La strana gente di Stordyk che respinge l'ordine d'evacuazione di Enrico Altavilla

La strana gente di Stordyk che respinge l'ordine d'evacuazione DRAMMATICHE FlftOtE DEEJL* OJLAMOA DEVASTATA La strana gente di Stordyk che respinge l'ordine d'evacuazione Sono una setta di protestanti che non vuol lasciare il proprio villaggio - Tredici ore sotto la bufera a sostenere con le spalle la diga pericolante - Zuppa di mele con pepe e lettura dei salmi - Manca il sorriso dei bimbi (Dal nostro inviato speciale) Amsterdam, 13 febbraio. C'è qualcosa di strano nel villaggio di Stordyk, presso Kortgeve, nell'isola di Noord Beveland; qualcosa di cupo, di invisibilmente ambiguo, un mistero che faticherò a decifrare. Non è il fatto — lo dico subito — che i suoi abitanti non abbiano voluto essere evacuati; e al messo governativo che venne a portare l'ulfimotum « o partire o rischiar di annegare »*, essi abbiano risposto sdegnosi: «La religione e le tradizioni ci impongono di restare ». E non sono neanche i loro costumi, rimasti gli stessi di quattro secoli or sono; o la loro calvinistica intransigenza; o lo sguardo terribile, quasi allucinato del dominee.. il prete con gli zoccoli intarsiati. No, è altra cosa; è come se l'aria mancasse di ossigeno o come se il pan" fosse stato cotto senza sale (ma ci vorrà del tempo per capire che cos'è). Squallore insopportabile La traversata da Rotterdam l'immaginavo peggiore; invece il piccolo motopeschereccio noleggiato per l'occasione, tiene bene il mare. Il vento è caduto, le acque sono quasi in bonaccia. Dopo un'ora e mezzo di navigazione arriviamo ir vicinanza delle coste dell'isola o, per meglio dire, del punto dove due settimane fa si trovavano le coste dell'isola. Ma spero mi permetterete di risparmiarvi una nuova descrizione dei villaggi semisommersi, degli alberi e dei pali telegrafici emergenti dall'acqua, delle carogne alla deriva (spettacolo questo che di giorno in giorno si fa più insopportabile), dello squallore, della tristezza delle villette abbando nate. C'è una diga che protegge Stordyk; le onde la battono con leggero sciacquìo, piccoli schiaffi dati «morevolmente a guisa di carezze. Sembra solida, questa muraglia; ma i marinai dicono che è tutta intrisa d'acqua, è una spugna, unsetaccio Se si levasse il vento dell'ovest, la difja non resisterebbe all'urto dell'» acqua al ta » e Stordyk verrebbe in parte sommersa. La gente di qui lo sa; ma non è voluta partire. Strana gente. Adesso, mentre scrivendo faccio dissolvere nel ricordo gli avvenimenti di oggi, ho l'impressione di es I servii imbarcato sul fantastico I -roiet;ile ideato da Wei's o«r li viaggi nel tempo; e di aver , ;*„ma__™. galoppato a ritroso di tre o quattrocento anni. Oppure mi sembra di essere «entrato» nei quadri di un maestro fiammingo. Queste donne con gli zoccoli di legno chiaro e le cinque nere gonne sovrapposte, con la cuffia trapunta di paglie d'oro sulla nuca e sulle tempie, e un lieve velo di merletti fra un rocchetto e l'altro, le ho già viste in una tela di Vermeer? E da un dipinto di Pickenoy sembrano usciti i contadini ed 1 pescatori, tutti vestiti in un velluto nero a pelo lungo, che da lontano li rende simili a grossi gatti. Identico è l'abito dei notabili — 11 borgomastro, il notaio — che però hanno gli zoccoli intagliati (mettono le scarpe solo la domenica per andare in chiesa) o portano 1 gambali di tela bianca e il cappello a cono; figure di Franz Hals. Soltanto il dominee IndosBa un abito di stoffa pettinata, con 11 panciotto alto fin quasi al pomo d'Adamo. Non sono gli abiti, sono gli sguardi taglienti e severi dei protestanti che 11 differenziano dalle altre poche persone — i cattolici — vestite in modo comune. La domenica essi rimangono in casa per leggere il Vecchio Testamento, l'unica occupazione consentita dalla loro religior*, che non solo proibisce d'andare al cinema o d'assistere ad una partita di calcio, ma persino di fare una passeggiata in bicicletta o di dare una scorsa al giornale. Riconoscendomi latino dall'aspetto, il borgomastro, "un bell'uomo dal capelli bianchi, mi domanda «Lei non è spagnolo, vero? ». Gli dico di essere italiano ed aggiungo: «Perchè?». «Perchè da noi gli spagnoli non sono ben visti», risponde. E mi conferma, come m'avevano già raccontato, che 1 discendenti dei guerrieri di Guglielmo d'Orange mantengono vivo, dopo quattro secoli, l'odio per i discendenti di Carlo V ° di Filippo II. E' ora di colazione; il bormi invita a casa sua insieme col dominee. Sulla porta uno stemma con due leoni rampanti e il motto della Zelandia: « Luctor et emergo », il motto degli uomini che fombattono contro il mare. Il tinello è addobbato con gusto: piatti d'argento alle pareti, uno spesso tappeto mobili scuri e massicci, un piccolo organo per | accompagnare i salmi domenl cali N->^un ritratto, nessuna i fotografia. Tento di portare 11 discorso sulla probabile mareggiata di lunedi venturo e sul pericolo a cui saranno esposti gli abitanti di Stordyk. Ma a tavola non è permesso parlare di cose profane. Dopo aver letto un lungo passo della Bibbia e dopo avere scodellato una bruciante, pepatissima zuppa di mele, cipolle e patate (merita^ il suo nome: «hete bliktsen », fulmine caldo), il borgomastro racconta che il mare stava travolgendo la diga durante la notte di Sant'Ignazio, ma quaranta contadini e pescatori si misero con le spalle contro la muraglia e con i piedi puntati nel terreno e cosi, resistendo per tredici ore sotto gli spruzzi delle onde che scavalcavano l'ostacolo, puntellarono la diga fin quando non si calmò la furia delle acque. « Pregheremo il Signore » Devo essermi lasciato sfuggire un sorriso d'incredulità. Il borgomastro si alza e mostra una lettera del principe Bernardo che si congratula per < questo atto di coraggio destinato ad entrare nella storia del nostro Paese ». Poi egli mi racconta l'episodio del ragazzo che nel 1591 restò una intera notte con la schiena contro un foro della diga di Spaarne, come mostra il monumento che gli hanno eretto ad Haarlem. ■Avevo sempre pensato che si trattasse di una leggenda; adesso non ne sono più sicuro. E domando al borgomastro se sia autentica anche la storia di Manneken Pis, il puttino di Bruxelles che fece pipi sul carico di munizioni con cui gli spagnoli volevano far saltare il municipio spegnendo la mìccia. < Non so — borbotta tra i denti — ma trattandosi di una azione contro gli spagnoli non vedo perchè dovrei pensare ad una leggenda ». Finalmente, recitato il « Deo gratias », il borgomastro racconta che il pericolo non è molto grave « Innanzitutto non è sicuro che venga un'altra tempesta; e poi, anche se la diga cedesse, le case resterebbero sommerse soltanto fino ai primi piani. Questo villaggio fu l'unico a resistere all'assedio dell'amm. Boissot mandato dal Duca d'Alba per sottomettereii nostri avi; dovremmo ora non avere 11 coraggio di tenta .re di resistere all'assedio del mare? Abbiamo provviste in abbondanza nelle soffitte; anIche nel caso di un disastro po- ^ tremo aspettare a lungo l'arrivo dei soccorsi ». (E io penso agli assediati di La Rochelle che, essendo stati riforniti in segreto dal mare durante la notte, agli assedianti che venivano a intimare la resa per fame mostrarono, agitandoli sulle punte delle lance e delle picche, prosciutti e salami). c Naturalmente — dice il borgomastro — abbiamo preso misure di precauzione. Venticinque persone, fornite di WalkieTolkie (le radio portatili, trasmettenti e riceventi), monteranno la guardia nelle prossime notti. Abbiamo razzi luminosi ed una radio a batteria per chiedere aiuto; e stiamo lavorando giorno e notte per rafforzare la diga con migliaia di sacchetti di sabbia. Inoltre ci siamo provvisti di molti canotti ». « E dormirete tranquilli la notte sul lunedì? », chiedo, < Il destino degli uomini è nelle mani di Dio » — risponde il Dominee. — «Ma domenica pregheremo tutti perchè il Signore ci voglia risparmiare una nuova prova ». Il discorso cade sul progetto di una gigantesca diga per circondare tutta l'Olanda. Se ne è parlato anche in Parlamento; ma prete e borgomastro lo con. siderano una utopia. « Come potrebbe sostenere la terra un peso cosi forte? E poi una simile diga, anche a poterla costruire, farebbe convergere tutte le maree sul Belgio e porterebbe alla rovina del porto di Anversa ». Mi accommiato, dopo un giro del villaggio di aspetto quasi medioevale; e di nuovo provo la sensazione che ci sia nell'aria qualcosa di cupo e di strano. Ma non riesco a comprendere che cosa sia, perchè non vedo nulla di anormale. Soltanto sulla via del ritorno, quando un marinaio mi racconta sorridendo che domenica ventura ogni giocatore di calcio che provocherà un « rigore » dovrà pagare dieci fiorini per gli alluvionati, comprendo, attraverso la sua risata, che cosa mancasse all'aria di Stordyk per renderla respirabile. Mancava il riso, mancava ;1 cinguettio dei bimbi. Le figure nerovestite che ci salutano sventolando i fazzoletti dall'alto della diga, mentre la barchetta riprende i" cammino verso i tristi musei acquatici, sono tutte di adulti, .Non c'è più un bambino a S*or. dyk: sono stati evacuati per non esporli a inutili rischi o sofferenze. Enrico Altavilla

Persone citate: Carlo V, Duca D'alba, Franz Hals, Rochelle, Vermeer

Luoghi citati: Amsterdam, Anversa, Belgio, Bruxelles, Haarlem, Olanda, Rotterdam