Un atroce delitto alle Assise di Sanremo

Un atroce delitto alle Assise di Sanremo Un atroce delitto alle Assise di Sanremo Un calabrese uccise per motivi d'onore la figlia sedicenne e ne ferì gravemente l'innamorato Sanremo. 26 febbraio. (a. n.) - E' di due settimane fa l'ultimo di una serie dì episodi suscitati dalla rivalità fra calabresi e gente del luogo nel comune di Taggia. Tutto è sedato e non vi è motivo di pensare che il fenomeno possa riaffiorare, ma il fatto ha lumeggiato la situazione dei «meridionali > in riviera, polche il nucleo abbastanza cospicuo della regione di Taggia non è che una delle < isole > dovute ella quasi inavvertita immigrazione interna: esistono forti contingenti di coltivatori abruzzesi a Coldirodi e di calabresi a Vallecrosia e Ventimiglia. I primi meridionali stabilitisi qui erano poveri braccianti, avviati a cercare lavoro In Francia. Non . essendo riusciti ad espatriare, si sono adattati in questa zona ad una vita primordiale, accettando qualsiasi occupazione con qualunque salario. Mangiando lo stretto indispensabile, dormendo bu poveri giacigli in case abbandonate o in capanne costruite alla meglio, questa gente è riuscita a racimolare di che fare acquisto dì una fascia di terra. Poi ogni abruzzese, ogni calabrese stabilitosi qui, ha fatto venire a poco a poco dal lontano paese parenti ed amici: così si sono formati 1 nuclei oggi abbastanza numerosi. Tuttavia questi immigrati hanno conservato nella dura primordialità le qualità e le abitudini dei loro luoghi d'origine. Essi rimangono quindi isolati (non avvengono matrimoni fra loro e la gente locale) e non traggono dal nuovo ambiente nè usanze nè diverso modo di pensare e di considerare i valori della vita. E' in questo clima e su questo scenario sociale che va considerato il dramma sanguinoso che da domani verrà rievocato in questa sezione staccata della Corte d'Assise dì Imperia. Il calabrese 43enne Giuseppe Nasso, 11 22 ottobre 1949, in regione Ville di Ventimiglia, uccise a rivoltellate la propria figlia sedicenne Concetta e ferì abbastanza gravemente l'innamorato di lei, Antonio Va lente, un altro calabrese, di 25 anni, che riteneva avesse attentato all'onore della ragazza, Compiuto il delitto, il Nasso si dava alla latitanza. Solo al processo sapremo come impiegò il suo tempo tino alla metà dì giugno del 1950. allorché, a Montenero di Bordighera, piombò ad un tratto presso la casa del Valente (che nel frattempo si era sposato) e, armato dì un mitra, sparò nuovamente su di lui, sulla moglie e sul figlioletto di appena cinque mesi, senza riuscire a ferirli. Pochi giorni appresso, il pericoloso individuo veniva arrestato a Diano Marina, mentre, sulla motocicletta di un conoscente, tentava di uscire dalla zona e di raggiunger". Ge nova Le colpe imputate al Nasso, come si vede, sono gravissime. Il processo non è facile, i testimoni, tutti calabresi, sono numerosi. Non è per ora prevedibile la durata del procedimento. dezumlilltltnsgcltzTds

Persone citate: Antonio Va, Giuseppe Nasso, Nasso