L'estrema cittadella di un'età che scompare di Vittorio Gorresio

L'estrema cittadella di un'età che scompare LO «SPORTING CLUB» DI ALESSANDRIA D'EGITTO L'estrema cittadella di un'età che scompare Società di privilegiati che trae la propria forza e la propria potenza dalla miseria della massa - Nuove forme della propaganda antieuropea t la pantomima del bambino - Incontri istruttivi nel deserto (Dal nostro inviato speciale) Alessandria d'Egitto, febbraio, A Ibrahimiyeh ai vede quello che è rimasto dei privilegi europei in Egitto: un circolo sportivo e mondano — lo Sporting Club — con annessi campi di corse, di tennis, polo e golf. Ad Alessandria ve ne sono ventisette di questo genere, secondo l'elenco ufficiale pubblicato nel The Social Directory, che è l'annuario mondano della buona società dove è motivo d'orgoglio essere iscritti con il proprio indirizzo, i propri titoli di distinzione ed il proprio telefono; ma è questo Sporting che primeggia sugli altri ventisei. Più, rigoroso di tutti gli altri nei criteri di ammissione dei soci, conferisce agli accolti un prestigio superiore e li fa vivere ancor oggi, sui terreni da gioco e nelle sale, nella atmosfera perduta dei tempi belli dell'Egitto capitolare, delle concessioni In Cina e dell'India coloniale: servitori, cavalli, cani, fruste e white supremacy su tutti i continenti. Scelta rigorosa . I soci dello <.Sporting> sono inseriti di diritto nelle novanta pagine del The Social Directory, e il privilegio non è piccolo. L'editore, Max Fisher, pubblica infatti l'avvertenza che, nonostante il mutare dei tempi, egli continua ad attenersi a principi di scelta rigorosa: « Prendiamo sempre in considerazione le proposte di chi ci segnala nomi di personalità la cui condizione sociale ne giustificherebbe l'inserzione nel nostro annuario mondano, ma ci riserviamo sempre il diritto di scartare inclusioni o indicazioni di qualsiasi genere, senza darne il motivo >. iiiiiiiiiniiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiii Chi è socio dello « Sporting > vi-figura descritto con tutte le sue caratteristiche sociali: nome, indirizzo, telefono, decorazioni, titoli di proprietà; una testina di cavallo se si tratta di una scuderia, un piccolo yacht, un aeroplano in miniatura se H possiede; o una automobile, o un palazzo o un motoscafo tradotti in segni convenzionali; ed alla fine, inscritte in un quadratino, le due lettere magiche <AS> (Alexandria Sporting), che qui equivalgono alle sigle delle più illustri onorificenze della corona inglese, KCB, KBE,_ GCVO, KCMG. Perciò ottenere il quadratino < AS > accanto al proprio nome vuole dire essere a posto in questa società. I campi dello « Sporting > sono a Ibrahimiyeh, abbiamo detto, presso Ramleh, che è un quartiere di soggiorno 9 zona preferita nella stagione balneare, a oriente di Alessandria, distante circa otto chilometri dalla città. E' sulla strada di Abukir e Rosetta, e perciò invita alle memorie di Napoleone e della stele trilingue che permise di decifrare i geroglifici; ma poiché sorge esattamente dove fu Nikopolis, luogo dell'ultima battaglia fra Ottaviano e Marcantonio (dopo di che si uccise Cleopatra) ancor più suggestivo è il suo richiamo alla fine di un'epoca. Qui infatti come in una estrema cittadella sono raccolti i difensori di un'altra età. Inglesi, innanzi tutto, decaduti e distanti; francesi e belgi delle grandi Compagnie dei tram, degli acquedotti, delle banche e del Canale; gli italiani impresari dell'industria edilizia, i commercianti e gli armatori greci, qualche ebreo che ri- iiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiin mane potente finanziere, qualche ricchissimo siriano che, fuori tempo, nutre ancora l'ambizione di confondersi con gli europei. Chi più e chi meno, tutti costoro si sono adoperati a prender le abitudini dei primi nominati nell'elenco delle nazioni, tutti aspirando ad essere scambiati, per gli inglesi. Chiusa la borsa dei cotoni, a mezzogiorno, in qualunque stagione, vengono al circolo a giocare la partita di tennis, in esclusive vesti bianche. A casa sua, se ciascuno di essi fosse rimasto nella patria d'origine, a quest'ora farebbe U pisolino pomeridiano. La siesta classica, controra per i nostri meridionali, pennichella per i romani. « Fa > molto inglese, invece, dedicarsi ' allo sport negli intervalli della giornata lavorativa, mentre le mogli e le figliuole dei^ banchieri, dei commercianti, degli armatori, sulle terrazze e sotto i portici del club fanno la maglia discorrendo delle partite, del numero dei < sete » impiegati nel vincere o nel perdere l'ultimo « game >. E di buche di golf, di < handicaps » di gioco, di cavalli del polo. In nessun luogo al mondo, immagino, si vive ancora a questo modo, nè altrove ancora esistono europei bene ordinati in società che oggi si possano permettere questo tipo di vita, che ha come indice principale l'enorme numero di servitori, elemento essenziale del <mal d'Africa* nel maggior numero dei casi di nostalgia. C'è ancora questa società che trae la propria forza e la propria potenza dalla miseria della massa. < E' l'alto Egitto — dice con sarcasmo un giovane del Cairo — di fronte al basso Egitto costituito da noi. Sembra fatale che il mio Paese sia bipartito non solamente per la sua geografia, ma sempre. Perciò vorrei che si parlasse . degli Egitti, come si dice non la Russia ma le .Russie ». Sarebbe ingiusto contestare che questa società sia il lievito economico, finanziario, politico, culturale d'Egitto: < Ma non è un lievito sociale — dice il gesuita padre Enrico Ayrout, nato in Egitto di famiglia francese — poiché non si inserisce nella pasta per farla fermentare e sollevare. Da fuori e da lontano, tramite molti intermediari, si limita a impastarla per ricavarne il massimo che essa può dare ». Cortesia esteriore E' difficile dire per quanto tempo ancora possa durare questa situazione; è impossibile anzi, giudicare se questa sia la volta buona, questa occasione rivoluzionaria di Naghib, per sovvertire ordinamenti che dovunque altrove hanno già fatto il loro tempo. In condteion» come le attuali resta semine pensabile l'eventualità di colpi d'arresto nella rivoluzione e di ritorni reazionari più o meno prolungati. Non ci è dubbio difatti che gli interessi costituiti si appiglieranno a tutti i mezzi di resistenza immaginabili prima di cedere il campo, prima che i loro rappresentanti sian costretti a sgombrare i terreni di gioco dello c Sporting Club ». Sto di fatto, per ora, che nei.bazar la propaganda antieuropea ha preso forme di una certa consistenza, ignota fino ad ora. E' ragionevole e pacata. Al vecchio servilismo noto un tempo, e che in sè aveva il germe endemico della sommossa improvvisa per la strage degli stranieri, si è sostituito un diverso atteggiamento, ispirato ad una cortesia esteriore, spoglia di ogni complesso di inferiorità ma sorretta da uno spirito critica inesorabilmen¬ te logico. Non è più fatta di minacce truculente, ma piuttosto di domande ed infinito è il numero dei perchè ossessionanti che ci tocca sentire. Perchè gli inglesi non se ne vanno dal Canale e dal Sudan, e perchè gli egiziani non devon essere padroni in casa propria, perchè l'indipendenza non può essere completa, perchè il Sudan non deve ricongiungersi all'Egitto, perchè l'Egitto si dovrebbe alleare con chi non gli concede parità di diritti, e perchè questo, perchè quest'altro, perchè perchè. Le nenie delle donne sono ancora di ispirazione xenofoba alla vecchia maniera, e a farsene tradurre le parole quel che ne esce sono titanio di ingiurie: ma sui giornali le vignette antibriranniche sono di un rigore sarcastico che è degno di attenzione, e i manifesti di propaganda sono ineccepibili per la giustezza delle argomentazioni tradotte figurativamente, e negli stessi bazar capita a volte di poter assistere a pantomime di significato preciso: quella del bimbo trasformista, per esempio. Il ritratto di Naghib E' un bambino che appare nella prima scena in uniforme di soldato inglese: si pavoneggia camminando avanti e indietro, fino a che non inciampa stramazzando per terra. Esce carponi lamentandosi fra le risate degli spettatori, per ritornare subito dopo nel costume di fellah, la galabeyya, cornicione lungo. E' tutta un'altra, allora, la sua faccia, quieta e pensosa. Venuto sulla scena, non fa nulla, non si muove, non si agita, sta, sulla scena, semplicemente sta. Ma il pubblico capisce ed applaude entusiasta. Allora il bimbo si ritira per ritornare la terza volta in uniforme di soldato dell'esercito di Naghib, e di Naghib porta un ritratto che mostra al pubblico, come se alzasse una bandiera. E allora sono applausi clamorosi, grida eccitate di t Rasha Naghib! », viva Naghib, e generale frenesia. Lo spettacolo è continuo, nel senso che, finita la terza scena, il bambino riattacca dalla prima rivestendosi da inglese e, poiché in tutto dura pochi minuti, esso prende efficacia dalla rapidità del ritmo, e la frequenza delle sue ripetizioni diventa allucinante per gli spettatori che restano a guardare dieci o dodici serie successive della medesima rappresentazione, divertendosi sempre, sempre applaudendo, sempre gridando alla stessa maniera. E agli europei che sono in mezzo a loro si rivolgono in gesti cordiali ed allusivi, come a spiegare amichevolmente la simbologia di quelle scene. Sarebbe sciocco immaginare che i soci eletti dello « Sporting Club » non conoscano l'animo, i sentimenti, le aspirazioni della gente dei bazar. Sanno benissimo di che cosa si tratta, probabilmente anzi non pensano che al modo di restaurare, anche fuori del circolo dove son chiusi come in una cittadella assediata, il vecchio genere di vita bella degli scorsi decenni. Per il momento stanno sulla difensiva, anzi nell'ultimo ridotto che è rimasto in un lembo orientale del delta, con il mare alle spalle. Chi risalisse il Nilo fino a Luxor troverebbe, anche in questa stagione favorevole a svernare dolcemente secondo la tradizione dei ricchi, deserto il bell'albergo c Winter Palace » che è un grande nome nella storia dei fastigi imperiali britannici Che sia finito il tempo del le di zie sono proprio gl'in glesi, d'altra parte, ad avere capito per i primi. Non so che cosa stia per accadere della questione del Sudan che alcuni dicono possa risolversi entro le prossime ventiquattr'ore, cedendo ancora l'Inghilterra alle richieste di Naghib. Ho però in mente un episodio che ha il valore di un fatto di costume. Giovedì scorso ritornando dal campo di battaglia di El Alamein verso Alessandria, lungo la strada del deserto occidentale superammo una piccola automobile di tipo utilitario che procedeva ,sola, lentamente, sul fondo accidentato. Nel superarla rallentammo, come ad offrire aiuto,~o compagnia di strada al solitario viaggiatore che avrebbe potuto trovarsi in difficoltà: ma fummo ringraziati • dispensati cortesemente. Guidava quella piccola automobile il brigadiere generale G. W. Duke, addetto militare presso l'Ambasciata britannica del Cairo, un uomo altissimo che ai era dovuto togliere il berretto per non schiacciarlo, nei sobbalzi della strada, contro il soffitto della macchina. Viaggiava con la moglie, di ritorno dalle cerimonie avvenute nei cimiteri militari italiano ed inglese alla presenza di Pacciardi, e perciò era nella grande uniforme del suo esercito, e le abbondanti cordelline del suo grado si andavano a impigliare nella leva del cambio delle marcie sul volante. Andava solo nel deserto, come ho detto, senza nè un servo nè un soldato a bordo. Avesse avuto un incidente a una gomma, avrebbe cambiato da sè la ruota, inginocchiato nella polvere di sabbia con la grande uniforme. Così il rappresentante della forza militare dell'Inghilterra si adeguava in Egitto ai nuovi tempi, traendo dalt'austerity del suo Paese la norma di un contegno diverso dall'antico, meno dolce, più adatto. Era anche questo, in un certo modo, un ammonimento per i soci dello < Sporting Club », pochissimi dei guati tuttavia ne avrebbero potuto profittare poiché sono pochissimi fra quegli eletti che abbiano mai percorso in vita loro le strade del deserto, dove avviene di fare certi incontri istruttivi. Vittorio Gorresio IIIIIIIIIIIIIIMIIIIMIIIIIIIIIilllllllllllllllllllHIIM

Persone citate: Max Fisher, Naghib, Pacciardi, Winter