roma. Mandante e organizzatore Dopo aver lavorato a Ravenna e a Roma come funzionario del suo partito, Pasi rientrò in Romagna nel 1947, lesse sull'i: Ora d'Italia», 11 quotidiano di Patrissi, un articolo sull'uccisione dei Manzoni, ed il 1° agosto 1948 fu fermato dai carabinieri della squadra giudiziaria di Ravenna e portato in quella caserma. « Là, il capitano Tessitore ed i sottufficiali Ravasini, Sasselli e Doro mi interrogarono sul delitto Manzoni e mi dissero che lo ero stato il mandante e l'organizsatore ». Ecco il primo capitolo. Con la solita calma, Pasi attacca ora il secondo capitolo: la situazione politica nella zona di Giovecca, i rapporti con 1 fascisti al tempo della occupazione tedesca. € Il primo scontro con 1 Manzoni lo ebbi nel novembre 1943 a proposito del grano. Noi cercavamo di decentrare il grano ammassato, di frazionàrio in più magaz- zdagepsIvuvsntsdecisclIcmmpdfsqtscalsdr1nPdecqcds zlnl per sottrarlo alle rapine dei tedeschi. Alcuni incaricati andarono dal conte Giacomo, gli chiesero un magazzino, ma egli rifiutò. In seguito io proposi di riunire tutti gli ex-fascisti della zona e di trovare Insieme un compromesso. Volevamo evitare che si costituisse un fascio repubblichino a Lavezzola e proponemmo ai fascisti di rimanere in disparte, neutrali. Nessuno avrebbe avuto noie. In caso contrario, essi sarebbero stati trattati come del traditori della patria. Gli ex-fasclstl accettarono queste condizioni, ma i Manzoni non intervennero alla riunione ». In seguito il fascio fu fondato, 11 conte Giacomo vi si iscrisse, la lotta divampò cruenta anche In quella parte della Romagna. < Non mi risultò mai — precisa Pasi — che il conte Giacomo, o Minuccio, corno lo chiamavano tutti, avesse partecipato al rastrellamenti con 1 tedeschi, come fece invece Golfera, il primo segretario del fascio, che nel corso di una di queste operazioni uccise il partigiano Lidio Savioll e fu egli stesso in seguito soppresso. So che Minuccio si recava spesso al fascio di Lavezzola e prestò la macchina ai fascisti, ma la sua attività fu piuttosto quella di un fiancheggiatore, sotterranea, direi ». Nel luglio del 1944, quando sembrava imminente l'avanzata degli alleati, Pasi, che era già alla macchia dal febbraio, venne a Giovecca e si fece consegnare da Minuccio uno dei suoi fucili da caccia da servire ai partigiani. Qui II racconto differisce da quello del '51. Allora sembrò che Minuccio avesse consegnata l'arma a Pasi quasi amichevolmente, senza tante cautele da una parte e dall'altra. Ora, invece, Pasi accenna ad un certo Montanari che gli servì da tramite, con la richiesta e quindi la consegna del fucile compiuta con stile militare, entro pochi minuti, per prevenire un agguato eventuale. Soli in una cella Eccoci al terzo capitolo: gli interrogatori dei carabinieri, i rapporti con Cassani. «Nessuno avrebbe mai potuto accusarmi di avere voluto ed organizzato un simile delitto. Ai carabinieri dissi che non mi risultava che Minuccio avesse commesso qualcosa di grave per cui dovessimo ucciderlo. Mi contestarono il delitto ed Io negai, come ho sempre fatto». Dopo una decina di giorni in cella, Pasi è messo a confronto con Cassani i « Il maresciallo Sasselli lesse il verbale dell'interrogatorio di Cassani. La cosa mi sembrava così assurda che io, tramite il Sasselli, domandai a Cassani se avesse fatta quella dichiarazione spontaneamente. Alla doman•iiiiiiiiiiiiiiiiititiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiii da del maresciallo Cassani rispose di sì >. La sera del 10 agosto Cassani e Pasi sono messi ' soli in una cella, mentre fuori 1 carabinieri stanno con le orecchie aperte. < Era buio. Cassani mi si avvicinò e mi disse che dovevo assumermi la responsabilità del fatto dei Manzoni. Gli risposi: <A che punto sei arrivato! Perchè sei tanto debole ed Incosciente da accusarmi?». Io non ho organizzato niente. Ma Cassani insistette. Presidente ■— Aveva una bella faccia tosta Cassani a pretendere questo! Pasi — Lo esortai a cambiare strada, a smetterla di accusare degli innocènti. Mi limitai a questo, come risulta dal verbale del giudice istruttore, senza aggiungere affatto le frasi demagogiche contro i carabinieri che mi sono state attribuite in altri verbali. Sono inquadrato da tempo nel mio partito, che mi ha abituato ad apprezzare 11 coraggio, la forza degli altri, non già a disprezzata. Perciò considerai politicamente Inopportuna l'azione del 7 luglio. Se i Manzoni erano realmente colpevoli, la popolazione doveva denunciarli amzsocserufAuncslngstrezdnssdil ) 11m1111 m p 1111 ) i m1111 e i ! ) 11T r 111111 > |J 11m111111111 al tribunale. In questo senso mi adoperai in altre circostanze del genere, essendo stato io stesso giudice della corte straordinaria di Ravenna. Presidente — E' possibile che 1 Manzoni siano stati uccisi da gente venuta da Voitana, e perchè proprio da Voitana? < Nella zona di Voitana — risponde Pasi — i partigiani uccisero dei fascisti, quindi ci fu una violenta rappresaglia. Anch'io perciò penso che gli uccisori venissero di là». Presidente — Quei sette sono Btati poco generosi con voi, come Cassani. Pasi — Meno generosi sono stati coloro Che hanno mosso le accuse contro di noi ed hanno portato avanti questo lungo procedimento giudiziario. I sette di Voitana hanno compiuto un atto onesto, anche se in ritardo. La lettura dei verbali vecchi e alcune contestazioni sui lenzuoli del Manzoni finiti in casa di una parente dell'imputato, non turbano il calmissimo Pasi. Anche In questo Cassani e soci debbono prendere esempio dal loro < capo >. L'udienza è rinviata a lunedi. Giorgio Vecchietti 11 r 1111111111 f 1111 [ i < 11 ! 1111111 j 11 r i ! 1111111111J ; i ti 11 ! 11 ; i 11