Ucciso e buttato in mare il sindaco di Battipaglia?

Ucciso e buttato in mare il sindaco di Battipaglia? Ucciso e buttato in mare il sindaco di Battipaglia? Egli avrebbe finanziato un grosso affare di tabacco; negatagli dai contrabbandieri la restituzione della somma avrebbe minacciato di svelare tutto alla polizia (Dal nostro inviato speciale) Salerno, 4 febbraio. La via del tabacco è stata fatale al sindaco di Battipaglia. Infatti l'ipotesi già chiaramente profilatasi, sin da ieri, che Lorenzo Rago fosse stato vittima di una «gang» di contrabbandieri, appare una quasi certa realtà stasera, dopo, due giorni di martellanti interrogatori fra la cinquantina di persone fermate nell'imponente rastrellamento compiuto dai carabinieri delle legioni di Salerno e Napoli nelle due Provincie. Il questore Antonio Cianci, dopo avere ancora una volta escluso il suicidio, la fuga volontaria o il movente politico, mi ha detto stamane: «Tutti i nostri sforzi sono diretti a rintracciare il Rago ma, ormai, I trascorsi quindici giorni, noi! disperiamo di poterlo ritrovare vivo, seppure lo troveremo ». Con questa frase il questore alludeva a quella che è una opi Inione sempre più diffusa, cioè|che il Sindaco, attirato in unJtranello, sia stato portato aljlargo della costa, trucidato e!lanciato in mare, con al collo un buon peso ad_ impedire che |il cadavere, riaffiorando, testimoni e accusi. Perciò, a commento di questo convincimento, egli ha soggiunto: < Capirà, la provincia di Salerno ha 157 Comuni e 212 chilometri di litoranea ». Ed è questa costa lunga e deserta la chiave che iha spinto il tenente colonnello Vincenzo Barbato, comandante del gruppo esterno dei carabinieri di Salerno, ad entrare là dove le tenebre si attenuano e la verità comincia ad apparire ben chiara. Le radici del dramma sono appunto nella particolare condizione della provincia di Salerno che, come consta ad una polizia finora mai nominata, la Guardia di Finanza (nonostante sia essa la fonte più preziosa per le indagini in corso) è divenuta, da tempo, il punto preferito per l'azione dei grandi contrabbandieri di tabacco. Il personale insufficiente e la scarsezza di motoscafi e vedette che perlustrano il mare, riducono la vigilanza a poche pattuglie, cosa del tutto irrisoria su un arco così ampio e ricco di grotte, scogli e insena- ture dove la sorpresa è sempre!possibile. Questa ragione che, icome appare dalle memorie di |Mark Clark («Quinta armata|americana») indusse gli alleati ad attuare su questa spiaggia lo sbarco nell'ottobre '43, è la stessa che ne ha fatto da anni il quartier generale dei mercanti di sigarette e d'altro ancora. I velieri e piroscafi si fermano a 12 miglia dalla costa, dove le acque non essendo più < territoriali » le ispezioni r bordo rimangono proibite dalle convenzioni marittime. Poi entrano in azione le barche che, a notte, scaricano sulle spiagge la ricca merce. L'orientarsi del ten. col. Bar- I ! bato verso questo settore scaltrito della criminalità è dipeso, oltre che dagli elementi forniti dall'Interpol (tuttora in azioIne) dalla constatazione che la scomparsa del Rago, con l'abilissima soppressione di ogni prova, ha tutte le caratteristiche del classico « delitto perfetto ». E solo nell'ambiente delle grandi t gang » internazionali si poteva lavorare con tattica si raffinata. Allora 800 carabinieri, decine di cani poliziotto, 60 automezzi e centinaia di informatori hanno teso urta rete in cui, uno ad uno, sono caduti quasi tutti i piccoli e grandi re della nicotina segreta, spesso — come Pasquale Simonetti — già da tempo ricercati per vari debiti con la giustizia (il Simonetti deve rispondere, tra l'altro, di tre mancati omicidi). Si è annunciato — ed è la verità — che l'ispettore generale di P. S. Ettore Messana è venuto a sovraintendere le indagini. Ma il setaccio che ha vagliato la pista più attendi |Djle g -,a caserma «Espedito JLa Rocca» in piazza Matteo jLuciano dove, stipato nelle ca!mere di sicurezza, è il flore dei contrabbandieri spesso in con | tatto con le centrali di Tangeri e Marsiglia. Ed è fra essi che il ten. col. Barbato, coadiuvato dal consiglio del comandante di legione, il col. Antonino Denti (uno dei protagonisti oscuri della cattura di Giuliano) e dal ten. col. Giulio D'Autilio (prò iveniente dal più delicato ser- vizio delle forze armate) ha accertato che Lorenzo Rago finanziò per una ventina di milioni (questo per la sua parte) uno dei più grossi affari di sigarette. Poiché però, adducendo la perdita della merce (che un improvviso apparire della Finanza avrebbe costretto a lanciare in mare) i contrabbandieri gli negarono la restituzione della somma con relativo utile, egli minacciò di denunziarli. Fu quella la sua condanna. Se egli avesse parlato avrebbe compromesso il ramo italiano e da quello l'intera centrale della « gang » con tutti i suoi traffici oltre che di tabacco, di valute e stupefacenti. E poiché il suo silenzio sarebbe costato una grossa somma, essi decisero di chiudergli per sempre la bocca in un altro modo. Questo oggi, in !attesa di conferma e di tutti i gli altri elementi, 11 punto sul | mistero del sindaco di Batti|paglia. c g.

Luoghi citati: Battipaglia, Marsiglia, Napoli, Salerno, Tangeri