La vicenda degli italiani già prigionieri nel Kenia

La vicenda degli italiani già prigionieri nel Kenia La vicenda degli italiani già prigionieri nel Kenia Accuse dei missini contro il gsn. Pace, allora comandante del campo di Burguret Sevizie contro i soldati? - Un'inchiesta in corso da parte del Ministero della Difesa (Nostro servizio speciale) Napoli, 25 febbraio. Viva impressione ha causato la discussione avvenuta ieri a Montecitorio tra il Sottosegretario alla Difesa, Jannuzzi, e l'on. Roberti (del M.S.I.) per i drammatici fatti che, secondo il deputato, sarebbero avvenuti durante la guerra (precisamente nel '44) a Burguret, nel Kenia, dove, in uno del più importanti concentramenti di prigionieri italiani (il « P.O.W. Camp. nr. 350») molti soldati sarebbero stati sottoposti a torture che ne avrebbero causato la debilitazione o la morte. Il motivo che ha determinato a Napoli una particolare emozione è che proprio in questa città risiede, con la funzione di presidente dell'Ente Autonomo del Porto, il ten. genAlberto Pace, l'unico 11 cui no¬ me è stato fatto (pur parlandosi nell'interrogazione anche di < altri ufficiali e sottufficiali ») per sollecitare un'azione penale perchè egli ed altri, « secondo accuse e dentinole, si sarebbero resi responsabili di gravi sevizie in danno di varie centinaia di prigionieri Italiani non cooperatori ». E' noto che l'interrogazione del deputato mlssimo fu presentata in novembre mentre un settimanale illustrato («Settimo giorno ») in due suoi numeri pubblicava numerose lettere di ex-prigionieri che spesso avevano presentato denuncìe all'autorità giudiziaria chiamando direttamente in causa il gen. Pace. Inoltre il settimanale, nell'informare che il gen. Guglielmo Nasi, •< ex-ispettore del campi di prigionia del Kenia», aveva definito «più impressionanti di quanto si a- spettasse > le rivelazioni su Burguret, assicurava che lo stesso generale aveva promesso tutto il suo Interessamento perchè luce piena fosse fatta su quella vicenda già trattata, prima del settimanale, in due volumi: uno di Franco Piccinnl, < Africa senza sole », e l'altro dì Alfio Berretta, <I prigionieri di Churchill >. Il gen. Pace, da noi richiesto stamane, nel suo ufficio, di un chiarimento, ha risposto che, nella sua qualità di ufficiale in S. P. E., è tenuto al riserbo, soprattutto considerando che, come ha precisato alla Camera il Sottosegretario Jannuzzi, v'è un'inchiesta governativa tuttora in corso. < Sarà quindi compito del Ministero della Difesa — ha detto Pace — il fornire all'opinione pubblica, nel momento opportuno, tutti gli elementi che definiranno quella questione. Per quanto posso aggiungere, tengo solo a precisare che attendo con la maggiore calma e serenità 1 risultati deH'lnchiesta>, Quindi il generale ha soggiunto che nel campo di Burguret (posto a 2700 metri) v'e rano 10.000 prigionieri italiani, di cui solo li erano ufficiali. Essendo egli (allora colonne! lo) 11 più elevato In grado, secondo 11 regolamento di tutti I campi prigionieri, gli ufficiali furono posti alle sue dipendenze. Ma l'unica funzione che' tutti essi avevano era di costi-j tuire un collegamento con le; autorità militari britanniche, cui era affidata la disciplina e l'intervento negli Incidenti, tanto più numerosi In quanto la massa dei prigionieri era divisa in due partiti, uno tenacemente fascista e l'altro divenuto antifascista attraverso l'esperienza della guerra. Per quanto nessun'altra dichiarazione sia stata fatta dal gen. Pace, è da rilevare che negli ambienti militari napoletani l'episodio Burguret è ritenuto una bomba a scoppio ritardato lanciata dalla propaganda neofascista per colpire, nell'imminenza delle elezioni, il Governo, e particolarmente II ministro Facclardi. Si ritiene inoltre che, come proverà la documentazione ufficiale della Inchiesta (di cui si prevede la pubblicazione in marzo), a differenza del caso Tas3oll, nessuna precisa Imputazione potrà essere fatta dal gen. Pace ed agli altri ufficiali posti sotto accusa dai dirigenti missini. Questo convincimento è basato anche sul fatto che il gen. Pace, rientrato dalla prigionia, fu sottoposto — come di norma — all'Inchiesta di una Commissione, 11 cui giudizio gli fu nettamente favorevole (e lo stesso fu con gli altri ufficiali internati a Burguret) tanto che successivamente egli ebbe le due promozioni a maggiore ed a tenente generale, venendogli Inoltre affidata il Lo gennaio ISSI dalla fiducia di due Ministeri (Difesa e Marina Mercantile) l'importante carica di presidente dell'Ente autonomo del porto di Napoli «• «•

Persone citate: Alfio Berretta, Churchill, Franco Piccinnl, Guglielmo Nasi, Jannuzzi, Roberti

Luoghi citati: Africa, Burguret, Kenia, Napoli