Naghib espone a fa nuova politica Pacciardi dell'Egitto di Vittorio Gorresio

Naghib espone a fa nuova politica Pacciardi dell'Egitto UN PRIMO CONTATTO CHE HA VALORE D'UNA SCELTA Naghib espone a fa nuova politica Pacciardi dell'Egitto Una nuova proposta all'Inghilterra per un plebiscito nel Sudan premessa per risolvere la questione del Canale di Suez - Occidente e Medio Oriente o ¬ (Dal nostro inviato speciale) Il Cairo, 2 febbraio. Oggi Pacciardi ha conversao per due ore con Naghib nela palazzina della Presidenza del Consìglio, dove era. stato accompagnato da tutto il suo seguito di militari e di diplomatici. La palazzina è un piccolo edificio costruito in uno stile fra il Moresco e il Liberty, eggiadra fra le palme, vigilata attentamente dai reparti della Guardia d'onore e dalla forze di Polizia. Questo però non impedisce che nel corpo di guardia del giardino si addensino pazienti donne con i bambini in braccio che vengono a chiedere l'intervento del Generale per questioni di famiglia: e Naghib, quando ha tempo, riceve te donne per ascoltarle accarezzando i bambini. I colloqui politici Questa mattina tuttavia la attesa delle postulanti venute dalla Valle del Nilo è stata lunga e vana, perchè Pacciardi ha in qualche modo riservato per sé la mattinata del Primo Ministro. Circa all'una, terminato il colloquio, il Generale ha fatto chiamare il suo portavoce per dettargli una dichiarazione alla stampa: gli ha fatto comunicare frasi generiche di soddisfazione, quali si addicono ad un cortese padrone di casa, gli ha detto di volerci esprimere la sua speranza che anche i suoi ospiti trarranno dalla visita una soddisfazione non minore della sua propria e ha Informato infine che la sua. conclusione è stata questa: < Spero che voi crediate che io sono molto contento che voi siate qui, perchè in questo modo vi potrete formare un'idea di quello che è l'Egitto moderno ». Con questa frase di Egitto moderno si intende ufficialmente l'èra cominciata dopo il colpo di Stato della scorsa estate con l'avvento al voterr dello stesso Naghib; abbiamo chiesto allora al portavoce quale, fosse stata In risposta di Pacciardi, e il portavoce, consultati i suoi appunti str. nografici. ha detto che ti Ministro italiano aveva assicurato che i sentimenti espressi dal Generale, erano affatto identici a quelli che prova la Delegazione italiana. Nel far trasmettere la risposta di Pacciardi. il Generale si è mostrato di una- savia discrezione che gli fa politicamente molto onore. La sua è una discrezióne che confina con il timido rlteqno di un uomo veramente semplice, veramente sincero profondamente animato da. intenzioni di autentica onestà. ti ministro Pacciardi ci ha dichiarato poi di essere rimasto Impressionato dalla qualità umana del suo interlocutore. Pacciardi ha visto questa mattina (dopo una visita formale, compiuta al Palazzo Reale di Abdine per firmare il registro del Regaente. che è il principe Abdel Monelm) Il ministro degli Esteri Mahmoud Fawzl. che è un intellettuale educato alla scuola europea Pacciardi e Fawzl hanno anzi avuto la. sorpresa di riconoscersi come due vecchi compaoni di scuola, essendosi ambedue laureati in legge vresso l'Università di Roma a distanza di due anni l'uno dall'altro e aveido quindi avito i medesimi maestri: Orlando. Enrico Ferri. Bonfante. Per questo dal francese parlato Uno ad allora sono passati aV'Ctallnno anzi ad un quasi romanesco che il Ministro deqli Esteri egiziano andava ricercando con emozione nellq sua me moria. La figura di Naghib Pure ti contatto personale avuto con Naghib è rimasto forse anche più significativo per Pacciardi. Si è trovato di fronte un uomo chiaro e puro di propositi buoni e di eccellenti intenzioni che sarebbe grave errore non aiutare nel suo ebmpito che è senz'altro dt un'estrema difficoltà oltre n* eslqere un impegno asso Iute. Naghib dlfattt non nasconde a nessuno che egli avrebhe desiderato risanare prima le condizioni interne del Plnlzsmtszsug e o o i e l o e l Paese dedicandosi ad una politica riformatrice di lunga lena quanto mai necessaria date le condizioni nelle quali gli egi. ziani sono stati lasciati dalla sconsiderata politica dell'ultimo re. Egli pensava che l'Egit. to avrebbe dovuto rlpresentarsi sulla scena politica internazionale soltanto dopo aver messo ordine in casa: e la sua era una buona intenzione senza dubbio, ma in pari tempo una Illusione per quanto generosa. Le difficoltà sono apparse subito tanto in virtù di contingenze improvvise, come la crisi mondiale dei tessili che ha segnato un arresto nelle esportazioni egiziane di cotone, quanto per cause di natura più intrinseca: la necessità che l'Egitto ha di ricorrere all'aiuto straniero di capitali e di concorso tecnico per condurre a fondo l'Impresa sostanziale da cui solo può venire la rinascita del Paese e cioè la riforma agraria. Occorre intendersi con i vicini, bisogna chiedere l'aiuto degli amici. L'intesa è dunque necessaria Innanzitutto con gli inglesi che da ogni parte sono vicini dell'Egitto: dalla parte del Sudan, dalla parte della Cirenaica e dalla parte del Canale di Suez. Il Sudan, come è noto, costituisce il problema numero uno dal quale possono dipendere le soluzioni di tutti gli altri, 11 Sudan e il Canale Pacciardi è stato informato da Naghib di quelle che sono le sue buone disposizioni a trattare: ora non resta infatti che mettersi d'accordo sulle forme che dovrà avere il plebiscito già concordato in via di principio fra le due parti che porrà ai sudanesi il quesito se essi intendano dichiararsi indipendenti oppure aderire ad una forma di unione quasi federale con l'Egitto. L'esito è quindi univoco per gli inglesi i quali se ne andranno definitivamente dall'Alto Nilo (una risoluzione del Sudan per unirsi al Commonwealth britannico è Inimmaginabile). Ma resta qualche difficoltà per quello che riguarda la sorte delle province meridionali del Sudan di co?id«3ioni veramente arretrate e per le quali gli inglest fanno valere molte riserve. Essi cioè non consentono che in quelle province il plebiscito si svolga sotto il semplice controllo delle amministrazioni autonome sudanesi: vorrebbero che si svolgesse sotto la responsabilità del governatore inglese. Su questo punto di dissenso si erano arrestate le trattative e parevano Interrotte, ma stamattina il Generale ha informato Pacciardi di aver compiuto ancora un passo avanti proponendo agli inglesi una formula di compromesso: Il plebiscito si svolgerebbe sotto il controllo di una commissione mista internazionale che garantirebbe equità, libertà di voto e ogni altra condizione desiderabile in ocgs e . a . a a a . i e, ù e i e e arsi e è tni : a a Il io e o o a ti e ea ti occasioni come queste. Ora toc. ca agli inglesi di rispondere e ci si può augurare nel comune generale interesse che la rispo. sta sia favorevole perchè è chiaro che la soluzione del problema sudanese è la premessa necessaria per risolvere la questione del Canale di Suez. Si sa già che gli inglest sarebbero pronti a ritirarsene se questo favorisse la stipulazione di quel patto del Medio Oriente che è auspicato da tutti i Paesi dell'Alleanza atlantica. L'U.R.S.S. e l'Occidente La vigilanza del Canale sarebbe affidata ad un'alta autorità intemazionale con un generale egiziano a comajidnnte supremo ed è da credere che gli egtztant siano disposti ad aderire a slmile progetto che è di loro chiara convenienza a. condizione che il patto del Medio Oriente sia veramente un patto mediterraneo, che cioè comprenda oltre . alle grandi Potenze rappresentanti dello Standing Group della «NATO* (Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia) gli altri Paesi di interessi veramente mediterranei come l'Italia, la Grecia e la Turchia. Nel suo animo semplice, Naghib davvero non sa rendersi conto perchè vi debba invece essere inclusa, per esempio, la Nuova Zelanda. Pacciardi ha chiesto a questo punto a Naghib se presentandosene l'occasione egli avrebbe sostenuto questa tesi e Naghib ha risposto con ferma decisione, quasi anzi stupito dalla stessa domanda: <. Abbiamo la precisa intenzione che ci stiate anche voi >. Considerando la situazione da aiimiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiimiiiiiiii un ii . e e . è i i e e e d e a. n è i o * e i a asi e a ena e a o aci a iimiuiiiimiiiiiii iiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii un punto di vista generale, si deve constatare .come in questo momento, oltre alla più Illustre, sia in corso una seconda guerra fredda tra il mondo Atlantico e il mondo Medio-orientale. E' veramente stolta e non si può non augurarsi che essa abbia a cessare li più, presto possibile. Naghib ha detto che egli non vuole in nessun modo accordarsi con la U.R.S.S. contro l'Occidente, ma ha ammonito altresì con una punta di amarezza: < Però vi dico che il mondo libero'non deve costringerci alla condizione di toner scegliere fra due schiavitù*. Rimarrebbe del resto quella terza posizione di neutralismo alla quale, ad esempio, si ispira l'India ed a questo proposito Naghib ha detto di essere troppo militare per considerarla come una posizione possibile e realizzabile: < Essa, però, non dobbiamo nasconderci che esercita una forza di grande suggestione su larga parte del mondo arabo asiatico. Ciascuno faccia i propri conti >. Se questa è la sostanza del primo lungo colloquio fra Naghib e Pacciardi (altri ne seguiranno in occasione di ricevimenti e di banchetti dei quali è folto il programma della visita, ma si ha l'impressione che già tutte le carte siano state mostratr) non si può avere dubbio della sua importanza generale. Per quanto ci riguarda, possiamo dire che la decisione dell'Egitto di avere con l'Italia il primo contatto dopo la recente svolta politica, costituisca una scelta e di una scelta meditata essa ha tutto il valore. Vittorio Gorresio L'incontro del Ministro Pacciardi col generale Naghib al Cairo (Telefoto)