Rivoluzione di studentesse in un Collegio Normale inglese

Rivoluzione di studentesse in un Collegio Normale inglese (Dal nostro corrispondente) Londra, 7. febbraio. La rivoluzione sociale è arrivata fino alla Scuola Normale di Bangor, e la studentessa Sheila Oavies è stata espulsa per. « attività sovversive ». Questa sensazionale notizia, pubblicata stamane da tutti i giornali britannici, ha sollevato il velo su un'impresa tipicamente « quarantottesca » che le studentesse del Collegio Normale della città universitaria gallese hanno iniziato per ottenere dal dottor Thomas, direttore del collegio, l'equivalente di una nuova costituzione. Questo Collegio Normale, nel quale studiano 240 ragazze fra i 18 e 1 21 anni, è l'ultima rocca della « disciplina vittoriana » in mezzo ad un gruppo di altre istituzioni scolastiche i cui allievi godono già di quelle che sono ormai considerate le « libertà studentesche moderne ». Nella sua qualità di «presidentessa del consiglio rap- Presentati™ degli studenti » c.he e affiliato all'Untone na degli Rudenti la sl- &norina P&Y1?,8 ha condotto K£f »fera? ™ e*Jl*,avuto.11 in cui era¬ no elencate le « richieste ». (Le ragazze affermano che gli studenti degli altri collegi le prendono in giro, per questo fatto della disciplina, ed è per questo che esse hanno redatto la petizione). II documento chiedeva: « che sia permesso'alle studentesse I di restare fuori fino alle 10 di Isera d'inverno e alle 10,30 di (estate, anziché alle dieci meno un quarto, e che sia permesso loro di uscire dal collegio senza render conto di dove vanno e con chi, che le luci vengano spente alle 10,45 e non alle 10,15, e che possano essere spente dalle studentesse stesse e non da un interruttore generale; che sia permesso ricevere uomini in parlatorio; che venga abolita la regola in base alla quale è permesso fumare soltanto la sera dòpo le 8 e la domenica dopo l'una e mezza; che si permetta, durante l'uscita, di recarsi, « con moderazione », nei locali in cui è permessa la vendita delle bevande alcooliche ». E ancora: « che sia migliorata la qualità dei cibi e sia autorizzato l'uso del telefono; che sia redatta una lista delle regole vigenti all'interno del collegio e sia distribuita sia alle studentesse iscritte che a coloro che vorrebbero esservi iscritte ». Un giornalista che tentò di mettersi in contatto con alcune studentesse per ottenere alcune spiegazioni in merito a queste « richieste » si sentì rl- Rivoluzione di studentesse in un Collegio Normale inglese La battaglia è vinta, ma la promotrice della rivolta è espulsa Le 240 allieve si schierano dietro di lei "come un sol uomo,, spondere che le studentesse possono soltanto ricevere telefonate, in casi eccezionali, dai loro genitori. Ciò spiega evidentemente la richiesta sull'uso del telefono. La richiesta di un miglioramento nel menù non stupisce nessuno. Insomma, hanno dichiarato le studentesse, « noi veniamo preparate per una carriera nella quale dovremo assumere delle responsabilità con un sistema educativo che non ci riconosce alcun senso di responsabilità ». Questo prova che esse hanno tratto eccellenti profitti dalle lezioni di pedagogia e spiega forse anche l'atto impulsivo — e senza dubbio impopolare — deciso dal direttore. Egli ha concesso mezz'ora di più di uscita serale durante 1 giorni feriali e venti minuti in quelli festivi, ha concesso la libera uscita « senza rendiconto di dove e 'con chi » e h'a dato ordine che le luci vengano spente alle 11 e un quarto (dall'interruttore generale, però). Ma ha cacciato dalla scuola la signorina Davles, con una lèttera nella quale si afferma che ella « da qualche tempo agiva senza senso di responsabilità, In modo calcolato per fomentare agitazioni fra le studentesse ». Con tutta la solennità di chi ha il compito di reprimere movimenti rivoluzionari, egli conclude: «Non potevo permettere che essa facesse uso del Consiglio delle studentesse per le sue attività . sovversive ». Ora ' l'Unione nazionale degli studenti, dopo avere studiato attentamente il caso, ha annunciato che farà di tutto per far revocare l'espulsione della presidentessa. Nel frattempo il signor direttore ha dichiarato di non avere assolutamente niente da dire su quello che è avvenuto nel suo collegio, e la signorina Davles ha fatto sapere che non concede interviste Le 240 studentesse però si sono schierate « come un sol uomo » dietro la loro presidentessa e contro il dottor Thomas. Costui non avrebbe alcuna speranza di simpatia da parte dell'opinione pubblica se non si trovasse nella difficile posizióne di uomo solo contro 241 ragazze fra i 18 e 1 21 anni. r. a.

Persone citate: Sheila Oavies

Luoghi citati: Isera, Londra