Prima degli archeologi erano arrivati i ladri di Vittorio Gorresio

Prima degli archeologi erano arrivati i ladri PROFANATORI DI TOMBE NELLA VALLE DEI RE Prima degli archeologi erano arrivati i ladri Il mercato nero delle antichità egiziane, florido per molti secoli - Predoni anche gli anacoreti della Tebaide? • La concorrenza degli egittologi, astuzie e tradimenti - Una banda affumicata nelle caverne - Passa un battello con le mummie di cinque Faraoni ; sulle rive del Nilo i contadini piangono, le donne innalzano funebri lamenti... (Dal nostro inviato speciale) Luxor, febbraio. I ladri sono i veri protagonisti della storia della Valle dei Re, fino dai tempi dei Faraoni. Appena un Faraone era sepolto e chiusa la sua mummia nel primo sarcofago, e il primo nel secondo, e il secondo nel terzo fino ad una serie di sei o sette inseriti l'uno nell'altro come scatole cinesi; e non appena erano apposti i sigilli di Stato all'ingresso della camera mortuaria e delle stanze dei tesori, subito i ladri si mettevano all'opera e in qualche modo, prima o poi, sono sempre riusciti a penetrare nelle tombe. Rubavano già all'epoca delle dinastie, rubarono nell'età greca e nell'età romana. Durante gli anni del Cristianesimo, anacoreti, com'è noto, si stabilirono a dimora nelle grotte di questi monti della Tebaide, trascorrendo la vita in contemplazione: ma è diceria fiorita fin dai tempi della prima invasione musulmana che gli eremiti anch'essi sfosserò ladri. In realtà le loro abitazioni non eran grotte naturali, inesistenti affatto entro queste montagne, erano tombe di Faraoni, erano quelle che Strabo- iiiiiimmiuiimiiiiuiiiimiiiiniim ne chiamò siringhe per la loro somiglianza con il flauto dei pastori, che i Faraoni si eran fatti costruire, che i ladri avevano spogliato , che gli eremiti trovavano vuote. Ai musulmani, gli abitanti del paese raccontarono invece ch_e erano stati proprio i pretesi santi dei cristiani a depredare i sepolcri; e, anzi, che i pellegrini che salivano a visitarli per trarre edificazione dalla loro pietà, erano alla loro volta \ ricettatori. Patti secolari In ogni modo, anche durante i secoli dell'Islam si continuò a rubare. Le tombe erano tante (ne conosciamo circa trecento) ed arredate tanto riccamente che sostentarono un centinaio di generazioni di ladri che si trasmettevano il mestiere di padre in figlio, di nonno in nipote, ed insieme al mestiere le antichissime memorie topografiche segrete che gli archeologi impiegarono tanta fatica a ricostruire quando venne il momento loro. Il mercato nero delle antichità egiziane per molti secoli — ed anzi fino a tempi vicini ai nostri — fu cosi florido che è da sfatare la leggenda che si offrissero in vendita agli amatori occidentali di passaggio in Egitto oggetti falsi, fabbricati su imitazione di quelli antichi da provetti artigiani disonesti. La mercanzia era autentica; costava meno procurarsela rubando che riprodurla con difficile lavoro. La grande storia di questi ladri è terminata una trentina d'anni fa in una battaglia fra due bande avversarie. Regole antiche per la spartizione delle sfere di influenza erano state violate, infranti patti secolari, venuta meno la buona fede fra concorrenti sleali: insomma un giorno i ladri del versante orientale delle colline di Drah AbWn-Neggah scesero in campo contro quelli del versante occidentale ed a vicenda si sterminarono. Furono causa dello scontro anche altri fattori che avevano coinciso a determinare la decadenza di quella illustre secolare attività: il progressivo esaurimento delle riserve da predare, l'infiltrazione degli egittologi nel mondo dei ladri, la comparsa di strani viaggiatori e turisti, più curiosi e più attenti, sul mercato della compra-vendita degli oggetti-di scavo. Brano ispettori dei musei, a a n o i e a i e a mandati dal Cairo a fare indagini sulla provenienza della preziosa mercanzia, ed impiegarono i sistemi dei polislot ti in borghese, cioè si comportarono come provocatori. Alcuni ladri furono arrestati, di qualche banda fu possibile disperdere le file. Dal canto loro gli egittologi, in nome della scienza, diventarono concorrenti dei ladri presentandosi anch' essi come scavatori. Fu una gara di astuzie. Qualche ladro tradì la propria gente per associarsi ai forestieri, ai quali diede buone informazioni rivelando misteri millenari. Altri, più fermi nella .buona tradizione, non si fecero corrompere, anzi ingannarono beffardamente i nuovi venuti. Ci fu qualche caso di sollevazione in massa, e di egittologi costretti a traversare in fretta il Nilo, per raggiungere la riva orientale sotto la minaccia della sassaiuola e delle fucilate. In complesso, comunque, quegli ispettori e quegli archeologi servirono in funzione di grimaldello a scardinare gli ordinamenti della società dei ladri nella Valle dei Re. Un grande ladro, Abd-el-Rasul, accompagnò personalmente Bmil Brugsch Bey alla scoperta della tomba di Sethos I, il terzo re della XIX dinastia. Lo fece arrampicare su una di queste squallide colline calve della Tebaide, fino a un mucchio di sassi. Vi si sedette sopra, e gli porse la corda: « Se Dio ti assiste, troverai, dieci passi qui intorno*. A nove passi c'era un altro mucchio di pietre, e nascondeva un buco che pareva impraticabile. Brugsch Bey vi ui calò scendendo per la corda undici metri in profondità. Trovò la mummia di 8ethos I, di Amosis I e del primo Amenophis, di Thutmosis III e di Ramsete li detto il Grande, alta cui corte crebbe Mose il salvato dalle acque. Poi fu la volta di Howard Carter a trattare con i ladri. Li trovò sul lavoro, nottetempo, scoprendo come si erano calati, con una corda, nel sepolcro della regina Hatshepsut. Tagliò la corda e incominciò a parlamentare: quando li ebbe convinti ad arrendersi li fece risalire. Remissivi, ma poco fortunati, questi ladri di Carter: nello scavo di fatti, non avevano scoperto che un sarcofago di arenaria cristallina, vuoto. Altri ladri più antichi già avevano spogliato la tomba di Hatshepsut. Le grandi dinastie Poi ci fu il caso, ricordato con spavento, della collina di Kurna. Kurna è anche un villaggio, ed era il centro delle più grandi dinastie di ladri. Era, facendo tutte le proporzioni che è opportuno, la Montelepre della Valle dei Re. Vn vecchio di animo malvagio, governatore di Girne, chiamato Osman, fece sorprendere dai suoi soldati i ladri che erano al lavoro nelle tombe, grotte caverne siringhe che si vogliano dire. Ostruiti gli ingressi con fascine, si diede fuoco: ed il maggior numero dei ladri morì nel fumo. Con questi ed altri modi, come dicevo, i ladri sono stati sgominati e dispersi, cedendo il passo definitivamente agli archeologi. Si è però visto che la vittoria della scienza ricercatrice sull'arte del furto è stata per lo meno tardiva: solo nel caso del sepolcro di Tutankamon gli egittologi infatti sono arrivati prima dei ladri, hanno cioè trovato una tomba intatta, completamente arredata, ciò avvenne, come è noto, per una semplice combinazione; e d'altra parte non sarebbe del tutto esatto dire che Carnarvon e Carter siano davvero stati i primi nella scoperta. Tracce di ladri se ne trovano anche qui, furono ladri andati subito a rubare, ladri imparenti anzi, che ebbero troppa fretta, perchè si tecero sorprendere sul fatto quando la vigilanza delle guardie era ancora LJflcace presso la tomba del Faraone seppellito di fresco.. E perciò si è trovato un secondo sigillo del re Eje, il successore di Tutankamon, apposto sulla tomba già violata, ma non ancora depredata dai malaccorti ladri di tremiladuecento anni fa: e cosi si può dire, senza mancare all'esattezza, che non c'è un solo caso in cui agli egittologi sia riuscito di avere la precedenza sui malandrini del tempo faraonico, greco, romano, cristiano od islamico che sia. Del resto, quando, la prima volta gli scienziati poterono raccogliere un bottino cospicuo — mercè gli scavi di Brugsch Bey associato col ladro AbdEl-Rasul — e caricarono il bottino su un battello che da Luxor discese il Nilo fino al Cairo, si vide bene che l'antico Egitto adoratore dei Faraoni come se fossero divinità, non era ancora tutto scomparso. Tutti profanatori Per tutto il corso della navigazione del battello che portava le mummie di Ramsete, Thutmosis, di Amenophis, Amosis e di Sethos, i contadini e le contadine della Valle del Nilo in processione lungo le sponde lo rincorsero piangendo, sempre altri e diversi da Luxor fino alla grande ansa del fiume, a Kuft e a Keneh, e gli uomini scaricavano i fucili per onorare i cinque re divini, e le donne gridavano lamenti funebri, cosparse il volto ed il corpo di polvere e strofinandosi sabbia sul petto. E non erano ladri che deploravano un bottino perduto, portato via dai forestieri; o per lo meno si può essere certi chi non tutti erano ladri. Ma per la maggior parte essi piangevano la perdita di cose sacre, loro proprie, e per la maggior parte non pensavano che fosse molta la differenza fra l'archeologo trionfante e gli abituali ladri da tre millenni profanatori delle tombe dei re. Profanatori tutti. Forse è per questo che nel fondo della saggezza popolare si è poi trovato e messa a frutto la risorsa di attribuire un destino di sventura agli scienziati scavatori: morirebbero tutti per malocchio, quelli che primi mettono la mano nei sepolcri degli dèi della terra. Cosi difatti è nata la leggenda sulla tragica sorte di Carnarvon e Carter, i dissotterratori del Faraone adolescente Tutankamon: sarebbero morti per la puntura di un insetto sconosciuto che fra le bende delle mummie sta a vigilare contro i profanatori. Naturalmentf non è vero, perchè insetti non vivono nelle montagne della Tebaide, asciutte tanto da preservare intatti i morti e da impedire ogni vita biologica. C'è piuttosto da credere al malocchio in altro modo. Se i contadini della Valle dei Re fossero meglio addottrinati in egittologia, piuttosto parlerebbero della vecchia credenza per la quale le donne e gli uomini del tempo dei Faraoni usavano ingrandirsi con i cosmetici di allora le orbite degli occhi: e più l'occhio era grande e più «■erviva come difesa contro i cattivi spiriti; e anche di offesa, anzi. Tutankamon aveva — si era combinato, per dir meglio — occhi grandissimi. Vittorio Gorresio ntaflssomnsmpddatvpdBc

Persone citate: Faraoni, Howard Carter, Rasul

Luoghi citati: Cairo, Egitto, Montelepre